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LA FEDE E' IL RIFUGIO DELLE MENTI DEBOLI

01/07/2008 26756 lettori
5 minuti
La fede è definita come l’adesione incondizionata a valori o concetti, determinata da una convinzione assoluta, indipendente da prove logiche. È stata anche definita come adesione dell’anima e della mente ad una verità rivelata o soprannaturale non sempre dimostrabile con la ragione. È universalmente sempre stata abbinata alla sfera spirituale di una persona e, quindi, strettamente legata al concetto di religione.
Mentre un tempo la fede era considerata connaturata all’essere umano, in particolare a partire dal Novecento è stata oggetto di aspre critiche e negli ultimi 20-30 anni ha acquisito una valenza negativa. Molti si vantano di non aver alcuna fede, mentre coloro che professano di averne una sono considerati dai poveri sciocchi.
Ormai è convinzione diffusa che la fede non possa trovare spazio in un’epoca di scoperte scientifiche e di conquista del cosmo. La fede è l’ultimo approdo per colui o colei che non è capace di affrontare il mondo con le proprie forze. Anche le donne che, per millenni, sono state considerate le custodi della fede, la rigettano come ostacolo alla loro emancipazione.
La maggior parte delle persone è convinta che la fede non appartenga alla propria vita. Ma è davvero così? Proviamo a vedere come stanno le cose.
Come avete scelto il vostro dentista? Forse perché qualcuno ve ne ha parlato bene o forse semplicemente perché è vicino a casa vostra. Ma che prove avete che egli sia davvero un dentista? Semplicemente perché sulla porta dello studio c’è una targa che lo dice! Ci facciamo trapanare in bocca, accettiamo di farci asportare l’appendice, affidiamo la contabilità della nostra azienda o la tutela di un nostro interesse a qualcuno semplicemente perché un piccolo rettangolo di metallo o plastica all’ingresso dice “medico”, “commercialista”, “avvocato”. Se non è fede questa! Anzi, è fede cieca! Non è raro, infatti che gli organi di stampa parlino di persone che praticavano da anni una di queste professioni senza averne titolo alcuno. E non si tratta di casi rari, ma di migliaia di situazioni simili. Per non parlare poi di quelle di cui non si sa niente.
Andiamo da un medico (o presunto tale) che, spesso senza nemmeno averci visitato, ci prescrive delle medicine. Noi accettiamo la sua diagnosi. Per cognizione di causa? No, per pura fede. Con tale ricetta andiamo in farmacia, dove una persona (ma chi ci dice che sia davvero un farmacista?) sulla semplice base della caratteristica illeggibile grafia dei medici “interpreta” quei geroglifici, e ci consegna delle medicine. Noi andiamo a casa, inghiottiamo le pillole, beviamo gli sciroppi, ci facciamo praticare delle iniezioni. Ma come sappiamo che il medico abbia interpretato correttamente i nostri sintomi, che il farmacista non abbia sbagliato a leggere la prescrizione o di prendere la scatoletta, che quella bottiglietta contenga davvero una medicina e non qualche altro intruglio? È fede, fede cieca! Quante volte, ancora, abbiamo letto e sentito parlare di errori dei medici (si parla di migliaia di morti all’anno per questa causa), dei farmacisti e di contraffazioni nelle medicine?
Ma anche tutti i nostri atti quotidiani sono imbevuti di fede (proprio del tipo “cieco”). Passiamo tranquilli un semaforo quando è al verde perché abbiamo fede che, dall’altra parte, gli automobilisti si siano fermati (eppure ne va di mezzo la nostra vita). Percorriamo strade mai viste prima con la cieca fede che i ponti e i cavalcavia non solo ci siano per davvero, ma anche che reggano il nostro peso. Entriamo nei bar e beviamo la bibita che ci viene porta o entriamo nei ristoranti e mangiamo ciò che viene messo nel piatto con cieca fede che l’aranciata non contenga varechina e che il coniglio non sia un gatto, che il pesce non sia stato pescato là dove un’industria scarica i suoi liquami. Eppure i giornali ci parlano, non di rado, di frodi alimentari, di ispezioni dei NAS (Nuclei Anti Sofisticazioni) che rivelano condizioni igieniche disastrose in numerosi locali pubblici.
Saliamo su un ascensore pieni di fede che sia stato costruito a regola d’arte, che sia stato sottoposto a opportune verifiche periodiche, che chi le ha effettuate sia davvero competente e che, comunque, un grave guasto non stia per accadere da un momento all’altro. Versiamo i contributi all’INPS senza ricevere in cambio alcuna garanzia reale che riceveremo una pensione, nonostante che da quarant’anni si continui a ripetere che le pensioni delle generazioni future sono a rischio e versiamo il nostro denaro in un fondo che è un buco senza fine perché ha debiti per oltre 500 miliardi di euro (nel 2005). Se non è fede cieca questa!
Compriamo prodotti di tutti i tipi, dei quali non siamo in grado di riconoscere di quale materiale sono fatti (se non il generico “metallo”, “plastica”, “gomma”). Entriamo in una gioielleria e acquistiamo un anello di diamanti. Ma chi di noi è capace di riconoscere un diamante autentico da una volgare imitazione? Ci basta un foglietto di carta con su scritto “garanzia di autenticità”? Accettiamo il diamante e relativo foglietto con un atto di semplice e cieca fede.
Naturalmente qualcuno dirà che ci si fida dei medici che ci curano, dei cibi che mangiamo, delle strade che percorriamo, degli edifici che abitiamo perché ci sono degli enti preposti a effettuare i controlli e sono loro i garanti della nostra fiducia. Ma già Platone, 2400 anni fa, poneva la questione “chi controlla i controllori?”. Anche il gigantesco ponte sul fiume Missisippi che, all’inizio di agosto 2007, è crollato provocando una “catastrofe di proporzioni storiche” era soggetto a regolari controlli, ma nessuno ha dato seguito a quei dati che avrebbero dovuto richiedere un immediato intervento. E lo sciroppo (cinese) per la tosse che ha provocato centinaia di morti a Panama, che conteneva un antigelo industriale tossico, non aveva forse l’approvazione del responsabile dei controlli sui farmaci del gigante asiatico? Possiamo spostare i “destinatari”, ma si tratta sempre di cieca fede.
Abbiamo visto che senza la fede è impossibile vivere per chiunque. Forse, a questo punto, coloro che hanno fede in un Essere Soprannaturale, dovrebbero essere visti con una certa ammirazione dagli altri. Se non altro, la loro fede si basa su Qualcuno che è più affidabile di un’umanità corrotta e debole.
Ecco, quindi, che l’espressione “la fede è il rifugio delle menti deboli” si rivela essere un’altra frase comunemente pronunciata eppure estremamente falsa ed ingannevole. Come minimo dovremmo chiederci: in quanti altri casi commettiamo lo stesso errore?