Giovanni Veronesi: “Il mio Manuale d’amore”
Giovanni Veronesi fa le cose in grande: l’anno scorso è uscito il sequel di “Manuale d’amore” («Ma non chiamiamolo tale», specifica lui) e già si parla di altri tre episodi, per un totale di cinque pellicole che alla fine riassumeranno tutto quel che c’è da dire su un sentimento del quale tantissimi, tra poeti, cantanti e artisti vari, parlano ormai da secoli. Il progetto è ambizioso, anche perché si tratterebbe del primo esperimento mai effettuato in Italia. Comunitazione ha incontrato Veronesi.
Veronesi, lei nel 2007 ha realizzato il secondo volume di “Manuale d’amore”. Non teme di arrivare ad “annoiare” il pubblico, visto che la sua idea prevede la realizzazione finale di ben cinque capitoli?
«E’ stato molto più semplice di quanto si possa credere. Quando uno è consapevole del proprio talento, rompe meno i coglioni. Aver lavorato con tanti artisti diversi non è stato per me un problema: nessuno ha fatto storie. Antonio Albanese e Sergio Rubini (che nel film interpretavano due omosessuali, ndr) si sono amalgamati molto bene, se si considera che non si erano mai visti e che non avevano mai lavorato insieme. E poi c’è stata la scommessa di Barbora Bobulova: lei ha sempre interpretato ruoli drammatici, mentre qui è un’ottima attrice comica. La ritengo la Meg Ryan dell’Est».
La scena “hard” del primo episodio con Monica Bellucci e Riccardo Scamarcio ha fatto molto parlare di sé, prima ancora dell’uscita del film.
«Mi sarebbe dispiaciuto se l’attenzione si fosse concentrata solo su quello, soprattutto perché molti avrebbero potuto rimanere delusi: non si tratta di una scena hard, ma di una scena “erotica”, e tutto ciò solo perché ad interpretarla sono due sex symbol. Diciamo che si tratta di una scena particolare, magari un po’ spinta per una commedia, perché di solito in questo tipo di film non si va oltre il bacio, mentre qui si vedono i due attori che fanno sesso su una carrozzella… Ma ripeto, non è affatto hard».
Si è parlato di una scena molto faticosa, durata 5 ore…
«Faticosa? Per me no di certo! (ride) Ci siamo molto divertiti a girarla, specie io! (ride) Ho dovuto anche spiegare alla Bellucci come doveva muoversi… Personalmente non avevo mai girato scene spinte, e devo dire che mi sono proprio arrapato! (ride) Ho mandato fuori tutta la troupe, tenendo con me solo coloro che erano davvero indispensabili, ed era buffo vedere che quelli che erano rimasti esclusi tentavano comunque di intrufolarsi sul set».
Il nostro sito si occupa di comunicazione: quale miglior mezzo di comunicazione se non il cinema! Cosa ne pensa Giovanni Veronesi?