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WHO KILLED WHITE RABBIT?

11/11/2008 5053 lettori
5 minuti
Second/Aria/Mente è un progetto che ho fatto partire esattamente un anno fa nell'ambito di uno studio universitario. E' tempo. quindi, di un primo bilancio. La mia esperienza artistica è sempre stata accompagnata da una forte e decisa analisi critica del medium utilizzato perché ritengo che sia utopico considerare il proprio "operato" come svincolato dal contesto/interfaccia nel quale si estrinseca e prende forma. Credo che non ci si possa mai e poi mai permettere il lusso di non tenerlo a braccetto costantemente, quindi, con una analisi di tipo razionale. Sognare, ho già più volte affermato, è indispensabile ma, dal mio punto di vista, ancor più lo è farlo ad occhi ben aperti. Per due motivi precipui: analisi indispensabilmente liberatoria e possibilità di godimento (del sogno) più elevata. Questa nuova fase di Second/Aria/Mente è stata dettata da un bisogno ineludibile: quello di metaforizzare provocatoriamente attraverso il mio personale "azzerarmi", farmi quasi tabula rasa, la necessità di un riavvio dopo un kernel panic, un "blocco di sistema". Ho più volte ampiamente descritto le storture e gli effetti deleteri di una modalità di interpretazione di un nuovo media come Second Life in base ad approcci mentali ancora molto debitori di quelli sotto/retrostanti ai cosiddetti "vecchi media". Parimenti, ho cercato di attaccare, svelandoli, i meccanismi comportamentali più conformisti e convenzionali che spesso e volentieri accompagnano la nostra esperienza di ri-modulazione esistenziale nell'ambito virtuale, rendendola vana. Chiaro: ci sono interessi in gioco e, non ultimi, anche di tipo economico. Ecco quindi come e perché vanifichiamo una grande occasione creativa ed esperienziale ed otteniamo solamente quella che ho voluto definire una Second Matrix. Ecco, quindi, il bisogno di assumere quella famosa pillola azzurra, una volta di più. Per cercare di non far morire i Veri Sogni. Per impedire l'assassinio del Bianconiglio. Per rifuggire la modalità di assunzione di questo mondo sintetico come "nuovo oppio del popolo", fuga fine a se stessa e, pertanto, strumento di nuove forme di controllo mediale. Second/Aria/Mente NEU STARTEN rappresenta la mia speranza, mai definitivamente vinta, di liberazione. Mia personale, di certo, ma anche esteriore (pur con la consapevolezza della sua possibilità assolutamente relativa ed umanamente parziale). E' il desiderio di distruzione per far si che si possa ricostruire (in questa intervista rilasciata per il blog Ibrid@menti ho fatto riferimento non a caso alla trimurti induista). NEU STARTEN è, dunque, la tridimensionalizzazione in un unico totalizzante concept di tutto il mio percorso esperienziale in Second Life. Ho utilizzato, con lo scopo di rendere più immediati i concetti sottesi, riferimenti cinematografici a Tron, Matrix e Il Tredicesimo Piano. L'ambiente creato è riferibile all'interno di un elaboratore elettronico (seppur stilizzato) nel quale ci troviamo come imprigionati con un'unica flebile possibilità: quella di dotarci di una phonecard e di utilizzare le dieci cabine telefoniche per "liberarci" e, magari, scoprendo chi ha assassinato il Bianconiglio, per far si che sia possibile impedirne l'estinzione. Ho voluto rendere palese la falsificazione della sterile ri-produzione della realtà tangibile attraverso una sorta di tecnica di détournement: collocando in modo assolutamente non consueto, ad esempio, elementi di vegetazione all'interno dell'ambientazione "informatica" del Neu Starten. La terrazza (denominata Second/Aria/Monitor) è un immenso schermo dal quale è possibile, cliccando sul tasto "show web content" del client, visualizzare la prima pagina di questo blog. In ultimo, al Tredicesimo Piano è rappresentata la skyline dei grattacieli di Los Angeles (se ne consiglia la visione in modalità "midnight") che però, una volta attraversata, rivela nel retro la griglia della struttura "parametrica". Nel film di Josef Rusnak il protagonista, seguendo le indicazioni lasciate in una lettera, arrivò a scoprire la verità della finzione del mondo in cui viveva quando si trovò dinanzi la "fine del mondo", la sua architettura digitale. In questo caso, invece, questa è immediatamente dietro la facciata della skyline: non c'è più molto da nascondere qui...