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La comunicazione:la più grande strategia aziendale

08/11/2003 25508 lettori
6 minuti

La comunicazione globale: la più grande strategia aziendale

 
Le più' grandi strategie e tattiche aziendali risiedono nella comunicazione. Una comunicazione efficace unisce le persone; quando queste si uniscono producono cose speciali. Una comunicazione inefficace (comunicazione tra sordi) separa le persone; quando queste si separano il loro stato emozionale e' negativo; l'instaurarsi di questo stato inibisce la  loro  produttivita' e creativita'. 
Il sig. Mario Rossi vorrebbe essere produttivo, creativo motivato, entusiasta, riconosciuto nell'importanza della sua persona, del suo ruolo, per i suoi meriti, rispettato per la sua individualita', elogiato, premiato.
Mario Rossi e' ognuno di noi;  Mario Rossi e' una persona importante, quale  individuo e, non per il suo nome preceduto da "Dott."; Mario Rossi e' una persona normale, si aspetta cose normali, non e' utopista, ne' si aspetta cose utopistiche. Se Mario Rossi realizza cose normali diventa una persona speciale…lui vola e,….. fa volare chi gli e' vicino.
Mario Rossi, nella sua azienda, il piu' delle volte non vola, non fa volare gli altri, e' demotivato, scontento, rimugina…..e'distratto, a volte, inconsapevolmente, danneggia l'azienda, a volte non ascolta, si allontana, si assenta, e' irritabile e irrita, crea gruppetti per additare un "colpevole", perde o utilizza male il suo  tempo, la sua mente e' impegnata nei meandri dei conflitti ,  investe le sue risorse nella  distruttivita', non nella creativita'.
Un'azienda e' aiutata o e' ostacolata da un  Sig. Mario Rossi  "scontento?
Un'azienda nasce per vincere sul mercato della concorrenza, non puo' avere altri scopi!

Un'azienda, spesso ha un Mario Rossi, alcuni Mario Rossi, a volte,  molti Mario Rossi.

Se Mario Rossi non si sente rispettato nelle sue normalissime richieste di persona e di lavoratore  si percepisce "perdente", lui diventa perdente.
La risorsa piu' importante per un'azienda e' quella umana. Questo enunciato non puo' essere messo in discussione nemmeno da un "artistico cinico". Un'azienda vince con persone vincenti;  al contrario, non può che perdere  se  al suo interno vi sono  persone perdenti.
Un'azienda apre le serrande solo perche' vuole vincere; perche', allora, e' cosi' abile nel creare tanti Mario Rossi con il "musone"?  Il "musone" inibisce la professionalita' e l'efficacia di una persona.
Se tanti Sig.  Mario Rossi sono sorridenti fanno mettere le ali alla loro propria azienda; se i medesimi Sig. Mario Rossi si imbronciano fanno mettere le "catene" all'azienda cui appartengono.
Quando i  Mario Rossi misero il primo piede in azienda avevano le intenzioni di essere sorridenti o imbronciati? Io ho posto questa domanda a circa un milione di Mario Rossi; con gli  "occhi lucidi" mi hanno risposto che volevano essere sorridenti, volevano cose normali, quale il rispetto per la loro entita' umana, volevano essere considerati, orientati, addestrati, formati, motivati, coinvolti, responsabilizzati; volevano crescere, volevano sentirsi importanti nel loro ruolo, volevano sapere di contare, sentirsi integrati. L'azienda deve eseere un sistema integrato, se non lo e' funziona male, e puo' essere  perdente. Il milione di Mario Rossi che ho conosciuto, hanno riferito che non appena misero il loro  primo piede in azienda avevano tanta voglia di fare, erano tanto motivati, perche', hanno detto, -ed e' vero- , uno dei primi bisogni umani e' rappresentato dall'autorealizzazione e dal riconoscimento sociale per l'importanza della propria persona.
Tanti Sig. Mario Rossi parlanti e muti dicono di essere stati costretti a convivere con un ambiente umano, il cui clima e'sempre stato orticante.  Tale clima, da un po' di tempo a questa parte, viene definito "mobbing" ma, non sapevano nemmeno cosa  fosse proprio perche' andava assumendo nel tempo le diverse forme, a volte non si riusciva a percepirlo e a definirlo, tanto diventava sottile.

Entriamo cinque minuti nella "thinking room" (pensatoio) e…riprendiamo.

Poi riflettiamo su tanti Mario Rossi che riferiscono: "se il mio capo, il Dr.Antonio Bianchi, mi avesse chiesto di riordinare tutti gli archivi in due giorni, in un modo piu' garbato, io mi sarei fatto "in quattro" e li avrei sistemati anche in un solo giorno ma, visto il modo in cui me l' ha chiesto, mi ha indisposto, non lo faccio ne' in due giorni ne' in quattro, anzi,  da lunedi…il sottoscritto sparisce!"
Uno stesso messaggio puo' essere comunicato in tanti diversi modi …. puo' avvicinare a noi una persona,gratificarla,convincerla,sedurla, indisporla, irritarla,allontanarla. Inviare un messaggio ad un interlocutore nel modo piu' giusto, puo' ritornarci utile allo scopo di incrementare la nostra leadership, il nostro potere riconosciuto, il nostro carisma, la nostra autostima, il nostro riconoscimento sociale, il valore globale della persona. Molti di noi si sentono carenti di questi attributi, soffrendo di insicurezza e quindi di insoddisfazione;tutta la stima che noi riceviamo e' quella che facciamo trasparire.Comunicare un solo messaggio in un modo anziche' in un altro puo' dare o togliere leadership ad ognuno di noi.
 
Non una parola,ma un solo tono puo'creare o distruggere un rapporto,spesso sono piu' i rapporti che si distruggono rispetto a quelli che si creano,quando si distruggono molti rapporti,spesso con troppa disinvoltura,si generano sofferenze di tipo psicologico e fisico,altrimenti definite malattie psicosomatiche.Questi stimoli possono essere sufficienti per riflettere quanto la comunicazione possa essere collocata in prima linea nella vita lavorativa e privata delle persone.Quando,peraltro,si parla di leadership,di carisma,di fascino,di potere riconosciuto,di persona attraente ed interessante,il primo pensiero va sull'espressione di una persona, ed il secondo sull'aspetto fisico. Il valore fondamentale della persona e' determinato dalle parole che usa,ma soprattutto da come le usa.

La comunicazione e' composta dalla parola,dalla mimica,dallo sguardo,dalle enfasi, dalla gestuale,dal volume,dal tono,dal ritmo di scansione,dal momento,dal contesto, dalla distanza fisica;tanti elementi,quindi,tra loro in sintonia o in distonia che possono costituire infiniti cocktails per creare o distruggere rapporti interpersonali,per generare stati mentali positivi o negativi,costruttivi o distruttivi.
In ogni comunicazione esiste il significato ed il significante,ossia l'aspetto razionale e l'aspetto emozionale,o ancora l'aspetto cognitivo e l'aspetto relazionale,o il "cosa" e il "come ".
Per intensificare la complicita' nelle relazioni umane ed attivare il positivo ed il creativo di una persona, gli aspetti emozionali o inconsci prendono il primo piano,gli aspetti razionali o consci prendono un aspetto secondario,la nostra mobilitazione in senso positivo o negativo e' influenzata principalmente dagli aspetti emozionali,poi da quelli razionali.

Il Sign. Mario Rossi bisogna ascoltarlo quando dice che si attiva positivamente e con entusiasmo solo quando lo sanno "prendere",ossia quando rispettano il valore della sua persona,le sue istanze,la sua sensibilita'.
Il dr.Antonio Bianchi,seccato,dice:"..ma qui',con un milione di cose da fare, non puoi stare a pensare di prendere le persone con le "pinze",la verita' e' che certe persone meriterebbero essere sbattute fuori,senza mezzi termini!"
Il Dr.Antonio Bianchi,in un momento di pressing aziendale,fu preso per collo di giacca dal suo direttore Dr.Carlo Verdi,che gli ordino' bruscamente di mobilitare tutto lo staff a lui subordinato,in un momento di inaspettata crescita di commesse.
La prima reazione che il Dr. Antonio Bianchi ebbe fu quella di sfogare, per oltre un'ora, tutta la rabbia che aveva in corpo nell'ufficio di un altro capo,suo pari grado, dr.Gustavo Viola, e riferi',sinteticamente:"io capisco che dobbiamo fronteggiare una situazione di emergenza per non scontentare i nostri clienti,ma ci sono modi e modi per fare attivare le persone,non posso assolutamente tollerare i modi bruschi del nostro direttore,lui non ha capito ancora che le persone vanno sapute "prendere", e poi…io esisto per lui solo quando ci sono ordini da impartire…"
Il dr. Gustavo Viola replico':"E' vero! e' tutto vero quello che tu dici! Quando,in passato,si sono verificate altre situazioni di pressing aziendale,io mi sono mobilitato facendo letteralmente tremare le persone del mio staff,inducendole ad intensificare la loro produttivita',ma non ho avuto una sola considerazione dal nostro direttore.Se fossi al tuo posto me ne infischierei , mi farei,prima di tutto  rispettare,anzi se fossi in te, per dimostrargli il risentimento e per fargli comprendere che le persone vanno rispettate,da domani gli presenterei un certificato medico con i fiocchi!"

Altri due minuti nella thinking room(pensatoio) e poniamoci alcuni interrogati; le risposte possono essere le piu' libere.

-Lo stile della comunicazione influenza la leadership?
-Lo stile della leadership influenza il rendimento delle persone?
-Un'azienda o una qualsiasi organizzazione lavorativa vuole e chiede i piu' elevati rendimenti alle persone?
-Una persona vuole la piu' elevata possibile  stima di Se'?
-La stima di Se' si ha mediante i successi conseguiti e mediante l'autopercezione della proria efficacia? La stima di Se' influenza la performance?
-Attivare positivamente l'altro mediante il suo consenso e' funzione di quello che si comunica o di come si comunica?

E allora? Tutto quanto esposto sopra e' un inutile panegirico? Tutti affermiamo di conoscere i modi attraverso i quali comunichiamo efficacemente,ma come li conosciamo?Se li conoscessimo avremmo sempre feed-back positivi;il risultato e' che, il piu' delle volte, otteniamo feed-back negativi. In altri termini, quando comunichiamo,il piu' delle volte, non otteniamo il consenso ed interrompiamo le relazioni,anziche'ottenere il consenso e consolidare le intese in una relazione.Nella maggior parte delle comunicazioni avviene la disputa della relazione,un'interlocutore tende ad avere ragione sull'altro, gli interlocutori non si ascoltano,come fossero sordi,quindi non comunicano,illudendosi di aver comunicato(relazioni parassitarie),rare volte si comunica per lo scambio dei contenuti e per il riconoscimento della bonta' delle idee altrui,in questo caso entrambi gli interlocutori si arricchiscono,ampliano le visioni,riducono i limiti, ascoltano,quindi comunicano (relazioni simbiotiche).
I disturbi relazionali in azienda che fanno rimuginare le persone,che acuiscono i conflitti con abbattimento notevole dei rendimenti lavorativi, con riduzione di sicurezza, innalzamento dei costi, perdita di competitivita'sul mercato,customer selling,scarsa efficienza ed efficacia , sono cose reali o fantasiose teorie?

Il Sign.Mario Rossi,il Dr.Antonio Bianchi,il direttore Dr.Carlo Verdi,il Dr.Gustavo Viola quando sono nel loro pensatoio rimuginano,pero' non si puo' rimuginare sempre,bisogna anche sfogarsi;fa bene. Alle loro mogli,spossate e spente, per la scarsa libido dei loro coniugi, riferiscono cosi'per l'ennesima volta:"Ci sono giorni in cui cambierei mestiere,non ce la faccio piu' tra quelle belve della mia azienda,sarei curioso di capire chi le ha messe insieme tante belve umane…Credimi, non e' il lavoro che mi stanca,anzi,fosse per me, farei ben di piu' rispetto a quello che faccio,tu lo sai che a me non piace stare fermo,e' il modo di fare delle persone che mi indispone,e' il loro modo di porsi che mi stanca,non si riesce a capirsi con nessuno,si dice una parola e se ne capisce un'altra,si interpreta per il verso sbagliato ogni cosa che dici,si critica continuamente alle spalle,non si ha il coraggio di dire le cose di fronte…un ambiettaccio…Brutte persone…non ne posso piu'…non c'e' modo di potersi intendere…gentaglia,andrebbe sbattuta fuori,senza mezzi termini,non si riesce mai a comunicare,sembra che non intendano la lingua italiana,se avessi la possibilita' scapperei di notte da quella gabbia di matti,matti da legare!"
Le loro consorti ai rispettivi mariti riferiscono:"Tutti gli ambienti di lavoro sono pieni di bestie feroci,dobbiamo forse cominciare la storia delle mie tre denunce al mio capo ufficio? Non ti pare sia giunta l'ora di piantarla? Io non ti sopporto piu'! sono anni che dici le stesse cose,sei una cosa bestiale! Tu sei troppo difficile,tu sei capace di irritare anche chi dorme! Basta! O la pianti o ti pianto!"
I rispettivi mariti alle loro consorti replicano cosi':"La mia azienda e' piena di str…,ma tu sei peggiore rispetto a loro messi insieme…tu hai il marchio d.o.p. …meglio perderti che trovarti!"…Bhooom!

La maggioranza delle persone sono convinte di saper comunicare,

hanno la presunzione di saper comunicare,solo perche' comunicano dalla loro nascita,ma comunicare non significa saper comunicare. Comunicare non significa parlare e sentire, ma mettere in comunione,condividere contenuti ed emozioni tra due o piu' persone.
Saper comunicare significa prima saper ascoltare,poi saper parlare,e si puo' ascoltare con antipatia,con simpatia, con empatia,e' dal saper ascoltare che ne puo' conseguire il saper parlare,quindi la comunicazione efficace.
Perche'la maggior parte delle comunicazioni hanno cattivo esito e producono relazioni distruttive?
Comunicare e' opera di "cesello", la comunicazione e' attraversata dai contenuti e dalla relazione,quindi da aspetti razionali ed emozionali,un contenuto riesce a passare su un interlocutore,stante la sua bonta',solo se si riesce a generare un flusso di emozioni positive,gratificanti per l'altro,creare emozioni positive e' arte di "cesello",praticabile mediante lo sviluppo della risorsa umana.Il "cosa" passa solo attraverso il "come",quindi rispettando il normalissimo "narciso" dell'interlocutore.
Comunicare,senza conoscere le tecniche della comunicazione, e' come pretendere di essere concertisti senza conoscere lo spartito.Senza la conoscenza dello spartito si puo' strimpellare,non si puo' avere il picere di produrre grande musica,la stessa cosa vale per la comunicazione,senza la conoscenza delle tecniche,il piu' delle volte si stona.Quando si stona,comunicando, i risvolti sono negativi,a volte gravi,come spesso accade nelle organizzazioni lavorative e familiari.
Accadono incomprensioni,conflitti,rimuginazioni,interruzioni di relazioni,posizioni di antagonismo,perdita di interessi frustrazioni,demotivazione,soprusi,rappresaglie, aggressivita',creazioni di racket,depressione,senso di sconfitta.Cio'e' notevole perdita globale di risorsa umana,se una parte della mente umana e' impegnata verso la distruttivita',rappresenta perdita nella costruttivita',nella creativita',nella disponibilita'per il raggiungimento degli obiettivi. Un'azienda che intende raggiungere traguardi importanti,che deve essere competitiva sul mercato, puo'permettersi di perdere la disponibilita' della risorsa umana in cosi' forte dose? Quando le persone hanno buone comunicazioni,buone relazioni,sono attraversate da emozioni positive sono "in pallone",volano,rendono disponibile la loro completa energia positiva, realizzano cose straordinarie,superano gli ostacoli,risolvono i problemi;intendono gratificare gli altri,perche'da quest'ultimi gratificati e vivono importanti significati di vita.Le persone motivate e coinvolte fanno vincere l'azienda, il solo tecnologismo aziendale e' insufficiente su un mercato altamente competitivo e dinamico.

I conti tornano:

 curare la comunicazione in organizzazione e' un fatto di vitale importanza.Ma perche' i difetti della comunicazione in organizzazione,spesso,rappresentano un grave e prolungato problema? C'e' scarsa consapevolezza,si ha l'arroganza di saper comunicare,non lo si ritiene un problema,e' un falso problema? Un problema non e' un ostacolo aziendale? E' giusto che un ostacolo aziendale debba essere eliminato il piu' presto possibile.Perche'un ostacolo aziendale permane? Uncle Albert Einstein affermava che la consapevolezza di un problema rappresenta l'avvio della sua soluzione.

E  allora? Percepiamo cio' che c'e' davanti ai nostri occhi o cio' che ci piace vedere?

Il consulente di direzione dr. Gerardo Giallo Paglierini,propostosi per una prima visita all'imprenditore Ing. Filiberto Turchese pose la domanda:"quali problemi ravvisa nela sua azienda?"
L'Ing. Filiberto Turchese,irrigidito,tout court,rispose:"nessun problema!" il dr. Gerardo Giallo Paglierini,vispo,replico':"con il personale come va,va tutto bene? e' soddisfatto?" L'Ing.Filiberto Turchese con un ghigno,le mani alla cintola,le spalle strette,la fronte corrugata,le palpebre abbassate, il piede sinistro vibrante,risponde:"lasciamo perdere…"
Il sign. Mario Rossi,il Dr. Antonio Bianchi, il Dr.Carlo Verdi,il Dr.Gustavo Viola ,l'Ing.Filiberto Turchese, lungo il corso della loro carriera conoscitiva appresero il sapere, poi, entrati a far parte di un'organizzazione,appresero il saper fare,ma e' sempre mancato loro l'apprendimento del saper essere.
Per un bravo giurista,un bravo ingegnere,un bravo economista, non puo' essere dato per scontato che sia un manager, conduttore di persone,motivatore,trainer,un qualsiasi operatore professionista ha bisogno di apprendere le arti manageriali, allo stesso modo in cui ha appreso l'economia,la giurisprudenza,l'ingegneria.La capacita' di saper condurre le persone non deriva da doti innate, genetiche, o da pratiche empiriche,per poter condurre le persone in modo ottimale e generare un clima emozionale positivo,occorre apprendere le arti manageriali,ed una tra le prime arti e' quella delle tecniche della comunicazione. Gli obiettivi in azienda si raggiungono con tutte le persone,si raggiungono solo con la sinergia di tutti,escluso nessuno,i solisti in un'organizzazione creano tensioni e perdita di risorse;la forza di un team e' piu' grande di quanto si possa pensare,il team non e' un insieme di persone, e' la costruzione di forme armoniche. Per questa ragione oggi le aziende comprendono l'importanza della formazione e della managerialita' nel proprio gruppo di lavoro.Fino ad un decennio fa, quando si affrontava il tema della comunicazione,soprattutto quella interna ad un'organizzazione, si pensava ad "aria fritta",a "chiacchiere salottiere"…e che non avessero nulla a che fare con la produzione , e ancor meno con la produttivita'. Le sollecitazioni del mercato,una nuova cultura d'impresa,la necessita' di equipaggiamento per sopravvivere tra l'affollata concorrenza,la pedissequa e coraggiosa opera della consulenza di direzione,sensibilizza,oggi, l'impresa a riservare considerevoli risorse d'investimento per la guida e lo sviluppo della risorsa umana.Tale salutare processo d' innovazione ,sta vedendo coinvolta anche la pubblica amministrazione nelle piccole e grandi organizzazioni,grande e giusta  importanza si sta prestando per il miglioramento della comunicazione interna ed esterna, per l'ottimizzazione della risorsa umana,nell'ottica della riduzione degli sprechi, del sell-out della customer care,della customer satisfaction;tale nuovo e necessario orientamento passa mediante i benefici stimoli del new public management.

Paolo La Cagnina


 

Paolo La Cagnina
Paolo La Cagnina

La Cagnina dr.Paolo risiede a Lecce, dottore in psicologia, consulente, formatore e project manager per conto di prestigiose aziende che si occupano di sviluppo della risorsa umana e di sviluppo della cultura manageriale.Autore di 20 seminari relativi allo sviluppo del potenziale umano, della leadership, del global marketing.Autore di progetti formativi per la crescita globale delle organizzazioni lavorative.
e-mail:lacagninadrpaolo