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La Apple e l’ Enforcement routine

02/12/2009 17689 lettori
5 minuti

In questi giorni la Apple, l'azienda di Steve Jobs, ha depositato un brevetto per una nuova tecnologia che si chiama Enforcement routine e che obbliga l'utente a guardare o ascoltare messaggi pubblicitari su qualsiasi tipo di dispositivo elettronico  dal cellulare al computer, tv, lettore musicale, console per videogame. La tecnologia è di tipo embedded, cioè è all'interno della macchina, pertanto la pubblicità può apparire in qualsiasi momento, indipendentemente dalle attività dell'utente . E come se non bastasse  lo spot blocca lo schermo aspettando un clic o una risposta dell'utente all'annuncio pubblicitario tramite appositi menu per essere certi che il tutto sia stato recepito dal “povero” mal capitato. Lo spot che ci appare potrebbe prevedere anche un test, e a questo punto sarà la fine perché affinché si possa proseguire con le proprie attività si dovrà rispondere al test.

Certo dai creatori di prodotti a misura d'uomo, della tanto amata "user friendly", nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Tutto questo applicato ai nostri personal computer sarebbe davvero troppo e probabilmente non sarebbe possibile senza un consenso specifico autorizzato.

La scelta più ovvia sarebbe invece quella di impiegare tale tecnologia su gadget digitali offerti gratuitamente o a prezzo ridotto e a fronte del consenso da parte dell'utente di sorbirsi la pubblicità. In questo caso infatti la costrizione sarebbe scelta volontariamente dall’acquirente consumatore.

Ci sono stati anche altri precedenti. Si ricorda le società Free Pc e Zap Me che alla fine degli anni novanta praticò  la vendita quasi gratuita di PC con messaggi pubblicitari, ma l'iniziativa non ebbe molto successo. O come l’attuale Spotify che permette di scaricare gratuitamente brani musicali a patto di ascoltare annunci pubblicitari.

Non è ancora molto chiaro se la Apple utilizzerà il brevetto per i suoi prodotti oppure no. Qualcuno ipotizza che potrebbe essere una strategia per diffondere l’uso del pc nei paesi del terzo mondo e nelle popolazioni sottosviluppate. Insomma molti si chiedono se si tratta di una strategia commerciale o solo di una gaffe dell’azienda. Vedremo.

 

Trovate la notizia pubblicata dal New York Times all’indirizzo: http://www.nytimes.com/2009/11/15/business/15digi.html?_r=1&scp=1&sq=Enforcement%20routine&st=cse