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Digital (strategic) planner: Intervista con Luca De Fino

16/02/2010 13:00:00 14379 lettori
5 minuti

Parte tutto da questa provocazione di Roberto Venturini. Che sfocerà in questo manifesto.

E come lui stesso ci dirà qui: "Ma soprattutto chiedendo agli altri che fanno questo strano mestiere di dire la loro, in modo da poter costruire collettivamente la nostra identità."

Il Digital strategic planner è uno di quei nuovi mestieri che reggono la comuicazione digitale, ma anche una specie di buzzword, un'etichetta mal definita, un ruolo di cui si parla ma di cui spesso non si è in grado di dare una Job Description significativa.

Allora abbiamo voluto chiedere anche ai grandi strategic planner il loro parere.

Luca De Fino, digital brand strategist -head of 360°digital influence- Ogilvy Italia
"lavora a progetti cross-mediali fin dagli inizi della sua carriera.
La sua passione per la ricerca, la sperimentazione e l'innovazione lo portano nel 2006 in Ogilvy Italia.
Qui sviluppa un tool e una metodologia di analisi della brand reputation all'interno dei media sociali e contemporaneamente contribuisce alla start-up di una divisione interna interamente dedicata al marketing delle conversazioni.
Ne diventa responsabile nel 2007 lavorando per clienti quali Cisco, Condé Nast, IBM, Nestlé, Heineken, Diesel...
Collabora inoltre con diverse realtà accademiche in qualità di lecturer su tematiche legate al marketing e alla comunicazione"


Cosa deve fare un dp in agenzia?

difficile aggiungere qualcosa di rilevante a quanto già descritto da Venturini nel "digital planner manifesto"...

il dp è e resterà sempre uno strategic planner, il termine "digital" è infatti un attributo "nuovo" figlio di questi tempi.

allora forse diventa interessante indagare come il "nuovo" ha contribuito e sta contribuendo a modificare la nostra professione che, proprio nel 1965 grazie a Stanley Pollit, nacque in virtù di un'esigenza specifica: affiancare agli account una figura professionale

dedicata in grado di interpretare e decodificare in una maniera più scientifica rispetto a quella amatoriale e istintiva degli account, le sempre più numerose e facilmente reperibili ricerche (dati) sui consumatori.

si può dunque affermare che la storia ciclicamente si ripete? secondo me sì.

il digital oramai sta pervadendo ogni aspetto della società prima e della comunicazione poi, dunque è fisiologico che siano nate figure dedicate, con una differenza però rispetto al passato: il digital non si impara, meglio, digital si è non si diventa!

[ma qui non vorrei generalizzare troppo, esistono le eccezioni;-)]
non esistono teorie, non esistono manuali, non esistono processi rigidi.

ecco perchè molto spesso i digital strategic planner sono persone giovani, nativi digitali che hanno assorbito principi, strumenti e dinamiche proprie della cultura digitale in maniera fisiologica, ai quali dunque risulta più facile contestualizzare innovazione e tecnologia all'interno dei percorsi contemporanei di una marca.

2: cosa non è il suo mestiere?
"famolo social e digital a tutti i costi!"
non gestisce gli aspetti burocratici, amministrativi e produttivi di un progetto.

3: che tipo di persona è?
"il dp divora il web sociale e legge molto. dai romanzi ai saggi di sociologia, passando per monocle, wired, prospect magazine e edge.org
il dp non è uno scienziato ma è un artigiano che interpreta, rispetta, modella e trasforma la materia prima (brand) in un artefatto da condividere (oggetto sociale) e da vivere (agire/esperienza).

Luca Oliverio
Luca Oliverio

Luca Oliverio è il founder e editor in chief di comunitazione.it, community online nata nel 2002 con l'obiettivo di condividere il sapere e la conoscenza sui temi della strategia di marketing e di comunicazione.

Partner e Head of digital della Cernuto Pizzigoni & Partner.

Studia l'evoluzione sociale dei media e l'evoluzione mediale della società.