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Happyness is power!

28/06/2010 20679 lettori
4 minuti

A questo mondo il potere siamo abituati a vederlo da sempre nelle mani di pochi individui, talmente pochi che potremmo quasi chiamarli per nome uno ad uno.
Il potere non ha una faccia sola. Esso si esprime in varie forme e modalità, a tutti i livelli della società e dei paesi. Ognuno di noi poi, se ci pensate bene, nel suo piccolo in qualche modo è succube o esprime potere nei confronti di qualcun altro, oppure vive entrambe le situazioni.
La conquista di talune posizioni passa spesso attraverso l’espressione della forza: fisica, del denaro, della paura, di volontà propria, di volontà di altri “ancora più forti” (nel caso di designazioni). In rare occasioni anche la fortuna, ahimè, fa il suo gioco.
Machiavelli si chiese, a proposito del potere, come conquistarlo, utilizzarlo e conservarlo. Ne Il Principe egli si interrogava se fosse più giusto essere amati o temuti. Poichè i due aspetti erano incompatibili tra loro, dovendo proprio scegliere egli suggerì (al fine di mantenere a lungo la leadership) che sarebbe stato più opportuno essere temuti. Non a caso, tutti i grandi tiranni della storia hanno potuto avere ruolo grazie al terrore che esercitavano sui loro popoli.
In una società moderna e democratica però sarebbero impensabili coercizione e violenza fisica per piegare gli individui alla volontà altrui. Nella quotidiana partita della vita è piuttosto tutto un continuo “do ut des” col prossimo, anch’esso assimilabile al potere. Più che la paura, oggi, potrebbe far leva la felicità. C’è fame di felicità oggi, gli individui ne provano sempre meno perchè anche le gioie semplici di un tempo (lavorare, formare una famiglia, comprare una casa etc.) sembrano diventate per molti di colpo irraggiungibili. Lo sanno bene le aziende ed il Marketing. Io però non mi riferivo ai “paradisi artificiali” propinati dal mondo della pubblicità o in campagna elettorale, bensì alla felicità autentica che si sprigiona nelle persone al raggiungimento di un obiettivo o alla risoluzione di un piccolo o grande problema esistenziale. Il “dispensatore di felicità” insomma, chiunque esso sia ed in qualunque contesto operi, riuscirà davvero a conquistarsi lo “scettro del potere”, senza doversi neanche porre i machiavellici quesiti di cui sopra per conservare a lungo il consenso.

Titti Zingone

Marketing Park