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Il web è morto? Beh, allora è il momento di usarlo meglio!

27/10/2010 10321 lettori
5 minuti

Già questa estate aveva fatto scalpore su Wired Usa un articolo di Chris Anderson che dichiarava morto il web, inteso come strumento libero, anarchico e totalmente free.

wired

Ora l’articolo è stato riproposto anche dall’edizione italiana e mi dà lo spunto per qualche ragionamento.

Alla base del famoso (e provocatorio) editoriale c’è il fatto che ormai la fruizione di Internet da browser sta diventando minoritaria e che dunque siamo a caccia di device e ancora più di apps, anche a pagamento, che consentano di ridurre la complessità del web in piccoli mondi chiusi. Ne nasce perciò un mondo frammentato e proprietario, con alte revenues prima ignote ai gestori di siti/strumenti online e focalizzato sul concetto di freemium già caro a Anderson.

L’esito dunque è quello di una razionalità economica dove pochi monopolisti riescono a gestire meglio un’economia monetaria, mentre l’ambiente aperto meglio si presta alla logica (non monetaria) del peer-to-peer.

Raramente quando si parla di web, e di web 2.0 in primis, si percepisce questa visione d’insieme, ma invece è bene farlo fin d’ora, perché questo offre possibilità ancora più grandi alla nostra strategiadi business.

Infatti le aziende devono imparare ad usare in modo sapiente i mezzi che la rete mette loro a disposizione, dosando il ricorso a risorse interne e esterne ecavalcando i fenomeni piuttosto che subirli, tanto più che credo vi siano ancora più strumenti gratuiti che valgano la pena di essere utilizzati.

Se dunque la tendenza è quella di mediare la fruizione del web tramite apps, strumenti ipertestuali e grandi piattaforme come Facebook è necessario capire dove vale la pena di essere presenti e poi cercare di allearsi con chi ci può portare valore, enfatizzando ciò che è nostro ma al contempo non concorrendo nel mercato (scarso) della visibilità con chi ne ha più di noi.

Perché fare un apps propria di scarso interesse quando ce ne sono migliaia già funzionanti con cui trovare un’intesa? Perché spendere per creare cose che possono nascere dalla collaborazione con gli utenti? E anche perché, sul versante opposto, rinunciare ad un sito proprio per delegare tutto a Facebook?

Quello che voglio dire in conclusione è semplice, il web in realtà è più vivo che mai e sta solo cambiando, questo però chiede ancora più competenza di prima mentre nel nostro paese scarseggia ancora anche quella di base relativa agli strumenti di 10 anni fa.

Ci vogliono invece preparazione unita alla voglia di osare, non importa tanto il valore economico delle operazioni quanto la loro comprensione di un mondo che cambia.

Secondo voi siamo pronti a gestire queste nuove sfide?

Gianluigi Zarantonello via Internet Manager Blog

 

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.