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Tecnocreativi per forza

27/01/2011 13143 lettori
5 minuti

In questo momento chi produce contenuti (testuali, video e in altri formati) si trova a doverli declinare in varie piattaforme, dalla carta alle App dell’iPad.  Il termine ‘tecnocreativo’ che hai coniato a metà degli anni ’90 torna perentoriamente di attualità: Tecnocreativi per forza, dunque?

“Assolutamente sì, il tecnocreativo è un’attitudine dell’uomo. L’essere umano nasce tale, abbiamo due lobi del cervello separati, destro e sinistro e ognuno dei due possiede attitudini diverse. Sono stati i fatti della storia che hanno reso utile per qualcuno ma dannoso per l’umanità, specializzare i ruoli e le persone. In questo modo gli ingegneri si sono trovati a fare gli ingegneri, i poeti i poeti ma non sarebbe così: l’essere umano, in realtà, nella sua pienezza, nasce tecnocreativo. Ora si tratta di fare riemergere questo DNA perché così siamo stati creati. C’è un mondo nuovo che sta arrivando, una nuova dimensione e il ruolo del tecnocreativo è quello di interpretarlo. Bisogna capire, dal punto di vista culturale, che questo bisogno che è insito nell’uomo e che viene soddisfatto dalla stampa sarà ancora presente ma in parallelo sta nascendo un mondo nuovo che non è come lo si pensa, portando ad esempio i contenuti della stampa dentro l’iPad ma significa immaginare un mondo nuovo che prevede l’iPad con contenuti che prima non esistevano anche se, ovviamente, questi ultimi, alla sorgente, sono sempre gli stessi”.

 

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