FISCO-Riforma: all'esame del Cdm del 23 giugno
Aumento delle aliquote Iva, ritocco della tassazione delle rendite finanziare (esclusi i titoli di Stato), revisione della mole di esenzioni, detrazioni, agevolazioni di vario tipo. Ecco da dove si attingerebbe per reperire le risorse per finanziare la diminuzione delle aliquote Irpef e l'introduzione di sgravi per le imprese nuove o che fanno innovazione.
Queste, a quanto si apprende, le ipotesi al vaglio dei tecnici del Ministero dell'Economia che stanno elaborando la delega per la riforma fiscale. Il provvedimento dovrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri del 23 giugno, insieme alla manovra. Il punto di partenza è che, a pressione fiscale invariata la riforma è possibile spostando il carico da una parte all'altra. In sostanza, la riforma si autofinanza, anche perché i tagli di spesa dovranno essere utilizzati per la manovra correttiva da 40 miliardi per il biennio 2013-2014.
Una quota consistente si dovrebbe ricavare dall'aumento delle aliquote Iva. Incrementando di un punto l'aliquota del 10% e quella del 20% si otterrebbero circa 13-14 miliardi di euro. Più delicato è l'incremento (pure nel novero delle ipotesi) dell'aliquota più bassa del 4%, che si applica sui beni di prima necessità. Con la riforma si metterebbe mano anche alle rendite: l'aliquota passerrebbe dal 12,50% al 20% a eccezione dei titoli di Stato che resterebbero al 12,50%. Con questo intervento, secondo le simulazioni effettuate, si ricaverebbe un gettito attorno a 1,8 miliardi. C'è poi la revisione delle agevolazioni e detrazioni. Il lavoro del tavolo tecnico ne ha contate ben 476 per un totale di 161 miliardi di euro. Saranno le scelte politiche a determinare l'entità della sfoltita che si collocherebbe, nell'ipotesi più limitata, a 5 miliardi e nell'ipotesi più ampia a 20 miliardi.
Sull'Irpef, come ha spiegato ieri il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, l'obiettivo è la riduzione del numero delle aliquote dalle attuale cinque e tre che dovrebbero essere: 20%, 30% e 40%. Oggi le aliquote Irpef sono del 23% per i redditi fino a 15.000 euro, del 27% per redditi da 15.000 a 28.000 euro, del 38% tra 28.000 e 55.000 euro, del 41% tra 55.000 e 75.000, del 43% per la fascia superiore. Il primo step attuativo della riforma dovrebbe essere l'introduzione dell'aliquota del 20% (allo stesso livello, quindi, delle rendite) per la fascia di reddito più bassa, ma per valutare l'effetto concreto bisognerà aspettare il limite dello scaglione reddituale.