AMBIENTE-Green economy: verso l'ecoagricoltura
Tredici proposte in grado di incidere sulla valorizzazione dell'agricoltura nella tutela dell'ambiente e di fare delle filiere agricole le leve dello sviluppo della green economy italiana. Sono quelle avanzate a Roma nel corso della settima assemblea programmatica organizzata in preparazione degli Stati Generali della Green Economy organizzati dal Ministero dell'Ambiente e da 39 organizzazioni di imprese green, che avranno luogo a Rimini il 7 e 8 novembre prossimi nell'ambito di Ecomondo.
1 - Rimuovere gli ostacoli normativi, che tuttora ritardano gli obiettivi di razionalizzazione e di ecoefficienza delle filiere;
2 - Preservare la destinazione d'uso e arrestare il consumo del suolo agricolo, anche attraverso la destinazione diversa da quella corrente degli oneri di urbanizzazione, in specie da impiegare per obiettivi di tutela e di riqualificazione ambientale;
3 - Promuovere la multifunzionalità e la pluriattività nelle aree agricole, in particolare affidando alle imprese agricole la fornitura di beni e servizi diretti alla manutenzione dei beni comuni;
4 - Tutelare le risorse naturali a garanzia della biodiversità con la collaborazione di agricoltori destinatari di misure fiscali agevolate;
5 - Avviare un piano di opere e infrastrutture dirette alla messa in sicurezza e alla stabilita' del territorio, anche utilizzando risorse già destinate alle cosiddette grandi opere rimaste incompiute o non autorizzate;
6 - Introdurre un complesso di misure creditizie e fiscali in grado di incidere sul costo del lavoro al fine di favorire l'assunzione di giovani nonché sostenere l'acquisto dei prodotti green;
7 - Affermare il valore della precauzione e della prevenzione nella modalità di utilizzazione delle risorse, con particolare riguardo all'impiego di tecnologie innovative;
8 - Promuovere lo sviluppo delle agroenergie tramite impianti di microgenerazione e di piccola taglia operanti nel raggio di una filiera corta con utilizzo prevalente di residui di produzione presenti sul territorio;
9 - Salvaguardare l'uso della risorsa idrica attraverso l'incentivazione di modalita' razionali di irrigazione attraverso il riutilizzo delle acque e la costruzione di piccoli invasi;
10 - Promuovere le pratiche che consentano di aumentare e mantenere la fertilità organica del suolo e il sequestro di carbonio;
11 - Costruire un quadro trasparente di regole nella comunicazione al consumatore delle caratteristiche degli alimenti, della loro origine territoriale e delle modalita' dei processi di produzione al fine di promuovere scelte responsabili;
12 - Promuovere l'agricoltura biologica e le altre attivita' di elevata qualita' ecologica per salvaguardare le aree rurali, incrementare il reddito delle attivita' agricole, fermare la fuga dei giovani dalle campagne e incrementare l'occupazione giovanile;
13 - Migliorare l'attenzione alla legalita' nel settore agricolo e nei territori rurali e montani, ponendo a servizio della collettivita' risorse e uomini con la capacita' di analizzare, investigare e penetrare le nuove frontiere della criminalita' anche attraverso la moderna e rivisitata funzione del poliziotto di campagna.
L'agricoltura biologica occupa oggi in Italia 48mila persone e opera sul 9% di superficie coltivata; i prodotti ad alta valenza qualitativa e ambientale vantano un export in crescita che raggiunge i 30 miliardi.
Insomma, il sistema agricolo italiano è portatore di un modello di sostenibilità e di qualità legate ad un territorio ammirato ed imitato nel mondo. La qualità agroalimentare italiana è certamente pregio organolettico, eccellenza salutistica, per il legame fondamentale con la dieta mediterranea, ma è anche capacità di evocare bellezze, culture e tradizioni ed espressione del saper fare e saper innovare.
Tutto questo si esprime con il concetto di Made in Italy, che non indica un modello economico protezionistico ma una proiezione nel futuro di un grande sistema di valori.