LAVORO-Formazione: botteghe di mestiere per 3.300 ragazzi
Italia Lavoro sta realizzando un progetto per l'inserimento nel mercato del lavoro dei giovani. Il progetto, che si inserisce nelle attività che Italia Lavoro sta realizzando per conto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali per promuovere e valorizzare il lavoro artigianale e l'apprendistato, prevede di creare una bottega in ciascuna provincia italiana, per un totale di 110, nella quale formare con tirocini in 3 cicli della durata di 6 mesi ciascuno, 10 ragazzi per ciclo, per un totale di 3.300 giovani che potrann imparare un mestiere e specializzarsi nei principali comparti del Made in Italy, attraverso percorsi di tirocinio di inserimento/reinserimento.
Infatti, l’artigianato può tornare a essere motore di nuova occupazione attraverso il recupero dei valori legati al lavoro, un obiettivo sempre più condiviso da tutti gli attori della vita economica e sociale del Paese se la modernizzazione del mercato del lavoro italiano passa anche attraverso l’investimento nel talento, nel merito e nella libera iniziativa e soprattutto in quel saper creare e trasformare beni di diretta utilità per l’uomo. La sfida riguarda la capacità di trasmettere alle nuove generazioni le tante virtù delle professioni legate al lavoro artigianale, che hanno sempre rappresentato la spina dorsale dell’economia italiana, e che rischiano di scomparire.
Secondo una recente elaborazione della Cgia di Mestre (Associazione Artigiane Piccole Imprese) l’elenco delle professioni in “via di estinzione” include una serie di mestieri artigiani come i pellettieri, i valigiai, i borsettieri, i falegnami, gli impagliatori, i muratori, i carpentieri, i lattonieri, i carrozzieri, i meccanici auto, i saldatori, gli armaioli, i riparatori di orologi e di protesi dentarie, i tipografi, gli stampatori offset, i rilegatori, i riparatori di radio e Tv, gli elettricisti, gli elettromeccanici, gli addetti alla tessitura e alla maglieria, i sarti, i materassai, i tappezzieri, i dipintori, gli stuccatori, i ponteggiatori, i parchettisti e i posatori di pavimenti.
Questi tornano ad essere i “mestieri cassaforte”, i passepartout per il successo in tempo di crisi. È in questo scenario che si inserisce l’iniziativa “Botteghe di Mestiere”, modello sperimentale di formazione on the job, che si propone di favorire la riscoperta, da parte dei più giovani, dei mestieri manuali.
"La finalità - si legge nella nota - è quella di individuare un vero e proprio modello di 'Bottega di Mestiere', rappresentato da un'impresa o da un aggregato di imprese, operante nei comparti produttivi propri della tradizione italiana, in grado di favorire la trasmissione di competenze specialistiche verso le nuove generazioni, rafforzare l'appeal dei mestieri tradizionali, favorire il ricambio generazionale e stimolare la nascita di nuova imprenditoria, stimolare lo sviluppo di reti su base locale, attivare un virtuoso percorso di inserimento nel mercato del lavoro mediante la combinazione di tirocinio e di apprendistato. Le botteghe scelte in questa prima tornata -grazie anche alla positiva collaborazione delle Regioni - e che potranno avviare le proprie attività una volta che saranno selezionati i giovani (nel corso dei prossimi 60 giorni) sono così distribuite sul territorio: 2 in Abruzzo, 2 in Emilia Romagna, 3 in Friuli VG, 2 in Liguria, 8 in Lombardia, 6 nelle Marche, 11 in Piemonte, 3 in Puglia, 3 in Sardegna, 2 in Toscana, 1 per la Prov. Autonoma di Trento, 1 in Umbria, 2 in Valle d'Aosta e 5 in Veneto. A questa prima selezione - precisa la nota - hanno risposto 1.200 aziende per 181 botteghe. Entro un mese si darà corso ad una nuova selezione per individuare una seconda serie di botteghe".