Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Il “bilancio del capitale intangibile” di Banca Agrileasing

28/04/2004 36093 lettori
5 minuti

Il 7 aprile scorso, presso il palazzo della Borsa di Milano, Banca Agrileasing (società di leasing del Credito Cooperativo) ha presentato il suo primo “bilancio del capitale intangibile” relativo all’anno 2001-2002, illustrandone al contempo il metodo di misurazione adottato.

 

In che cosa consiste questo documento?

 

Innanzitutto va chiarito che cosa si intende per “capitale intangibile”, altrimenti detto “capitale intellettuale”. Nel suo libro La nuova bussola del manager, F. D’Egidio lo spiega molto chiaramente. Come sappiamo, il valore di mercato di un’azienda è diverso dal valore complessivo dei suoi asset fisici: questo perché un’azienda è composta da risorse sia tangibili che intangibili. Le risorse intangibili, spesso confuse col capitale intellettuale stesso, in realtà non ne sono che il prodotto, nonché il prodotto dell’interazione tra capitale intellettuale e capitale finanziario; esempi di risorse intangibili sono il brand, la fedeltà del cliente etc. Servendosi di un a metafora, D’Egidio spiega che le risorse tangibili e intangibili sono come le cellule che compongono un essere umano, mentre il capitale intellettuale è lo spirito, l’anima di quel corpo.

Il capitale intellettuale si compone di quattro elementi:

1.      il capitale umano: un’organizzazione è composta innanzitutto da persone, le quali contribuiscono al suo successo grazie alle loro competenze e alla loro motivazione.

2.      il capitale di relazioni sociali: queste persone, poi, stabiliscono delle relazioni e uniscono le loro forze per conseguire un bene comune, il successo dell’organizzazione.

3.      il capitale strutturale: oltre che dalle persone, l’organizzazione è composta anche da strutture (stiamo sempre parlando di elementi immateriali!), da una specifica cultura e dalla capacità di rinnovarsi.

4.      il capitale relazionale: un’organizzazione, infine, detiene contatti e rapporti di varia natura, non solo di tipo contrattuale, con l’ambiente che la circonda – in questo senso parliamo di contatti e rapporti con gli stakeholder.

 

In sostanza, dice D’Egidio, il capitale finanziario di un’organizzazione può essere visto come il prodotto del suo capitale intellettuale, dovuto a centinaia e centinaia di relazioni ripetute; detto in altro modo, “il vero flusso di creazione di valore parte (…) dai valori delle singole persone, per tradursi poi, alla fine del processo, in valore di scambio tra persone.”

 

Per tornare al progetto di Banca Agrileasing (il quale, come si vedrà, non è che una rielaborazione del modello appena presentato), questo è composto da 3 dimensioni:

1.      Capitale Relazionale

2.      Capitale Strutturale

3.      Capitale Umano

misurate in base a 15 variabili, per un totale di 187 indicatori (ogni variabile viene a sua volta misurata secondo un certo numero di indicatori).

Il Capitale Relazionale è valutato in base a variabili del tipo “rapporto con il mercato delle Banche di Credito Cooperativo” e “grado di soddisfazione e fedeltà dei clienti”; per il Capitale Strutturale si hanno variabili come “produttività” e “tempo di stipula”; per il Capitale Umano, infine, variabili del tipo “presenza femminile” e “competenza emotiva”.

 

Viene a questo punto da chiedersi quale sia la differenza tra questo tipo di bilancio e il cosiddetto “bilancio sociale”, che già da tempo è stato adottato da molte aziende. Sempre D’Egidio, spiega come in realtà il bilancio dell’intangibile possa essere visto come l’evoluzione del bilancio sociale. Infatti, mentre il bilancio sociale è focalizzato sulle relazioni dell’azienda con l’ambiente, ed adotta quindi un approccio stakeholder-oriented, il bilancio dell’intangibile, focalizzandosi sul valore e consentendo quindi l’investigazione di tutte le dimensioni che creano valore, adotta invece un approccio olistico e si rivolge ad un pubblico tanto esterno quanto, e qui sta la novità, interno. L’idea è insomma quella di fornire nuovi dati utili alla valutazione complessiva di un’azienda.

 

Gloria Pericoli

 

Riferimenti

F. D’Egidio, La nuova bussola del manager, edito da Etas nel 2003.

Gloria Pericoli
Gloria Pericoli

Per conoscermi visita il mio sito: www.glogloria.net