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Il digitale terrestre e il mito del pluralismo

26/04/2004 16991 lettori
5 minuti

Articolo fornitoci da Scidecom.org (www.scidecom.org)  

Nei mesi passati tutti quanti ci siamo domandati almeno una volta cosa diavolo fosse la televisione digitale terrestre (o DTT), esaltata nelle pubblicità da uno slogan molto accattivante e al tempo stesso misterioso: “multicanale, interattiva, gratuita”. Cerchiamo di capirci qualcosa.

Funzionalità e vantaggi del digitale terrestre.

ll Digital Video Broadcasting terrestre è un sistema di diffusione del segnale tv in modo binario che permette di ricevere canali digitali con la comune antenna, non avremo più un segnale in forma continua come un’onda, ma campionato a intervalli fissi trasformando le immagini analogiche in sequenze di numeri. Per vedere i canali tv in digitale su un comune apparecchio serve uno strumento che trasformi il segnale digitale in analogico, chiamato set-top-box, o decoder digitale terrestre, o ricevitore digitale terrestre (a meno che non si disponga già di un televisore predisposto a tale ricezione); ce ne sono molti in commercio, più o meno con le stesse funzioni, anche se sarebbe meglio trovarne uno con capacità di memorizzare fino a 200 canali, con almeno una presa scart, un’uscita audio, un modem integrato per l’utilizzo della pay tv, una porta seriale per l’aggiornamento software e il supporto per i formati video 3:4 - 16:9 e dotato di un hard disk interno (non meno di 40 gb) per la registrazione, oppure di un masterizzatore DVD.

Lo Stato ha addirittura previsto un incentivo all’acquisto di 150 euro a cittadino, con un tetto massimo di 110 milioni di euro, quindi chi si adegua subito ha la possibilità di spendere meno, gli altri si arrangino.

Tra i vantaggi va sicuramente considerata la migliore qualità del segnale audio-video, paragonabile quasi a quella di un Dvd, e poi la moltiplicazione dei canali: se ne potranno vedere fino a 220 circa sfruttando lo standard di compressione Mpeg-2 che permette di trasportare sulla stessa ampiezza di banda di un canale analogico quattro o cinque canali digitali ad alta definizione.
Infine l’aspetto forse più importante (e discusso), l’interattività: collegando un decoder di nuova generazione (il set-top-box già menzionato) all'antenna di casa, al doppino telefonico (ma forse che in questo caso bisognerà pagare per essere collegati?) e al vecchio televisore, si potrà , o almeno così promettono, registrare anche un qualsiasi film in forma digitale su un disco rigido contenuto nel decoder stesso e trasferirlo in un secondo momento sul proprio elaboratore di casa e masterizzarlo, e non è difficile immaginarsi un futuro in cui sorgeranno parecchie controversie su questi ultimi punti. Si tratta in poche parole di un accesso alla rete tramite un device molto più rudimentale rispetto a un pc, e che per questo potrebbe invogliare una grossa fetta di persone a sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Sarà possibile accedere anche a un teletext molto più completo e navigabile come una pagina web, consultare un gran numero di servizi informativi (orari dei treni, notizie sulla viabilità locale, etc etc), giocare in rete con altri utenti e compiere operazioni di homebanking. Fra l’altro in questi giorni è stato dato il la a un progetto (www.dttlab.it) che inizierà a fine mese a Torino, proprio sulle potenzialità interattive della tv digitale. Entro la fine di febbraio infatti un campione di famiglie e imprese della provincia di Torino – un centinaio di soggetti per inziare– potrà partecipare alla prima sperimentazione di televisione digitale interattiva su territorio piemontese. In particolare, a questi utenti selezionati verrà data la possibilità di accedere tramite un set-top-box ad un pacchetto di servizi che si presenterà, appunto, sotto forma di applicazioni interattive.

Ma si può ancora sognare il pluralismo?

Dopo tutti i clamori destati dalla corsa estiva all’acquisto (sconsiderato) delle frequenze analogiche di tv minori da parte di RAI e Mediaset e dal travaglio della legge Gasparri (“per quanto attiene al rispetto del pluralismo dell'informazione, appare non in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale” come dar torto a Ciampi), le notizie sul segnale digitale terrestre sono diventate sempre più rarefatte e confuse. Eppure stiamo parlando di una rivoluzione storica nel sistema televisivo italiano, che coinvolge tutti quanti e ci coinvolgerà ancora più negli anni a venire, visto che nel 2006 il segnale analogico sarà completamente sostituito da quello digitale, come stabilito dalla legge 66 del 2001 varata dal Parlamento Europeo., Certo, saremo tra i primi nel vecchio continente a disporre di questa tecnologia, andata incontro a un brutto flop (in versione pay tv) nel Regno Unito, ma la tv digitale garantirà la presenza di un maggiore pluralismo, così come ha sostenuto e sostiene il nostro governo? Allo stato attuale delle cose si può parlare al massimo di una possibilità di pluralismo radiotelevisivo italiano persa forse in modo irreparabile. Le cifre esorbitanti necessarie per acquistare una frequenza digitale, i relativi strumenti di trasmissione e per iniziare le sperimentazioni dei multiplex, hanno tagliato fuori dal mercato del DTT praticamente tutti gli editori medio piccoli, fagocitati dai pesci grossi, così sono rimasti i soliti noti a spartirsi la torta: la Rai, Berlusconi e Tronchetti Provera. Non è un caso dunque che le prime e uniche sperimentazioni siano realizzate proprio da Mediaset, Rai e Telecom, che stanno testando le nuove piattaforme digitali sia per se stessi che per offrirle agli altri operatori: chiunque vorrà entrare nel nuovo business sappia fin d’ora che dovrà sostanzialmente chiederne l'accesso all'attuale tripolio, pagando fior di euro. A più di un mese dal lancio ufficiale della piattaforma pubblica, durante i festeggiamenti del cinquantenario, e dall’inizio delle trasmissioni degli altri grandi gruppi, non si può ancora certo affermare che il segnale DTT abbia coperto tutta l’Italia, e visti i costi elevatissimi ci vorrà ancora un po’ di tempo, basta dare un’occhiata agli elenchi, regione per regione, di tutti i canali digitali terrestri Rai, Mediaset e Telecom attivi, resta poi sempre alto il dubbio su cosa esattamente si potrà fare con questa nuova tecnologia, soprattutto a livello di interattività. Non ci resta, tanto per cambiare, che aspettare per vedere come si evolveranno le cose e sperare che il duopolio analogico Rai- Mediaset non si ripeta anche nel digitale.

Link utili:

Il Libro bianco sulla televisione digitale terrestre completo.
L'abc di ciò che potrà diventare il nuovo modo di guardare la tv:
http://www.agcom.it/provv/libro_b_00/librobianco00.htm

Schema di regolamentorelativo alla radiodiffusione terrestrein tecnica digitale:
http://www.conna.it/Leggi/schema_Tv_dig_terr.htm

Tecnica trasmissione televisiva digitale:
http://www.abe.it/dtv-i.php

Dettagli sul contributo statale per l'acquisto dell'apparecchiatura:
http://www.digitale-terrestre.com/public/digitale-terrestre/contributo-statale.asp

 
 
 Autore: Ariele Basteris


 

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