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L'enfasi sui contenuti a scapito degli schieramenti.

13/12/2012 6265 lettori
5 minuti
L’abitudine quotidiana di verificare i contatti - sarebbe stato interessante poter registrare anche la “qualità” e la provenienza – mi porta a considerare l’efficacia della lettura sistematica, quasi rituale, del profilo nella mia pagina web: il fine evitare di essere indotto in tentazioni e perseguirne le aspirazioni. Rifacendomi al «mantra» tendo ad esercitare i due aspetti che lo caratterizzano: il primo sta a significare che tutto ciò che si è ascoltato o letto deve entrare profondamente nella mente; il secondo aspetto vuol dire che ciò che è entrato nella mente, in essa deve essere fissata e conservata. Dedico spesso parte del mio tempo nella ricerca di elementi con carattere organizzativo al conseguimento di una logica plausibile. Mi avvalgo della rete e mi soffermo a riflettere, per trarne indicazioni: di volta in volta interessanti e/o coinvolgenti. E proprio con l‘intento di approfondire e memorizzare il più possibile stabilmente, che rivedo e riporto all’occorrenza gli argomenti più efficaci. È il momento in cui la nostra società abbisogna di visioni innovative e legalità: valori di cui innanzitutto, necessità adesso la politica.
 
Si ha molto rispetto per la politica, così come si crede che in un paese civile e democratico non si possa fare a meno dell’apporto dei partiti. Si ha bisogno di «uomini della sintesi», in grado di praticare la difesa degli interessi legittimi, non perdendo di vista la «stella polare» del bene comune. La mancanza di persone che si facciano portatori d’idee, di una visione di un progetto è il dramma di questa delicata fase della storia italiana. I tavoli della «decisione» troppo spesso scontano questo deficit di presenza e di competenze. La politica non sta dando il buon esempio ed è giusto che la classe imprenditoriale senta il bisogno di reagire. Per uscire da questa fase negativa ci vogliono ricette importanti, coraggiose e soprattutto uomini competenti, che abbiano la capacità di prendere delle decisioni. L’arte del governo ha spesso «generato mostri», come è stato ricordato molto bene, mentre la pratica delle altre arti dello spirito ha fatto crescere l’estetica, il gusto del bello, il saper vivere. L’iniziativa è legata alla necessità di cambiare la politica, in particolare di individuare il profilo del buon politico in modo che anche dalla pratica di quest’arte nobile, ma oggi screditata, possano scaturire esiti positivi per il destino della collettività.[1]
 
Per quanto ciò possa apparire paradossale (e «politicamente scorretto»), quasi tutti, in Italia e fuori, temono il momento in cui la «democrazia» si riprenderà le sue prerogative. Perché c'è in giro tanta paura della democrazia? «Perché, a torto o a ragione, è diffusa la convinzione che le forze politiche fra le quali si distribuiranno i voti degli italiani, siano tutte inadeguate, costitutivamente incapaci di perseverare nelle politiche di risanamento che la crisi ha reso necessarie». Che si parli di possibile «grande coalizione» (ossia, di un governo Monti bis) dopo le elezioni, la dice lunga su quanto siano consapevoli delle proprie inadeguatezze le stesse forze politiche. Per la prima volta, da quando esiste la democrazia in Italia, le forze politiche che contano dovrebbero applicare le istruzioni contenute nel «Manuale del Bravo Democratico». Il manuale del bravo democratico dice che le campagne elettorali non si conducono a colpi di promesse generiche ma di progetti specifici. Un progetto specifico è tale se chiarisce chi verrà premiato e chi verrà penalizzato. È tale se viene applaudito da alcuni e fa imbufalire altri.
 
Se una campagna elettorale venisse così condotta, si tratterebbe, in un certo senso, di una vittoria postuma di Ugo La Malfa (l'enfasi sui contenuti a scapito degli schieramenti era l'essenza della pedagogia politica di La Malfa). La «lamalfizzazione» delle forze politiche comporterebbe uno strappo radicale rispetto alla tradizione. In Italia, da sempre, le campagne elettorali vengono condotte combinando prese di posizione ideologiche contro il «nemico» e promesse generiche. L'ideologia (i vari «ismi»: l'anticomunismo, l'antiberlusconismo, eccetera) serve a compattare «i nostri», le promesse generiche, non scontentando nessuno, servono per sommare clientela a clientela. Passare dal metodo «ideologia + promesse generiche» al metodo «progetti specifici» sarebbe una rivoluzione: obbligherebbe, per esempio, a radicali cambiamenti di stile politico e comunicativo.[2]
 


[1] I manager possono dare molto alla politicadi Mario Cardoni - Direttore Generale Federmanager
[2] Angelo Panebianco Chi ha paura della clessidra
 
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.