Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Il segno artistico: affinità e diversità.

05/02/2013 11283 lettori
4 minuti
Saussure ha definito il segno, un’entità essenzialmente arbitraria. «Ciò che nel segno è “figura di pensiero”, cioè l’idea, non ha nessun legame originario e naturale con la “figura di parola”, cioè con l’espressione destinata a rendere l’idea di dominio comune. Né tantomeno l’idea è collegata metafisicamente al trascendente o al naturale, ma, così come l’espressione visibile o udibile che la rappresenta, ha un valore puramente convenzionale e utilitaristico, quindi sociale. Questa «doppia arbitrarietà» fa sì che nulla di originariamente metafisico o naturale sia inerente al segno e, quindi, ciò che determina il suo utilizzo è esclusivamente il significato immanente, mondano. Saussure ebbe invece riserve metafisiche riguardo al simbolo, definendo qualcosa che non è mai totalmente slegato da un significato universale o naturale. Il segno del linguaggio parlato e scritto è diverso, ha un altro carattere (e funzione) rispetto al simbolo, infatti, non è altro che una delle forme dell’elaborazione psichica comune e della vita sociale di tutti gli uomini di una determinata comunità. Ciò che bisognerà analizzare del segno linguistico sarà unicamente il suo legame a questa elaborazione psichica e a questa società, tralasciando aspetti trascendentali e naturalistici, men che meno universali, che sarebbero fuorvianti». (illimitatezza segnica)
 
La presenza delle diverse valenze artistiche, fa sì che sia possibile mettere a confronto diversi linguaggi artistici: dal figurativo, all'astrazione coloristica, al sensorialismo materico, alla ricerca geometrico/colorista, alla sperimentazione, al simbolismo, alla metafisica, al realismo concettuale, all’espressionismo e l’impressionismo; di denuncia, di richiamo alla mitologia, al naif, alla grafica. È la sottolineatura di questo confronto che fa emergere l’importanza della collaborazione per il buon esito di una manifestazione che ha come oggetto lo scambio culturale attraverso l’espressione artistica soggettiva. «Trattando per analogia il segno artistico, e il sistema di linguaggio in cui è inserito (il linguaggio dell’arte), anche se non si può troppo rigidamente applicare la struttura di Saussure perché non tutti i segni artistici, soprattutto quelli simbolici e tradizionali, sono arbitrari, e che il rapporto/contrasto tra loro conti relativamente, si possono però considerare l’importanza delle differenze di segno e la ricaduta di queste sul valore semantico. Senza tralasciare l’importanza della quantità e della qualità di tali differenze». 
 
Sono rare nel nostro territorio – è stato detto – le occasioni di condivisione culturale in cui dall’unione dei singoli nascono input per progetti che possono coinvolgere amministrazioni e cittadini. È stato anche detto che solitamente avvengono scelte fatte di proposito su temi, nell'arte contemporanea, per simboleggiare una voglia di speranza. Andando per mostre son capitate altre letture di critica sul sistema dell’arte favorevole a una curatela volta all’organizzazione, i cui eventi fossero anche una sorta di piattaforma di comunicazione tra le persone: un linguaggio che si possa comprendere, e che permetta alle persone di ricevere conoscenza. Qualcosa che possa dipendere sia dal contesto sia dall’istituzione artistica pronta o meno per un lavoro sociale. «Le mostre in quanto tali, sono qualcosa che possiamo utilizzare per esporre l’arte. La questione, piuttosto, è come farlo». Sono di questi giorni occasioni, felicemente riuscite, d’iniziative che continuano a credere nel lavoro collettivo e nella necessità del confronto.
 
Peraltro, come già sostenuto in esperienze precedenti, è in tutta evidenza la precarietà dei comportamenti sociali, ambientali e di economia politica, nell’abbandono dei «valori di salvaguardia del bene comune». Continua incalzante il sollecito all'iniziativa culturale supplita da una conoscenza condivisa ed emotivamente coinvolgente basata su un sistema produttivo e competitivo il cui successo e la cui crescita possa essere la conseguenza, trasparente e partecipata, di aver saputo capitalizzare in rispetto ai propri cittadini. D’altro canto, al riguardo troviamo ammirevole l’entroterra culturale formatosi con le grandi mostre a Como. Una menzione sulla stratificazione sociale però è d’obbligo: «La stratificazione non è un fattore universale, se non inteso come una naturale misura adottata dalle classi dominanti per mantenere lo status quo contro le classi inferiori, entrambe in un continuo conflitto. Accanto alla gerarchia di classe, su base economica, esiste quella di appartenenza politica, fondata sul potere, e quella di ceto, legata alla cultura. L’oggetto culturale resiste al tempo - diceva Hannah Arendt - ed aggiungeva: «un oggetto è culturale, in quanto sopravvive a qualsiasi utilizzo abbia potuto presiedere alla sua creazione». Oggi non più; il sistema economico spinge avanti velocemente, ed anche le opere d’arte devono essere ammirate, usate, fruite velocemente e poi essere sostituite con nuove opere.
 
 
Foto: ideanet.it
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.