QRB: Una rapida lettura del codice a barre.
Dopo il lancio e poi il successivo approdo sulla Luna, due astronauti, uno sovietico, l’altro americano, nel dover prendere appunti per riportare tutto ciò che riuscivano a trovare sul suolo lunare, hanno trovato grosse difficoltà in quanto una comune penna «terrestre» non era in grado di tracciare sul foglio. Per far fronte a questo problema si dice che i sovietici hanno optato per una semplice matita, così da non dover fare i conti con l’inchiostro e la gravità, mentre gli americani hanno speso milioni di dollari per progettare una «penna spaziale». Una penna composta di una cartuccia sigillata che rilascia inchiostro solo sotto una determinata pressione con la capacità di scrivere sia se posta sottosopra, sia se posta sott’acqua o ancora anche se viene esposta a temperature estreme: insomma un vero gioiellino. La penna che ha aiutato gli uomini sbarcati sulla luna. Curiosa e singolare realizzazione comparabile, per altro verso, al metodo artistico sviluppato mediante l’uso della penna Biro. «Quando la Ragione incontra la Biro» mostra personale dell’artista Matteo Galvano 16 – 30 maggio 2013 a cura della Dott.ssa Roberta Macchia In collaborazione con Galleria Estense Arte di Cernobbio.
Con la sua arte in splendida forma grazie alla meticolosità nell’uso della penna Biro l’Artista dà godimento estetico distinguendo fra «ben fatto» e «bello»: ci fa conoscere più che bellezza «belle fattezze». Esistono molti tipi di tecniche pittoriche, che si differenziano sia per i materiali e gli strumenti usati sia per le superfici sulle quali è eseguita l'opera. Le prime superfici sulle quali l'uomo realizzò primitive forme d'arte pittorica, geometrica e figurativa, furono le pareti di una caverna oppure di una casa o di un tempio. Soggetto comune a tutte le opere di Galvano eÌ «l’architettura, intesa come opera dell’ingegno umano, oltre che disciplina avente come scopo l’organizzazione dello spazio in cui l’essere umano vive, la sua quotidianità». Gli ordini architettonici sono elementi costruttivi composti. È l’insieme delle regole di base alle quali l’artista rappresenta lo spazio su superficie piana. «Dell’architettura egli evidenzia il mistero di ciò che contiene e la trasparenza di tutto ciò che la circonda».
Una tecnica che lascia stupiti, meravigliati, incantati per quanto è insolita nel campo artistico: dal segno più nero alla sfumatura più chiara fino al colpo di luce assoluto, tutto e solo grazie alla penna biro. Si usa definire la propensione di un artista a privilegiare, esasperandolo, il lato emotivo della realtà rispetto a quello percepibile oggettivamente. Atteggiamento estetico secondo il quale scopo di un’opera d’arte è anzitutto quello di esprimere i sentimenti e la visione del mondo dell’autore: l’artista non dovrà dunque sforzarsi di riprodurre fedelmente la realtà, ma sarà libero di manifestare le proprie reazioni emotive di fronte a essa enfatizzando o distorcendo alcuni aspetti. Dell’architettura Matteo Galvano «evidenzia il mistero di ciò che contiene e la trasparenza di tutto ciò che la circonda, regalando a lui stesso e a chiunque decida di immergersi in un suo quadro, la piena libertà d’immaginazione circa qualsiasi cosa possa essere presente intorno a ciò che già eÌ rappresentato, intorno a quelle misteriose architetture che sembrano dissolversi nella luce».
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La penna che ha aiutato gli uomini sbarcati sulla luna
Quando la ragione incontra la biro
La penna biro di Adele Ceraudo