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QRB: Una rapida lettura del codice a barre.

13/05/2013 8365 lettori
4 minuti

Dopo il lancio e poi il successivo approdo sulla Luna, due astronauti, uno sovietico, l’altro americano, nel dover prendere appunti per riportare tutto ciò che riuscivano a trovare sul suolo lunare, hanno trovato grosse difficoltà in quanto una comune penna «terrestre» non era in grado di tracciare sul foglio. Per far fronte a questo problema si dice che i sovietici hanno optato per una semplice matita, così da non dover fare i conti con l’inchiostro e la gravità, mentre gli americani hanno speso milioni di dollari per progettare una «penna spaziale». Una penna composta di una cartuccia sigillata che rilascia inchiostro solo sotto una determinata pressione con la capacità di scrivere sia se posta sottosopra, sia se posta sott’acqua o ancora anche se viene esposta a temperature estreme: insomma un vero gioiellino. La penna che ha aiutato gli uomini sbarcati sulla luna. Curiosa e singolare realizzazione comparabile, per altro verso, al metodo artistico sviluppato mediante l’uso della penna Biro. «Quando la Ragione incontra la Biro» mostra personale dell’artista Matteo Galvano 16 – 30 maggio 2013 a cura della Dott.ssa Roberta Macchia In collaborazione con Galleria Estense Arte di Cernobbio.

Con la sua arte in splendida forma grazie alla meticolosità nell’uso della penna Biro l’Artista dà godimento estetico distinguendo fra «ben fatto» e «bello»: ci fa conoscere più che bellezza «belle fattezze». Esistono molti tipi di tecniche pittoriche, che si differenziano sia per i materiali e gli strumenti usati sia per le superfici sulle quali è eseguita l'opera. Le prime superfici sulle quali l'uomo realizzò primitive forme d'arte pittorica, geometrica e figurativa, furono le pareti di una caverna oppure di una casa o di un tempio. Soggetto comune a tutte le opere di Galvano eÌ «l’architettura, intesa come opera dell’ingegno umano, oltre che disciplina avente come scopo l’organizzazione dello spazio in cui l’essere umano vive, la sua quotidianità». Gli ordini architettonici sono elementi costruttivi composti. È l’insieme delle regole di base alle quali l’artista rappresenta lo spazio su superficie piana. «Dell’architettura egli evidenzia il mistero di ciò che contiene e la trasparenza di tutto ciò che la circonda».

Una tecnica che lascia stupiti, meravigliati, incantati per quanto è insolita nel campo artistico: dal segno più nero alla sfumatura più chiara fino al colpo di luce assoluto, tutto e solo grazie alla penna biro. Si usa definire la propensione di un artista a privilegiare, esasperandolo, il lato emotivo della realtà rispetto a quello percepibile oggettivamente. Atteggiamento estetico secondo il quale scopo di un’opera d’arte è anzitutto quello di esprimere i sentimenti e la visione del mondo dell’autore: l’artista non dovrà dunque sforzarsi di riprodurre fedelmente la realtà, ma sarà libero di manifestare le proprie reazioni emotive di fronte a essa enfatizzando o distorcendo alcuni aspetti. Dell’architettura Matteo Galvano «evidenzia il mistero di ciò che contiene e la trasparenza di tutto ciò che la circonda, regalando a lui stesso e a chiunque decida di immergersi in un suo quadro, la piena libertà d’immaginazione circa qualsiasi cosa possa essere presente intorno a ciò che già eÌ rappresentato, intorno a quelle misteriose architetture che sembrano dissolversi nella luce».

 

Source

La penna che ha aiutato gli uomini sbarcati sulla luna

Quando la ragione incontra la biro

La penna biro di Adele Ceraudo

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.