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Parolario 2013: il «sogno» porti consiglio.

05/09/2013 10486 lettori
5 minuti

«Parolario» è uno degli sparuti festival letterari che si azzardano a darsi un tema. Così Roberto Borghi sul quotidiano il Giornale. Di solito si tratta di un macro-tema, una sorta di categoria dello spirito in grado a dialogare con l'attualità, come nel caso dell'edizione corrente, dedicata nientemeno che al «sogno».

Lo studio e l'analisi dei sogni inducono a riconoscere un tipo di funzionamento mentale avente leggi e meccanismi diversi dai processi di pensiero che sono oggetto di studio della psicologia tradizionale. Si può notare in ciò la peculiarità attribuita al pensiero, come qualcosa di straordinariamente semplice, che rende possibile oggetti complessi: nel senso cioè che l'attività del pensiero si manifesta nel comporre oggetti, in altre parole pensare significa pensare oggetti composti. Da questo punto di vista, l'attività del pensiero è ciò che è all’origine degli oggetti pensati, pur essendo della loro stessa sostanza.

A volte capita di acquisire consapevolezza del fatto che ci si trovi in un sogno. Essendo coscienti del fatto che tutto l'ambiente è una creazione della nostra mente, è possibile manipolare a piacimento gli oggetti e gli eventi del nostro sogno. Alcune persone, definite "sognatori lucidi naturali", hanno la capacità di rendersi conto di trovarsi in un sogno senza applicare tecniche particolari. Al contrario, molte persone ricercano queste esperienze impegnandosi nell'applicazione di alcune tecniche che possono aiutarli nel raggiungere l'obiettivo.

Dal vocabolario vivo dalle parole parlate il «Parolario»: la lingua italiana cambia continuamente. Nuove parole, nuove locuzioni e modi di dire arrivano ogni giorno dalla televisione, dal gergo giovanile, dall'informatica, dalle lingue straniere, dai dialetti e dai tanti linguaggi di settore. Alcune parole cadono in disuso ed altre nascono e si sedimentano giorno dopo giorno. Il «Parolario» raccoglie continuamente le nuove tendenze nella lingua di tutti i giorni e le organizza come in un vocabolario. Il «Parolario» si fa, parlando, si è i primi fautori di questi cambiamenti. Il «Parolario», tiene conto di tutti questi cambiamenti e cambia con loro. Ecco perché lo si può definire vivo, perché è sempre in crescita e mai completo.

 

Foto: dalla rete «L'istruzione di Sacro e civile nel ghetto di Roma»

Fonte di supporto: Wikipedia

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.