Parolario 2013: il «sogno» porti consiglio.
«Parolario» è uno degli sparuti festival letterari che si azzardano a darsi un tema. Così Roberto Borghi sul quotidiano il Giornale. Di solito si tratta di un macro-tema, una sorta di categoria dello spirito in grado a dialogare con l'attualità, come nel caso dell'edizione corrente, dedicata nientemeno che al «sogno».
Lo studio e l'analisi dei sogni inducono a riconoscere un tipo di funzionamento mentale avente leggi e meccanismi diversi dai processi di pensiero che sono oggetto di studio della psicologia tradizionale. Si può notare in ciò la peculiarità attribuita al pensiero, come qualcosa di straordinariamente semplice, che rende possibile oggetti complessi: nel senso cioè che l'attività del pensiero si manifesta nel comporre oggetti, in altre parole pensare significa pensare oggetti composti. Da questo punto di vista, l'attività del pensiero è ciò che è all’origine degli oggetti pensati, pur essendo della loro stessa sostanza.
A volte capita di acquisire consapevolezza del fatto che ci si trovi in un sogno. Essendo coscienti del fatto che tutto l'ambiente è una creazione della nostra mente, è possibile manipolare a piacimento gli oggetti e gli eventi del nostro sogno. Alcune persone, definite "sognatori lucidi naturali", hanno la capacità di rendersi conto di trovarsi in un sogno senza applicare tecniche particolari. Al contrario, molte persone ricercano queste esperienze impegnandosi nell'applicazione di alcune tecniche che possono aiutarli nel raggiungere l'obiettivo.
Dal vocabolario vivo dalle parole parlate il «Parolario»: la lingua italiana cambia continuamente. Nuove parole, nuove locuzioni e modi di dire arrivano ogni giorno dalla televisione, dal gergo giovanile, dall'informatica, dalle lingue straniere, dai dialetti e dai tanti linguaggi di settore. Alcune parole cadono in disuso ed altre nascono e si sedimentano giorno dopo giorno. Il «Parolario» raccoglie continuamente le nuove tendenze nella lingua di tutti i giorni e le organizza come in un vocabolario. Il «Parolario» si fa, parlando, si è i primi fautori di questi cambiamenti. Il «Parolario», tiene conto di tutti questi cambiamenti e cambia con loro. Ecco perché lo si può definire vivo, perché è sempre in crescita e mai completo.
Foto: dalla rete «L'istruzione di Sacro e civile nel ghetto di Roma»
Fonte di supporto: Wikipedia