Ragioniamo insieme.
Coinvolgente l’iniziativa insegnata, sul sito «Osservatorio.Economico.Italiano» e potuta rilevare dopo aver cliccato "Mi piace" sul sito stesso. Un grande tema, di organizzazione politica: «Il benessere e l'industrializzazione dell'Italia sono stati un traguardo recente, raggiunto dal dopo guerra fino agli anni '90. Da vent'anni l'Italia subisce un progressivo impoverimento. Il sistema crolla. Ragioniamo insieme su cause e soluzioni». Sensibile all’argomento passo a correlare la proposta alla mia intenzione di avvalermi del tempo libero per capire modi e maniere di organizzare le nuove conoscenze, se non per scopi risolutivi, per comunicare sensibilità e attenzione alla causa comune.
Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi; e per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria. Laddove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo saranno fondamenta della conoscenza. Per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, in cui il singolo sarà, liberamente e consapevolmente parte di un tutto. Così finivo il mio profilo quando ho deciso di creare La mia pagina Web.
Essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, evidentemente è stata una “ambizione” certamente non ben resa comprensibile, o magari “presunzione” fraintesa, proprio in quel tanto di “diverso” o se mi è consentito di “rivoluzionario”: dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura sono ritenute fondamenta della conoscenza per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avendo bisogno inevitabilmente dell’altro.
Continuo a trovare interessante ed in un certo qual modo distensivo, adoprarmi anche in mancanza d’interlocutore, in cerca di concetti e rappresentazioni su punti di vista che faccio miei suggerendoli sulla mia pagina Web, in attesa di commento e/o varianti, comunque disponibile per le elucubrazioni: significati reconditi che possono forse farmi capire le proprietà dirette ed indirette delle singole azioni. L’utilizzo dei materiali disponibili è visto come la “naturale” valorizzazione di una conoscenza liberamente e immediatamente disponibile. Da questo punto di vista, il criterio secondo il quale «conta solo ciò che è farina del proprio sacco» suona obsoleto[1].
In conformità a questa considerazione, lo sfruttamento sistematico d’internet permette a molti di scrivere in poco tempo brevi dissertazioni interessanti, salvo il fatto che sono quasi per intero mere riproduzioni. Il punto é che, se si accetta l’idea per cui, nella società dell’intelligenza collettiva, non conta tanto quello che sappiamo come singoli individui, quanto ciò cui possiamo avere accesso navigando sulla rete, allora ne consegue la crescente irrilevanza e il tendenziale abbandono delle pratiche del pensiero e della conoscenza che passano attraverso la meditazione per un’interiorizzazione critica della conoscenza.
Lo sfruttamento sistematico d’internet permette la messa in discussione del concetto che «non esiste vera conoscenza già codificata e disponibile per essere passivamente appresa dagli individui». Ogni qualvolta che s’intraprende un nuovo progetto o a seguito di nuove disposizioni per mutare strategia, inizia la fase di studio con l’impegno di apprendere la concezione: conoscere il complesso di elementi ed assimilare i contenuti. La conoscenza dipende dall’ambito in cui si produce. Per altro, se si accetta che debba essere creata, per definizione diventa dipendente da chi la crea e dal processo che a tale scopo è utilizzato.