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Ragioniamo insieme.

17/10/2013 11150 lettori
4 minuti

Coinvolgente l’iniziativa insegnata, sul sito «Osservatorio.Economico.Italiano» e potuta rilevare dopo aver cliccato "Mi piace" sul sito stesso. Un grande tema, di organizzazione politica: «Il benessere e l'industrializzazione dell'Italia sono stati un traguardo recente, raggiunto dal dopo guerra fino agli anni '90. Da vent'anni l'Italia subisce un progressivo impoverimento. Il sistema crolla. Ragioniamo insieme su cause e soluzioni». Sensibile all’argomento passo a correlare la proposta alla mia intenzione di avvalermi del tempo libero per capire modi e maniere  di organizzare le nuove conoscenze, se non per scopi risolutivi, per comunicare sensibilità e attenzione alla causa comune.

 Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi; e per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria. Laddove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo saranno fondamenta della conoscenza. Per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, in cui il singolo sarà, liberamente e consapevolmente parte di un tutto.  Così finivo il mio profilo quando ho deciso di creare La mia pagina Web.

Essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, evidentemente è stata una “ambizione” certamente non ben resa comprensibile, o magari “presunzione” fraintesa, proprio in quel tanto di “diverso” o se mi è consentito di “rivoluzionario”: dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura sono ritenute fondamenta della conoscenza per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avendo bisogno inevitabilmente dell’altro.

Continuo a trovare interessante ed in un certo qual modo distensivo, adoprarmi anche in mancanza d’interlocutore, in cerca di concetti e rappresentazioni su punti di vista che faccio miei suggerendoli sulla mia pagina Web, in attesa di commento e/o varianti, comunque disponibile per le elucubrazioni: significati reconditi che possono forse farmi capire le proprietà dirette ed indirette delle singole azioni. L’utilizzo dei materiali disponibili è visto come la “naturale” valorizzazione di una conoscenza liberamente e immediatamente disponibile. Da questo punto di vista, il criterio secondo il quale «conta solo ciò che è farina del proprio sacco» suona obsoleto[1].

 In conformità a questa considerazione, lo sfruttamento sistematico d’internet permette a molti di scrivere in poco tempo brevi dissertazioni interessanti, salvo il fatto che sono quasi per intero mere riproduzioni. Il punto é che, se si accetta l’idea per cui, nella società dell’intelligenza collettiva, non conta tanto quello che sappiamo come singoli individui, quanto ciò cui possiamo avere accesso navigando sulla rete, allora ne consegue la crescente irrilevanza e il tendenziale abbandono delle pratiche del pensiero e della conoscenza che passano attraverso la meditazione per un’interiorizzazione critica della conoscenza.

 Lo sfruttamento sistematico d’internet permette la messa in discussione del concetto che «non esiste vera conoscenza già codificata e disponibile per essere passivamente appresa dagli individui». Ogni qualvolta che s’intraprende un nuovo progetto o a seguito di nuove disposizioni per mutare strategia, inizia la fase di studio con l’impegno di apprendere la concezione: conoscere il complesso di elementi ed assimilare i contenuti. La conoscenza dipende dall’ambito in cui si produce. Per altro, se si accetta che debba essere creata, per definizione diventa dipendente da chi la crea e dal processo che a tale scopo è utilizzato.

 

 

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.