Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

L’impresa come vocazione

06/11/2013 9847 lettori
5 minuti

Un buon imprenditore, e soprattutto un retto uso della ricchezza: virtù che per molti è più difficile possedere rispetto alla capacità di diventare ricchi. Con una pionieristica ed ispirata opera, Michael Novak spiega il vero motivo di successo di tanti imprenditori: hanno risposto ad una vocazione che produce bene comune. È solo con la diffusione di questo costruttivo spirito imprenditoriale che si può combattere con efficacia la povertà. Utopistico, se si vuole, ma certamente coinvolgente.

«La vera forza morale del capitalismo sta nella sua capacità di promuovere la creatività umana. È in nostro potere creare e diffondere nuovo benessere: noi stessi – noi uomini – siamo la prima fonte della ricchezza delle nazioni». La creatività umana è la prima risorsa donataci dalla natura: rimuovere la repressione istituzionale che la opprime, è l'immane compito cui ci invita l'etica cattolica. Sono in tanti in Italia i giovani che hanno il pallino, il chiodo fisso di fare impresa, ma poi solamente una piccola parte di questi riesce concretamente a realizzare i propri progetti e a dare sfogo alla propria «vocazione imprenditoriale».

Si stenta a capire e metabolizzare i fondamentali della nuova fase del processo di accumulazione capitalistica, dove sono le imprese molto innovative a base tecnologica a far maturare e sviluppare nuove opportunità di business e d’investimento facendo leva sullo sfruttamento di nuova conoscenza. Su questo fronte in Italia siamo molto in ritardo e le conseguenze si vedono, con la crescita che langue e le crisi aziendali che aumentano. Occorre imprimere una svolta in senso microeconomico all’azione guardando in particolare alla nuova imprenditorialità innovativa che ha un punto di forza nel saper fare trasferimento tecnologico in senso imprenditoriale, con una capacità d’interazione, da un lato con la ricerca e dall’altro il mercato con le imprese grandi e piccole già esistenti, svolgendo un ruolo di ponte fra questi due mondi.

Interessante l'incontro organizzato da ComoNext  nel Parco Scientifico Tecnologico di Lomazzo, esauriente la relazione dell'avvocato Stefano Lava dello Studio Associato NCTM di Milano, sulle tematiche principali, attinenti le start-up innovative introdotte dal Decreto Legge del 18.10.2012 n. 179. Un’appendice degna di nota: «la locuzione usata dal legislatore (start-up innovative) individua una serie di norme, anche in deroga al codice civile, dovrebbero servire ad agevolare la nascita di nuove imprese, anche giovanili. Le peculiarità di questa normativa è data dal fatto che segue la nuova impresa dalla nascita alla fine della stessa(…) Le disposizioni della presente sezione intendono contestualmente contribuire allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale, alla creazione di un ecosistema maggiormente favorevole all'innovazione, così come a promuovere maggiore mobilità sociale e ad attrarre in Italia talenti e capitali dall'estero».  

 

 

Fonte: Parchi Scentifici Tecnologici Start-up iniziative imprenditoriali.

Foto:   gioventu.org

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.