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Otto Dicembre singolare concomitanza.

03/12/2013 8647 lettori
4 minuti

Primarie aperte del Partito che va a eleggere il suo segretario e la sua assemblea nazionale. Il voto avviene alla fine di un lungo percorso, che vede coinvolti migliaia di circoli - cellule del partito un tempo -, in un dibattito aperto e appassionato che coinvolge tutti quelli che vogliono partecipare e dare il proprio contributo. «Svilisce che i partiti ne parlino solo in termini di convenienza particolare, e non colgano il portato della questione: le regole del voto sono un asse, un pilastro dal quale si capisce se si vuole incoraggiare o scoraggiare la partecipazione». La qualità dell’impegno civile e sociale è recriminata a ogni piè sospinto, per poi magari confonderla con scelte surrogate, impegnati come si è in complessi calcoli conclusi solo ad attenuare o sovrastimare il peso di eventuali sconfitte o possibili vittorie. «Tutti gli ultimi dati sull’astensione, in fondo, sono un j’accuse preciso all’inerzia dei partiti e all’affidabilità delle istituzioni stesse».

«Non è vero, infatti, che la partecipazione sia morta, che le persone si mobilitano solo per interessi particolari o localistici, che si è perso l’afflato verso il bene comune, verso un disegno complessivo del Paese e della comunità che lo abita». Corre il pensiero librandosi quale leggero aliante dalla liscia superficie del lago ai dolci declivi che dal colle al mare identificano, seppur in onirica visione, il suolo natio. Da “Aspirante” timido giovinetto mi associava, con ardita fede e araldo della Croce, alle balde e salde schiere nella più santa famiglia della terra. Un’associazione di Azione cattolica che annualmente, l’otto Dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, ci si tesserava al grido di «Qual falange di Cristo Redentore / la gioventù cattolica in cammino / la sua forza è lo Spirito Divino, / origine di sempre nuovo ardor / e ogni cuore affronta il suo destino. / Bianco Padre che da Roma / ci sei meta luce e guida, / in ognun di noi confida/su noi tutti puoi contar…».

È di questi giorni un articolo del presidente nazionale Ac Franco Miano, in cui tra l’altro scrive. «In Azione cattolica stiamo rinnovando un’esperienza che si ripete ogni tre anni: le elezioni degli organismi democratici dell’associazione su base parrocchiale. Riporto alcune caratteristiche di questo voto: l’apertura delle “urne” è preceduta da riunioni programmatiche in cui sono coinvolti tanto i bambini quanto gli anziani, passando per gli adolescenti, i giovani e gli adulti; sono elettori attivi i ragazzi dai 15 anni in su (l’impatto formativo di questa esperienza è, per loro, formidabile); gli incarichi sono di durata triennale e rinnovabile una sola volta, senza alcuna deroga; le funzioni “esecutive” sono esercitate non da “un solo uomo al comando” ma da un presidente insieme con un consiglio espressione dell’assemblea (e ovviamente, per la natura ecclesiale dell’associazione, insieme al parroco). La stessa “procedura”, con le stesse regole, si ripeterà nei prossimi mesi a livello diocesano, regionale e nazionale, coinvolgendo circa 300mila soci e altrettanti simpatizzanti i quali, pur esclusi dal voto, sono coinvolti in pieno nella fase programmatica…».

Seppur insolita concomitanza le due esperienze, quella associativa e quella politica, non siano paragonabili né sovrapponibili, si vuol fare notare che per altro verso a molti, nel Paese, piacerebbe che fosse questo lo spirito con cui mettere mano alla riforma dei partiti e delle istituzioni. Ci si continua a chiedere quanto l’inglesismo sia veramente entrato nel linguaggio nostrano; quanto la giusta maniera di esercitare con la dovuta forza e rappresentatività, sia propria a chi ha la responsabilità di amministrare il tanto necessario conclamato rinnovamento economico  finanziario, legislativo e culturale. Che le imprese innovative fossero una delle leve fondamentali per lo sviluppo economico del Paese era già chiaro da anni agli addetti ai lavori, un po’ più arduo pare il facilitare la nascita e la crescita di “queste imprese”, se non si tiene presente che con il termine “start-up” s’identifica l'operazione e il periodo durante il quale si avvia un'impresa.

 

Immagine: acimola

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.