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La giornata di soggiorno Parigina.

03/01/2014 7988 lettori
4 minuti

Quotidiano giro nel «Parc Monceau» - un parco pubblico nell'ottavo dipartimento di Parigi – sempre più rare le camminate sul Viale dei Campi Elisi, frequenti visite culturali e considerazioni su edifici e monumenti per quanto possibili. Causa la confutazione sul blasone di una delle vie cittadine, una chiosa è d’obbligo durante la solita lunga camminata della «Rue du Faubourg Saint-Honore»: strada in questione. A seguire, col desiderio di sapere, mi avvalgo di opportuni aggiornamenti descrittivi: pur trattandosi di una stretta via, si trova nel centro di Parigi, tra i giardini delle «Tuileries» e l’«Eliseo». Lungo questa via (e nelle vie laterali) si possono ammirare le vetrine delle marche più famose al mondo e magari concedersi un caffè in qualche bar piuttosto raffinato (attenti al prezzo!). Questa strada è l'ideale per chi ha voglia di scatenarsi nello shopping più sfrenato, ma a prezzi notevolmente alti.

È d’uopo un cenno sui «Faubourgs»: erano prominenti a Parigi durante i primi sforzi di industrializzazione del diciannovesimo secolo. La parte meridionale della Senna è stata una prima espansione fuori città, quando furono demolite le fortificazioni e fatto affidamento sui tram a cavallo. L’«Haussmann Paris» ha cancellato molte tracce di antichi sobborghi e il termine banlieue è stato poi coniato. Molte strade parigine hanno conservato la loro antica denominazione nonostante la crescita della città, oggi è ancora possibile scorgere delimitazioni pre-milleottocentosessanta a Parigi, segnando il punto dove il nome di un viale cambia  da «rue a rue du faubourg». Ad esempio, la rue du Faubourg Saint-Denis usato per essere situato al di fuori delle mura della città ed era un'estensione della Rue Saint-Denis all'interno delle mura.

La «Rue du Faubourg Saint-Honoré» è nata in un modo simile: è una strada nel primo dipartimento di Parigi. Prende il nome dalla chiesa di «Saint-Honoré» situata in tempi antichi all'interno dei chiostri di «Saint-Honoré». La strada, sulla quale si trova un certo numero di musei e boutique di lusso, si trova vicino ai giardini «Tuileries» e il mercato «Saint-Honoré». Come molte strade nel cuore di Parigi, «Rue Saint-Honoré», com’è ormai noto, fu realizzata già nel Medioevo o poco prima. La strada, un tempo, proseguita oltre le antiche mura della città in quello che era il «faubourg»: una zona al di fuori della città. Tale prosecuzione è stata infine nominata «Rue du Faubourg Saint-Honoré».

A concludere un cenno su «Parc Monceau».

La risurrezione del parco avvenne con la ristrutturazione urbanistica di Parigi realizzata dal Barone Haussmann per Napoleone III. I terreni degli Orléans furono infatti acquistati dalla città di Parigi nel milleottocentocinquantadue e rivenduti in parte ai fratelli Pereire, che vi localizzarono la lottizzazione di lusso dell'ottavo dipartimento, concordando tra l'amministrazione e i costruttori la modalità d'uso del parco.

Il comune si impegnò a non consentirvi l'apertura di locali pubblici di alcun genere, né alcuna edificazione, mentre agli acquirenti dei lotti confinanti con il parco (alcuni dei quali vi avevano un accesso privato) si impose di mantenere una distanza di quindici metri tra l'edificato e il confine, estendendo in questo modo lo spazio visivo del giardino pubblico. All'inaugurazione, celebrata il 13 agosto 1861 da Napoleone III in persona insieme con quella del Boulevard Malesherbes, l'arco trionfale innalzato per l'occasione celebrava la «Parigi restaurata, abbellita e ingrandita», che era l'obiettivo ideologico della rivoluzione urbanistica «haussmanniana», e trovava nel «Parc Monceau» e nel tessuto del nuovo lussuoso quartiere circostante una perfetta esemplificazione.

 

 



Immagine: ponte in stile veneziano sul canale artificiale che attraversa il Parco

Fonte: wikipedia.org

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.