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Udite! Udite! All’accademia di Belle Arti di Palermo.

10/03/2014 11661 lettori
4 minuti

Nuove tecnologie e applicazioni digitali per l'arte. M’intrica e a un tempo mi commuove dover osservare un titolo di studio conseguito, presso l'Accademia  di Belle Arti di Palermo, da un giovane che ha ottenuto il massimo voto e la lode accademica, mio conterraneo. I Longo, nei miei primi venti anni furono nel vicinato i più prossimi e caritatevoli, due quadri indicativi, manifesto l’uno, recondito l’altro: attigui i «bàgghi» / cortili di casa; solerti nel recapito del latte dopo la mungitura delle poche capre di loro proprietà. Ora tutto è cambiato, fermo restando il toponimo “via Gorizia”, le case si sono ingrandite sopraelevandole e le generazioni si sono raddoppiate o triplicate, in base allo standard considerato per indicare la durata media temporale di generazione in generazione. Eccellenza accademica per Basilio Longo che è stato coinvolto nella produzione di un documentario finanziato dal Comune di Palermo.

Nuove tecnologie e applicazioni digitali per l'arte: il vero e più interessante «prodotto scientifico» riguarda la produzione di un film documentario che dura cinquantadue minuti. Il film, cui ha lavorato Basilio  Longo, non si limita ad analizzare la controversa realtà politica locale, ma mostra l'intreccio di culture, religioni, tradizioni differenti che ormai hanno radicato sul territorio siciliano, e in particolare condizionato la vita quotidiana del nostro capoluogo. La Sicilia, come avviene ciclicamente nella nostra storia millenaria, subisce ancora una volta, influenze di popoli e di culture diverse che stanno cambiando il volto della società ma che allo stesso  tempo sono rielaborate in maniera unica e originale. Basilio Longo, rappresenta un’opera nuova, non solo perché si tratta di un documentario che parla di una Palermo nascosta quasi invisibile, ma anche perché conduce a riconsiderare le pretese di verità, e perché apre le case e il vivere quotidiano della popolazione.

Nuove tecnologie e applicazioni digitali per l'arte: «é un rischio fare documentari oggi - racconta Basilio -specialmente se questi lavori nascono per essere distribuiti al cinema e sopratutto perché, nella nostra realtà, il filmato documentario deve poter competere con gli effetti della TV e spesso ci si ritrova con un pubblico poco abituato a questo genere di filmati. Tuttavia è il cinema della realtà ed è sulla realtà delle cose che occorre riflettere, anche quelle più crude, magari con l'occhio imparziale della telecamera, perché hai la fortuna di imprimere una testimonianza e quindi di imparare qualcosa».

Alla domanda quali siano i suoi progetti per il prossimo futuro, Basilio confida che andrà in Inghilterra, nella città di Manchester per un po' di mesi, e poi in autunno «fuori dall'Europa». È fatale ormai, l’esodo è un dato di fatto: prescinde da ogni legame affettivo e/o valore di cittadinanza. Peraltro l’Italia ha proprio una condanna sul piano della competitività, perché il recupero dei «saperi essenziali» non si fa semplicemente con i soldi, e tantomeno con le chiacchiere e le vuote polemiche. «Ci vogliono soldi, competenze, organizzazione». È pur vero che non esiste una «ricetta» per trovare lavoro ma ci sono alcuni passaggi che possono favorire il buon esito della ricerca.

 

Fonte:     FurianoBlog

Imagine: Accademia delle Belle Arti di Palermo

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.