DiCinema: la nuova Hollywood
Se femminilità vuol dire ammiccare felicemente a quella prerogativa che appartiene alla grazia di chi sà essere donna e amante, compagna di vita e spregiudicatezza senza meriti, possiamo attingere senza inibizioni in quella alcova femminile di titoli che hanno celebrato la sensualità, senza danneggiare l’equazione “seduzione vuol dire emozione”, per aprire un autentico scrigno di perle rare che passano dal “classicismo” espresso da The Angel wore red (La Sposa bella, accompagnata dal campanilismo di De Sica) all’Alta Società immersa nei vocalizzi di Bing Crosby e Grace Kelly, a cui la Kidman deve gran parte del meglio di essere attrice. Nicole Mary, australiana d’importazione (è nata a Honolulu, Hawaii) è uno dei simboli contemporanei di quel cinema caro a tutti, dal voyeurismo tenace di chi la preferisce negli esordi professionali caratterizzati in Da Morire di Gus Van Sant (la stessa attrice nel primo provino, sotto la tutela di Pat Wilson, per apparire nel proprio videoclip musicale) ai pacchetti da blockbuster commerciali per i più giovanissimi, e tra i migliori preferiamo Giorni di Tuono (Tony Scott alla regia, con il marito Tom Cruise), Cuori Ribelli di Ron Howard e il Bat Man Forever firmato Joel Schumacher. I cardini essenziali della propria filmografia rimangono il clichè elaborato dal noire Malice – il sospetto, diretto da Harold Becker, psicothriller sul dramma essenziale giocato nel triangolo celebrato dal giallo poliziesco, e il più sofisticato Ritratto di Signora, tratto dal romanzo di Henry James, orchestrato da una Jane Campion, abile regista precedentemente supportata da un analogo dramma intimista d’epoca con Lezioni di Piano. Note di sentimentalismo che possono riportare in voga il melodramma in salsa commedia, con un My Life che abbraccia i tempi attuali, al fianco di Michael Keaton. Il cuore cinematografico di Stanley Kubrick batte con un capolavoro filmato in coppia con il marito Cruise, nel Eyes Wide Shut che ha fortificato la narrazione di un regista abile nel sublime preconfezionato, dove sesso e potere vengono analizzati in quella sottile linea psicologica che non turba visivamente l’immagine degli attori. Classe di attrice e abile cantante che vengono avvalorate e ufficialmente scoperte con il magnifico Moulin Rouge!, musical cinematografico che scandisce i tempi di un ottimo Luhrmann, replicando le prodezze del Romeo+Giulietta, trovando in Ewan McGregor un degno partner di altrettanta capacità canora. Preambolo al successivo Oscar ottenuto con The Hours, nella parte della scrittrice Virginia Woolf, attribuendole una caratterizzazione devota alla mimica necessaria alla psicologia del personaggio stesso, nel dramma relegato al pensiero della scrittrice, “Storie di donne che si accontentano di restare vive per gli altri, perchè al fondo di ogni vita rimangono le ore, una dopo l’altra”. Di spicco rimangono anche le parentesi fantasy, in un bellissimo kolossal per i più piccoli, La Bussola d’Oro, diretto da Chris Weitz e il rifacimento “soap” di Vita da Strega, nel monito della serie televisiva omonima. Tutto per riedificare la propria abilità, partecipando nel valzer di Nine, moderno restyling felliniano dedicato al cineasta italiano e nel celebrativo semi-biopic Australia, al fianco di un Hugh Jackman, oggi celebrato nel pluricandidato Les Misèrables, omaggio al musical da cineasti degni del cinema contemporaneo, nel nome di Tom Hooper. La stessa classe che l’ha scelta per il ruolo di Grace, omaggio alla diva e principessa Kelly, in quella favola triste che ha scritto le più belle pagine del cinema mondiale.