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Come cavalcare le onde di questo immenso mare chiamato internet.

18/02/2015 10161 lettori
5 minuti

Come può capitare a chi naviga e cerca «di cavalcare le onde di quest’immenso mare chiamato internet», anche a me da subito m’è parso di calarmi nel ruolo attivo, in verità non del tutto coinvolto, di un «processo al quanto dinamico e a sua volta, erompente di comunicatività piena di vita». Magari intriso di un qualche zelo generazionale, ho cercato spunti di riflessioni in base alla conoscenza tacita che è propria; forte di una derivante intuizione, continuo a predispormi, per un possibile apprendimento, verso quei contenitori di conoscenza esplicita che capitano nel corso della vita. «L’oceano d’internet è pieno di rotte impervie, bisogna avere occhi acuti e senso critico, ma soprattutto bisogna avere un punto da cui salpare».

 Il concetto di conoscenza tacita, così com’è proposto da Nonaka e Takeuchi è generalmente accettato dalla comunità di coloro che si occupano di gestione della conoscenza, anche se sono state avanzate riserve sull'utilizzo che ne è stato fatto, oscillando tra la sistemazione di tale concetto in una dimensione ineffabile della conoscenza (ripresa dalla cultura zen) e l'attribuzione ad esso di una connotazione banalmente pragmatica di «conoscenza non ancora codificata». 

Si preferisce in generale oggi - come già sembrava suggerire Karl Polanyi - raggruppare le due dimensioni, tacita ed esplicita, della conoscenza nella categoria del «sapere pratico», elaborato da una comunità di attori sociali in conformità a risorse cognitive ed orientamenti comportamentali situati, non contrapposto al sapere esplicito di natura tecnico professionale di cui la comunità dispone, ma costruito da esso, attraverso pratiche condivise nella vita della comunità. Tale impostazione, che mette in primo piano, il concetto di comunità di pratica, ha trovato tra i principali interpreti lo studioso e consulente aziendale di origine svizzera Étienne Wenger che è diventata un nuovo punto di riferimento per la pratica del knowledge management (gestione della conoscenza).

 

Fonte: http://goo.gl/meEHA9  http://goo.gl/6oc4zQ

Foto :  http://goo.gl/kotIb2

 

Contestualmente in scena - Odissea: Le sirene, Scilla e Cariddi. Ad ogni mortale le sirene offrono ciò che desiderano e ad Odisseo offrono la conoscenza: Noi tutto sappiamo di quanto avvenne sulla terra…  http://goo.gl/w1fpbm

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.