Location Is (Still) Everything
Location Is (Still) Everything. The Surprising Influence of the Real World on How We Search, Shop, and Sell in the Virtual One è un libro di David R. Bell, professore a Wharton, uscito per Amazon Publishing nel 2014.
Il libro propone una tesi semplice ma che colpisce per la sua forza: le condizione geografiche e di contesto fisico hanno ancora un impatto determinante anche in un mondo altamente digitalizzato, e anzi influenzano le nostre attività online (oltre che il viceversa, che oggi ci risulta più intuitivo).
Il suo framework si basa sull’acronimo Gravity, dove:
G significa Geografia – Il luogo dove viviamo determinano in larga misura le nostre preferenze e il modo in cui usiamo Internet
R significa Resistenza – Internet viene utilizzato per rimuovere le frizioni nella ricerca di prodotti (nelle grandi città) o attriti geografici legati alla distanza da chi vende (località più piccole)
A significa Adiacenza – Noi siamo simili ai nostri vicini e tendiamo a stabilirci a persone simili a noi venendo influenzati da loro
V significa Vicinity – spesso le vendite iniziali nascono dalla vicinanza spaziale, mentre una serie di successive vendite derivano da temi di somiglianza
I significa Isolamento – i venditori locali provvedono alla maggioranza delle persone di un luogo mentre la minoranza che resta isolata acquista on-line
T significa Topografia – le aliquote fiscali, i tempi di consegna, l’ambiente di shopping sono diversi in ogni luogo e influenzati dalle caratteristiche fisiche
Y significa You – se avete capito la forza del framework ed il fatto che il digital permette di aumentare una realtà fisica che mantiene la sua importanza, allora siete pronti a “diventare ricchi” costruendo su questo scenario il vostro progetto (leggete l’esempio di Warby Parker).
Difficile sintetizzare tutto il testo in poche righe, ma di certo si tratta di una lettura utile e stimolante che ci aiuta a capire da un punto di osservazione originale che il confine fra fisico e virtuale diventa sempre più labile. Questo non avviene però solo nel senso della digitalizzazione del reale ma anche nel rapporto dinamico tra le due dimensioni dell’esistenza.
Già ben più di qualche tempo fa avevo stressato molto il concetto di location e poi quello di contesto, che tuttora continuano a crescere di importanza grazie anche alle tecnologie che stanno maturando. Il tema del seamless, ossia del fatto che per il cliente tutti gli strumenti e canali ormai sono vissuti in una continuità di azioni, è almeno implicitamente interiorizzato da una larga fascia delle persone e dunque l’aspettativa è quella di non trovare problemi passando da un device all’altro, ma anche dall’esperienza digitale a quello di uno store, pena una customer experience deludente e la perdita del trust.
Ultimo ma non ultimo, un grande argomento è quello della misurazione attraverso i vari canali. Se ne potrebbe parlare a lungo, e non ho qui lo spazio. Evidenzio solo che già oggi si misura poco il mezzo singolo, a partire dal digitale, mentre la cultura degli analytics è e sarà una delle prossime skill chiave per poter contattare le persone in modo rilevante e contestualizzato.
Per concludere, le uniche controindicazioni del volume sono la forte identità neozelandese di Bell (lo scoprirete nei suoi esempi se leggerete il libro!) e un tono a volte po’ accademico rispetto a come ci abituano gli autori di business di scuola anglosassone. Ma questo non mi impedisce di consigliarvi la lettura.