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Irène Némirovsky rivela l'emotività più biografiche con 'Una pedina sulla scacchiera'

01/07/2015 16592 lettori
4 minuti

Una vita densa e amara, capace di diventare quel patrimonio che solo gli scrittori possono rivelare. Irène Némirovsky ha saputo incantare con quella voce dell'anima che galleggia soave tra le pagine dei suoi romanzi. Una vita segnata dai regimi ucraini e poi tedeschi, che non hanno mai lasciato in pace un'alcova famigliare deturpata della propria integrità. Il padre Leonid Borisovitch Némirovsky, ricco banchiere di San Pietroburgo, costretto a scappare con la propria famiglia per una taglia messa dai Soviet. Le ragioni? Quell'antisemitismo per una religione ebraica che ha fatto maturare sentimenti contrastanti nell'animo di una ragazza speciale, tramutando appunti e lettere in quel diario della vita che si trasforma con la grazia della fantasia. Personaggi caricaturali e tratteggiati dalla sua stessa incoerenza verso una religione che non ha mai sentito propria, francese d'adozione e con quella avidità di scoprire la vita attraverso la cultura. Laureatasi alla Sorbona alla Facoltà di Lettere, non smise mai di raccontare i sentimenti di una quotidianità così satura di vita, nel taglio duro e deciso di una mente geniale che rielabora i monologhi interiori di un'anima che traduce i gesti e le parole per farne sinfonia di romanzi scritti per la gente. Un padre dai natali incerti, con una capacità di amministrare e guadagnare immense fortune, scialacquate nel vizio del gioco ma che intagliano il carattere di Irène, costretta a stabilirsi in Finlandia per l'autorità ucraina, scoprendo i classici della letteratura in una biblioteca di Des Esseintes. Continui spostamenti tra la stessa Mosca e la Svezia per stabilirsi definitivamente in Francia (Suite francese, da cui è tratto l'omonimo film con Michelle Williams), dove incontra l'amore della sua vita, Michel Epstein. Una vita aristocratica che ha trasportato la sua indole sino all'estremo di Auschwitz, in quel campo di prigionia da cui il marito tentò inutilmente di strappare e che fu fatale per entrambi.

'I cani e lupi', 'Il ballo' e 'Una pedina sulla scacchiera'

"Che il tuo cadavere sia fatto a pezzi! Non avrai pace né riposo né una morte serena! Sia maledetta la tua discendenza! Siano maledetti i tuoi figli!" così apostrofa se stessa tra le pagine dei suoi romanzi più autobiografici. Ma è in “Una pedina sulla scacchiera” che Irene riversa i legami avuti nella vita privata, dai personaggi così simili alle persone che l'hanno formata e conosciuta. Il protagonista Christophe Bohun, figlio del magnate James, l'uomo che ha creato un impero ora nei risvolti del crollo della borsa che lo ha visto impotente nella strada del fallimento. Un uomo abulico nella sua grigia esistenza, affidata alla moglie Geneviève e alla cugina Murielle, nel suo amore fedele e remissivo nella perdita del proprio rapporto. Soli nella morte.

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.