Troppe parole difficili ?
«Oggi l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente. C’è un’interazione tra gli ecosistemi e tra i diversi mondi di riferimento sociale, e così si dimostra ancora una volta che il tutto è superiore alla parte ». Da qui, la condanna esplicita del paradigma tecno-scientifico, che con l’egoistica pretesa di risolvere da solo i problemi sociali ed ecologici, non tenendo conto delle relazioni che esistono tra le cose, non fa che crearne altri.
L’appello in questo caso è soprattutto culturale, teso al sano confronto tra le diverse teorie e discipline in vista di un bene comune. «È necessario ricorrere anche alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all’arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità. Se si vuole veramente costruire un’ecologia che ci permetta di riparare tutto ciò che abbiamo distrutto, allora nessun ramo delle scienze e nessuna forma di saggezza può essere trascurata, nemmeno quella religiosa con il suo linguaggio proprio».
L'Internet delle cose è vista come una possibile evoluzione dell'uso della Rete. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri.[1] Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete.[2] L'obiettivo dell'internet delle cose è di far sì che il mondo elettronico tracci una mappa di quello reale, dando un'identità elettronica alle cose e ai luoghi dell'ambiente fisico. Gli oggetti e i luoghi muniti di etichette comunicano informazioni in rete o a dispositivi mobili come i telefonini cellulari.[3] L'internet delle cose tende ad evolversi in modo parallelo e reciproco al web semantico.
La fisica quantistica è ormai alla base di tutta la Scienza. Oggi, infatti, le proprietà dei quanti non solo spiegano il mondo atomico e subatomico ma altresì decifrano numerosi aspetti relativi all'astrofisica e alla cosmologia e recentemente interpretano anche molteplici fenomeni inerenti la biofisica, la genetica e le neuroscienze. Nonostante ciò, sebbene il nostro mondo quotidiano sia quasi totalmente permeato dalle applicazioni della quantistica (transistor, lettori CD; laser, risonanza magnetica, microsonde chirurgiche...) e nonostante gli sviluppi concettuali di questa teoria siano tra i più innovativi degli ultimi 100 anni, la maggior parte degli italiani non sa quasi nulla di questa disciplina ed il suo insegnamento è in sostanza ignorato dai programmi scolastici (leggi).
Quest’apparente disinteresse nei confronti della Fisica Quantistica sembra sia dovuto non tanto alla difficoltà delle sue regole (che in verità per essere ben comprese richiederebbero una buona conoscenza della matematica) ma piuttosto alle sue implicazioni ideologiche così destabilizzanti da scardinare le fondamenta su cui poggiano tutti i concetti scientifici, filosofici ed etico-religiosi del nostro sapere.
Consecutiva a: http://goo.gl/6yjfZ6 Foto: https://goo.gl/76MASP
[1] P. Magrassi, Supranet in "Dizionario dell'economia digitale", a cura di V. Di Bari, Sole 24Ore Pirola, Milano, 2002
[2] Casaleggio Associati L'evoluzione di Internet of Things 2011
[3] (EN) Sean Dodson The net shapes up to get physical «The Guardian», 16 ottobre 2008