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Dimmi che budget hai e...

15/11/2016 12824 lettori
4 minuti

Oggi, spesso la parola magica è: «Dimmi che budget hai e… ti faccio un design to cost» e li vedi che vorrebbero fare l’impossibile con cento euro. Risico dire di no, perché abbassando i propri prezzi si abbassa il valore del lavoro dell’intera categoria. Per contro una domanda dalla rete: «Che cosa ne pensi di un cliente che, quando gli ho chiesto che budget aveva, mi ha accusato di volerlo spennare invece che aiutare? Scopriamo insieme come possiamo liberarci da tutte le insicurezze per mettere la giusta attenzione sul budget adeguato ai nostri standard professionali».

Il bilancio di previsione è un documento contabile che generalmente gli enti pubblici e privati sono tenuti a redigere, in cui vengono stabiliti gli atti di previsione relativi a un futuro bilancio, al fine di conseguire un determinato risultato. Esso viene anche detto budget. La struttura essenziale del budget (previsioni) ricalca lo schema del bilancio di esercizio (risultati) e non potrebbe essere altrimenti, in quanto devono poter essere confrontati. Una differenza fondamentale tra budget e bilancio è nel fatto che nel budget entrano in gioco anche le quantità (oltre ai valori monetari), sia nella stima dei ricavi sia nei costi delle risorse necessarie alla produzione e ai servizi. In piccole realtà aziendali i due schemi sono pressoché identici.

Quale che sia la complessità operativa dell'azienda il budget è composto da due parti principali: il «budget operativo», che illustra in sintesi il conto economico preventivo; il «budget finanziario», che illustra e dettaglia i flussi finanziari derivanti dalle previsioni economiche fatte, più gli investimenti e la cassa.

La strategia d'impresa è la «disciplina» che permette di progettare l'identità desiderata di un’impresa all'interno di un ambiente di riferimento e definire il piano attraverso il quale realizzare questa identità. È anche la disciplina che sta a fondamento dell'attività di valutazione di un’impresa. In dettaglio, essa suggerisce il processo attraverso il quale progettare l'identità dell'impresa; indica quali sono le dimensioni rilevanti dell'ambiente e dell'impresa e suggerisce i linguaggi da utilizzare per progettare l'identità d'impresa stessa.

Nei campi della gestione strategica, della strategia di marketing e della strategia aziendale, la strategia digitale è il processo durante il quale si definiscono la vision, gli obiettivi, le opportunità e le iniziative dell'azienda per massimizzare i benefici economici derivanti dall'uso delle tecnologie digitali all'interno dell'organizzazione. Questo processo include l'analisi degli aspetti interni ed esterni che costituiscono la strategia di adozione di queste tecnologie. Da una parte quindi le opportunità e i rischi che le tecnologie digitale potrebbero comportare, l'analisi del mercato, possibilità di collaborazione, descrizione di nuovi prodotti e/o mercati, ottimizzazione dei servizi e delle vendite, architetture tecnologiche e di processo dell'azienda, innovazione e governance; dall'altra la gestione delle relazioni con il mercato e con i clienti, quindi gli aspetti relativi al marketing, ai siti web, alle tecnologie mobili, eCommerce, agli strumenti social, ottimizzazione del sito e dei motori di ricerca, e alla pubblicità.

Ruolo preminente ai fini dell'adozione di una strategia digitale, è la stesura di un piano per l'innovazione digitale che consenta di tracciare le linee guida per giungere all'obiettivo strategico finale. Assume particolare importanza la preparazione del modello organizzativo aziendale ai fini dell'accoglimento delle nuove tecnologie digitali per giungere all'adozione di un vero e proprio modello di business digitale.

 

Fonti: Wikipedia  goo.gl/18kGKF   Immagine: goo.gl/isq4xK

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.