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Immagine fantastica o motivo e carattere meramente ipotetico: virtù immaginativa

23/11/2016 22387 lettori
4 minuti

Immaginativo era l’aggettivo che stavo considerando da un elenco strutturato in cui le parole sono raggruppate per somiglianza semantica, per altro immaginario sarebbe dovuto essere il compendio per assecondare la sostanza del film (Midnight in Paris). «Per incanto, l'aspirante scrittore si ritrova trasportato di novant'anni indietro nel tempo, nella mitica Parigi degli anni venti e della "Generazione perduta", su cui ha sempre fantasticato. Qui, per una notte, incontra gli scrittori e gli artisti che a quell'epoca soggiornavano a Parigi: lo scrittore Francis Scott Fitzgerald con la moglie Zelda, il compositore Cole Porter che prova la sua Let's Do It al pianoforte, Ernest Hemingway che gli offre lezioni di scrittura e di vita».

La somiglianza letterale tra due documenti è determinata dalla quantità delle parole in comune, in rapporto alle parole complessive dei documenti. Un testo è esattamente uguale a un altro quando utilizza esattamente le stesse parole, indipendentemente dalla sequenza delle stesse. La somiglianza semantica tra due documenti è invece più complessa. Due documenti sono semanticamente simili quando veicolano la stessa informazione o la stessa comunicazione. I due testi potrebbero anche utilizzare parole differenti. Pur essendo diversi da un punto di vista letterale, i due documenti hanno lo stesso significato e sono semanticamente somiglianti.

In Festa mobile, che è stato pubblicato dopo la morte sia di Hemingway che di Stein e dopo una faida letteraria che è durata gran parte della loro vita, Hemingway rivela che la frase "Generazione perduta" fu presa in prestito dal proprietario del garage che aveva in cura l'auto di Stein. «Quando un giovane meccanico non è riuscito a riparare la macchina in modo soddisfacente a Stein, il proprietario del garage gridò al ragazzo: siete tutta una generazione perduta». Stein, nel raccontare la storia di Hemingway, ha aggiunto: Questo è ciò che si è. Questo è ciò che tutti sono (...) tutti voi, giovani che avete prestato servizio nella guerra. «Voi siete una generazione perduta».

Per similitudine, un gioco che cambia, che fa capire l’importanza delle cose della vita, dei sogni in cui uno crede, della voglia di voler raggiungere a tutti i costi un obiettivo e che mostra come quello che considerava rilevante  forse non lo era davvero: «su tutti a cambiarlo nel profondo è l’incontro con la bellissima Adriana, già musa e amante di Picasso e del toscano Modigliani. In quel passaggio offerto al rintocco di una mezzanotte incorniciata dalle atmosfere bohémien di una capitale parigina sospesa tra i sogni del protagonista. Bohémien è un termine che esula da qualunque definizione di tipo ideologico o scolastico, tanto meno riguardo a una moda o un genere di abbigliamento».

Esso è, infatti, un epiteto assegnato a « quei poeti di genio che vivono la lacerazione fra sé in quanto letterato e artista, e dunque individuo, e la società, a causa dell'incomprensione da parte di quest'ultima del valore della propria arte, con un conseguente e spontaneo istinto alla provocazione, alla dissacrazione di valori precostituiti e del buon senso, ad un atteggiamento autoannichilente, distruttivo, e, ovviamente, asociale. La società costituisce una prigione per il Bohémien: essa avvilisce la fantasia, la volontà, l'immaginazione, inghiottisce e oblia ogni scintilla nella superficialità e nel vuoto; il risultato è un atteggiamento ribelle che si pone in sistematica opposizione ad ogni valore e costume del buon senso, unico modo per ritrovare una forma di libertà».

 

 

Fonti: wikipedia goo.gl/PX23No

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.