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La virtù come ricerca e scienza.

28/04/2017 16788 lettori
5 minuti

Autodidatta chi ha imparato da sé una disciplina, un'arte, un mestiere, senza frequentare scuole e senza l'ausilio di maestri. In mancanza di studi regolari è d’uopo ampliare la cultura necessaria. Nello svolgimento della gestione responsabile si è potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda. Lo studio d’autodidatta permette di apprendere determinati concetti in maniera totalmente indipendente, quindi senza dover necessariamente seguire alcun programma scolastico o universitario.

Per studiare da autodidatta, infatti, sono richieste delle particolari doti di apprendimento. Uno studio del genere richiede una certa metodologia: come studiare da autodidatta. Innanzitutto, bisogna sapere cosa si intenda per lo studio d’autodidatta. Piuttosto, l'autodidatta è colui che decide di imparare nuove nozioni per ampliare la propria cultura autonomamente e svincolato da qualsiasi costrizione. Con l'avvento dell'era digitale i linguaggi di programmazione sono aumentanti a dismisura. Ci sono diverse categorie di linguaggi di programmazione, ognuna studiata e strutturate per agevolare determinati compiti. Dal linguaggio macchina (quello inizialmente adoperato per programmare i primi calcolatori), si è passato all'assembler[1] e infine a linguaggi più semplici, che permettono a chiunque, senza particolari doti, di scrivere dei semplici programmi.

A sua volta, la pianificazione, il controllo e l’esecuzione, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. Aver potuto operare per committenti prestigiosi nel campo energetico ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo.  Si è chiuso il secolo.  Si approssima «un dominio che, se l’uomo non sarà in grado di compiere le scelte giuste, potrebbe rivelarsi catastrofico. La vita umana incomincia a cambiare radicalmente da quando le grandi forze che oggi si servono della tecnica, capitalismo in testa, capiscono che la tecnica guidata dalla scienza moderna è il mezzo più potente e che quindi va potenziato anche a scapito degli scopi che tali forze si prefiggono di realizzare. L’intelligenza artificiale è un capitolo di questa vicenda».

«Le nuove tecnologie sono come Lucifero». Per il filosofo Emanuele Severino, la tecnica, che si serve di strumenti sempre più potenti e avanzati come ad esempio i computer, è destinata al dominio. Un dominio che, se l’uomo non sarà in grado di compiere le scelte giuste, potrebbe rivelarsi catastrofico. Siamo a un bivio: Professore, i pc, i tablet e gli smartphone hanno cambiato il nostro modo di pensare e di vivere?

«Degli effetti sulla vita dell’uomo da parte delle nuove tecnologie si continua a parlare. Ma affinché queste parole non rimangano alla superficie è necessario che si sappia innanzitutto che cos’è la tecnica e fin dove essa si spinge. Intendo dire: è necessario che si vada oltre ciò che della tecnica possano riuscire a sapere la scienza e la tecnica stessa»…Le nuove tecnologie

 

Fonte: goo.gl/IsM6Nr

 


[1] Un assembler (assemblatore in italiano) è un software che trasforma le istruzioni mnemoniche dell'assembly in linguaggio macchina. Si tratta dunque di un compilatore per un particolare linguaggio assembly. Il termine assembler deriva dal fatto che le istruzioni vengono convertite e montate una accanto all'altra come se fossero in fila. Ci sono molti tipi di linguaggi assembly e di conseguenza diversi assemblatori: esistono gli assembler per programmare i microchip, per creare programmi sul Personal Computer, per telefoni cellulari, ecc. Questo perché un assemblatore produce linguaggi macchina per una specifica famiglia di processori (intel 8086, 80386, Motorola 68000, ecc.).

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.