Dimmi chi sei: Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti
Dimmi chi sei: Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti è un libro di Riccardo Scandellari, uscito nel 2020 per Roi Edizioni.
Ho pensato che fosse particolarmente interessante recensirlo in questa epoca strana dove al contatto di persona si sostituisce spesso una presenza virtuale, speriamo ancora per poco.
IL PERSONAL BRANDING
Infatti, citando la presentazione del volume, “Il web è dominato dal rumore di fondo, una perenne gara a chi urla più forte. Per questo il personal branding è diventato una delle attività e delle competenze trasversali più importanti per riuscire a emergere, distinguersi ed essere ricordati dai potenziali clienti o collaboratori”.
E questo è possibile solo grazie ad applicazione, costanza e qualità.
Il tema del personal branding non è nuovo ma mi ha sempre interessato molto, fin dai tempi in cui più di un decennio fa ne parlavo recensendo i libri di Sebastiano Zanolli e scrivevo dell’importanza del gestire la propria identità in rete.
Nel frattempo è aumentato di molto il rumore e nello stesso tempo l’ambizione di avere una grande visibilità in tempi rapidi e magari con uno sforzo limitato.
Purtroppo (o per fortuna) le cose non sono così semplici!
FAI UN INVESTIMENTO
È il “paradosso di Internet”. Cito sempre Riccardo quando dice che “promuoversi su Internet non è veloce né tanto meno gratis. Forse è accaduto in passato agli albori della tecnologia quando, sfruttando falle di sistema che ora sono state ampiamente rattoppate, si è beneficiato per un breve momento di una inattesa efficacia della tecnica. Oggi questo è impossibile”.
Serve infatti tempo, variabile secondi gli obiettivi che si hanno e che è necessario gestire come progressione di attività e capacità da sviluppare.
L’autore individua 4 obiettivi con una stima del tempo da impiegare:
- Essere trovato (2/4 ore al mese)
- Proporti a un determinato pubblico (30 minuti al giorno)
- Generare aspettative (1/2 ore al giorno)
- Essere un opinion leader (4/8 ore al giorno)
Una cosa che mi è saltata all’occhio subito come razionalizzazione di qualcosa che in forma magari più intuitiva già sapevo è la necessità di investire energie con costanza in questa attività.
Io stesso posto almeno contenuti sui social 2-3 volte al giorno, scrivo con cadenza bisettimanale sul mio canale Telegram e pubblico (troppo poco) un paio di post al mese su questo blog.
Serve tempo, serve costanza, serve produrre contenuti (spero) interessanti, originali o comunque ben selezionati da altre fonti.
E l’ho fatto ad oggi per quasi 20 anni.
CREARE ASPETTATIVE E SCEGLIERE IL PROPRIO PUBBLICO (E CHI SI VUOLE ESSERE)
Come dice Riccardo, essere un brand vuol dire essere una persona verso la quale gli altri nutrono aspettative.
Non serve dimostrare per forza di essere il migliore quanto più che altro di essere diverso, unico, meritevole di accedere a quel bene prezioso e raro chiamato attenzione.
Cui segue anche la fiducia, che difficilmente si conquista solo con un singolo video.
Tutto questo richiede studio del tipo di pubblico che si vuole ingaggiare e degli argomenti correlati, che auspicabilmente sono anche di proprio interesse.
Lo calo nella mia esperienza personale: io scrivo delle cose di cui mi occupo per lavoro e che per mia fortuna mi interessano molto, rivolgendomi ad un pubblico che non è enorme e generalista ma che trova beneficio lavorativo e personale dai miei spunti.
La passione in questa equazione è fondamentale, come scrive anche Scandellari, perché permette di trovare il tempo anche quando si è stanchi e oltre il momento del lavoro.
Ancora, si deve pianificare chi si vuole essere immaginando un to be a più anni, il che può sembrare scoraggiante ma è inevitabile per un posizionamento che sia vero è solido.
Infine, bisogna essere coraggiosi: Riccardo scrive spesso e non solo nel libro che molti gli chiedono se non si rende conto di regalare conoscenza e informazioni senza sapere se ne riceverà in cambio un beneficio economico.
Si potrebbero definire delle consulenze gratuite ma fanno parte della logica dell’investimento per creare una relazione credibile con il proprio pubblico, con quella componente di gioia aggiuntiva che deriva dall’avere migliorato una piccola parte della quotidianità dei lettori che è un’ulteriore fonte di motivazione (confermo!).
PERCHÉ LEGGERE QUESTO LIBRO ORA
Il libro è ancora più ricco di così e offre moltissimi spunti pratici che lascio al piacere della lettura individuale.
In queste righe spero di avere invece trasmesso la ragione per cui, collegandomi all’incipit iniziale, mi è sembrato appropriato fare questa recensione proprio ora e consigliare questo libro: il personal branding è una competenza più che mai importante ma non può essere improvvisata o ricercata velocemente e senza sforzo.
In un momento così critico e singolare, dove molti si sentono massimi esperti di una materia dopo aver letto un post su Facebook, urlano le proprie convinzioni discutibili su canali non appropriati (es. LinkedIn scambiato per il già citato Facebook) rendendosi ridicoli e poco attrattivi per le aziende e il rumore di fondo al massimo è davvero un’ottima lettura.