La pubblicità...va in bagno
Si sa, l'advertising in un periodo difficile come questo soffre della carenza di investimenti, unita alla saturazione degli spazi e dalla sempre più forte indifferenza del consumatore.
Per questo la pubblicità si avvia verso il bagno e non certo per sancire una fine ingloriosa, anzi!
L'idea di fare pubblicità nei bagni pubblici in effetti era venuta fuori già un paio di anni fa (cfr. http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_art=165) ma in Italia non ha avuto, finora, particolare fortuna.
Ben diversa però è la situazione a livello internazionale, infatti l'argomento pare tornato d'attualità e Panorama gli ha dedicato un articolo interno nel numero del 28 ottobre.
Il Paese precursore è stato il Canada, già negli ultimi anni '90, ma ora sembra che il nuovo canale sia stato sdoganato definitivamente in molti paesi quali Usa, Giappone, Nuova Zelanda e molti altri.
Diverse sono le strategie applicate: c'è chi come la Nintendo produce copriwater con il simbolo di un videogioco (aumentando tantissimo le vendite!) mentre in Nuova Zelanda si fa pubblicità progresso con una campagna contro la guida in stato d'ebbrezza attraverso pannelli interattivi che, a contatto con liquidi caldi (ehm…), si illuminano trasmettendo lo slogan.
Vi sembra una bizzarria e poco più che una curiosità?
Beh, la Indoor billboard association che riunisce circa 30 aziende specializzate nel settore parla di un giro d'affari attorno ai 50 milioni di dollari per il Nord America, con tassi di crescita del 20% l'anno.
Tanto è vero che oggi in bagno si pubblicizza di tutto, compreso l'abbigliamento per signora o i nuovi dischi dei cantanti.
Ma tutto questo perché?
Prima di tutto il mezzo costa poco, poi raggiunge davvero tutti e garantisce un livello di attenzione e di esposizione notevole, stimato dagli esperti di marketing in circa 30 secondi, un tempo davvero alto di questi tempi.
E noi in Italia come ci stiamo muovendo?
Oggi come detto si fa ancora poco, limitandosi a pochi locali di tendenza e agli ambienti di palestre e piscine, tuttavia il direttore marketing di Autogrill Italia ha dichiarato allo stesso Panorama di aver ricevuto offerte in tal senso.
Il problema è che la sua società gestisce direttamente solo un 30% del totale dei bagni degli Autogrill e sappiamo bene come sono messi in media gli altri…