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“Legata a un granello di sabbia” di Enzo Gentile: quando esisteva ancora il tormentone estivo

14/07/2005 5154 lettori
4 minuti

Si può dire che il tormentone estivo esista tuttora? Probabilmente no, almeno da un paio di anni a questa parte. Si fatica a trovare un’unica canzone che predomini per tutta la calda stagione monopolizzando radio e juke-box (lì dove ci sono ancora) nei mesi che vanno da giugno a settembre. Ormai adesso, ogni estate, c’è più di un tormentone. E se questo ha contribuito a far perdere parte del suo fascino ad uno degli elementi fissi nell’immaginario collettivo italiano dal dopoguerra ad oggi, dall’altra parte c’è che un libro come “Legata a un granello di sabbia” di Enzo Gentile stimola ancor di più la curiosità intorno ad un genere che qualcuno vorrebbe già morto, permettendo di apprezzare quella che è la prima ricerca condotta in Italia sul fenomeno della canzone balneare.

“Legata a un granello di sabbia”, titolo omonimo del celebre hit di Nico Fidenco datato 1961, sta già ottenendo prestigiosi e meritati riconoscimenti, come il “Libro dell’anno” che gli è stato tributato al Premio Lunezia 2005. Parlare di qualcosa che ha, o ha avuto, un’importanza storico-culturale vuol dire anche contestualizzarlo: e così Gentile non manca di attraversare, dagli anni ’60 ad oggi, tutti i cambiamenti sociali che si sono legati a doppio filo al successo di canzoni come “Sapore di sale” piuttosto che “L’estate sta finendo” e “Vamos a bailar”. 200 pagine, dunque, tra cronache e memoria popolare, con un inserto a colori (“Estat-ica/Guarda che mare”) che mostra 80 copertine di altrettanti dischi, per rendere conto della diversità epocale anche da un punto di vista iconico. Correlano il tutto le preziose dichiarazioni di alcuni dei protagonisti di quei successi: citiamo a caso, tra i tanti, Mino Reitano, Biagio Antonacci, Jovanotti, Beppe Carletti dei Nomadi, Ivan Cattaneo, Shel Shapiro, Ricky Gianco e Gino Paoli.

Interessante la dichiarazione di Jovanotti, che afferma di aver evitato, da ragazzo, la canzonetta estiva per essersi poi ritrovato, alcuni anni dopo, ad apprezzarne il significato intrinseco e la valenza come fenomeno di costume: «Non ho mai pensato ad una canzone perché fosse un successo dell’estate», dice, «ma poi è capitato lo stesso, frequentemente». Segno che il tormentone estivo è anche qualcosa che non si può evitare, radicato com’è nella nostra tradizione. Con un lavoro davvero certosino, Gentile ha selezionato più di 100 canzoni: e alla fine del libro, compilando un ottimo glossario, ha inserito un capitolo intitolato “Tanti buoni motivi per l’estate – Guida alle canzoni estive della nostra storia”, in cui rende conto, attraverso piccole schede, di tutte le curiosità e le particolarità di ciascun pezzo. Se volete rendervi conto di cosa il tormentone abbia rappresentato per l’industria culturale italiana, non potete perdervi questo libro.

Massimo Giuliano
Massimo Giuliano

Ho collaborato con varie testate cartacee, tra cui Il Tempo e Intercity. La musica è il mio interesse principale: ho recensito cd e concerti per vari siti Internet (NotizieNazionali.net, L'isola che non c'era, Musicalnews.com) mentre oggi sono redattore di IlPescara.it, gruppo editoriale Citynews-Today. Mi sono occupato per anni anche di uffici stampa e comunicazione, collaborando inoltre da esterno con agenzie ed emittenti tv per realizzare servizi ad hoc.