Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Analisi delle testate: Il giornale

24/01/2007 36899 lettori
3 minuti

Il Giornale

Genere: quotidiano nazionale di partito
Tiratura: varia intorno alle 250.000 copie giornaliere
Data di fondazione: 1974
Sede: via G. Negri 4 (Milano)
Proprietà: FI
Fondatori: ex giornalisti del Corriere della Sera
Direttore: Maurizio Belpietro
Orientamento politico: centro-destra

Breve excursus storico: è stato fondato a Milano nel 1974 con la testata “Il Giornale Nuovo”, mutata nell'attuale “Il Giornale” nel 1983, da un gruppo di giornalisti che avevano lasciato il “Corriere della Sera”. Diretto da Indro Montanelli, è gestito da una società di redattori. Nella società che gestisce la testata, la Società europea di edizioni, le cui azioni erano interamente ripartite tra i giornalisti fondatori del giornale, hanno fatto il loro ingresso l'imprenditore Silvio Berlusconi per il 36% e l'editore Boroli (proprietario della De Agostini) per il 12%. Nel 1994 Berlusconi cede la sua quota al fratello Paolo; nello stesso anno Montanelli lascia la direzione per contrasti con l’editore. Gli subentra Vittorio Feltri, che lascia la direzione alla fine del 1997, sostituito da Cervi.

Analisi del contenuto

Occhiello: Secondo i magistrati i soldi destinati all’ad della compagnia e a Sacchetti provenivano da investimenti in Borsa pilotati. Lui replica “sono il pagamento di prestazioni professionali”

Titolo: Da Gnutti 50 milioni ai vertici Unipol

Sottotitolo: Consorte interrogato per 4 ore: i pm gli contestano false consulenze e operazioni illecite. E le coop scaricano il manager

Nell’occhiello la frase discolpante è messa in fondo, tra virgolette e si specifica che è una replica, tre elementi che fanno capire la presa di posizione della testata; inoltre l’ultimo verbo utilizzato nel sottotitolo ha una valenza secca e negativa, un po’ l’opposto di quello che afferma l’Unità. Le prime tre pagine interne sono dedicate alla vicenda. A pagina 2 c’è un articolo composto perlopiù da citazioni di membri della Legacoop, tutte tra virgolette: la testata, almeno per il momento, si risparmia una presa di posizione e racconta i fatti tramite la bocca di altri. O forse una presa di posizione c’è, cerca solo di tenersi distante il più possibile dalla vicenda. Sul caso delle intercettazioni, titola il breve articolo così:

Titolo: DS, l’imbarazzo corre sul filo: “solo telefonate di un amico”

Sottotitolo: Il tesoriere Sposetti: nei colloqui con Consorte nulla di penalmente rilevante. Ma nel partito cresce la tensione

A differenza de l’Unità, il Giornale sottolinea il problema politico che ha dato luogo la vicenda Unipol: termini come “imbarazzo” e “tensione” vengono associati al partito DS. La foto di Sposetti sembra commentare da sola l’articolo: il tesoriere è pensoso, guarda nel vuoto e con una mano si sorregge il volto (tipica posizione pensierosa). Questo articolo fa chiaramente capire le posizioni politiche del giornale, è un attacco a raffica verso i DS. L’articolo riporta “pochi squarci” delle pubblicazioni, e il termine utilizzato non è casuale, rende l’idea di qualcosa che si è strappato. Usa una forma colloquiale “ecco” per richiamare l’attenzione del pubblico a cui si rivolge. Per la situazione in cui si trovano ora i diessini utilizza termini come “salvataggio”, “emergenza”, “blindare (Fassino)”, “minimizzare (la notizia), “ironie amare”, ecc…, e poi prosegue con una spiegazione “logica” del perché il comunicato stampa emesso da Sposetti è già in sé una dichiarazione di colpa. E qui partono le solite domande retoriche volte a stuzzicare l’attenzione dei lettori; l’articolo termina proprio con una domanda, piuttosto sarcastica, su cosa dovrebbe dire ai compagni. La quarta pagina è dedicata all’intervista di Giovanni Donigaglia, il capo della Coopcostruttori, ingannato da Unipol, o meglio, da Consorte. La prefazione indica chiaramente quali saranno i toni dell’intervista; la testata specifica subito che il sig. Donigaglia si riferisce a Consorte come “traditore”. Questa intervita è un ulteriore materiale informativo a supporto di quanto espresso fin’ora.

L’editoriale della prima pagina è dedicato alle carceri e il titolo punta molto al sarcasmo, “prigionieri di Saint Moritz”, a cui fa seguito un’aspra critica soprattutto verso i deputati di sinistra. Cervi però non tenta di prendere per mano il lettore e guidarlo come vuole lui, non usa cioè forme in prima persona o deittiche, magari usa termini forti come “scagliare”, “leone”, “parata di chiacchiere”, ecc… In prima pagina l’argomento amnistia parte con una foto di Casini che scruta Montecitorio con il binocolo e un titolo accanto:

Occhiello: Camera vuota: sinistra sott’accusa

Titolo: Chiedono l’amnistia ma disertano l’aula. Castelli: “vergogna”

Già dal titolo si capisce la loro interpretazione dei fatti. Le pagine 6 e 7 si occupano più a fondo della vicenda che prende una piega politica di accusa agli avversari. A pagina 6 c’è un piccolo trafiletto in basso: “Non c’è reato per Berlusconi”, primo titolo sulla questione che non ha un fare provocatorio. In breve viene spiegato che il presidente del Consiglio è stato assolto e per quali motivi, non una punta di critica, solo forme verbali passive e niente deittici, insomma, un breve riassuntino formale. A pagina 7, sopra l’articolo tuonano le foto dei sei “grandi assenti”, di cui uno soltanto della Cdl, e nel sottotitolo si evidenziano gli assenti del centro-sinistra senza accennare quelli del centro-destra. La prima pagina, inoltre, si occupa di un argomento singolare nelle testate fin’ora analizzate: “Cofferati è un cancro per l’Unione”, intervista uscita nel quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione. La pagina interna è titolata “i problemi delle giunte rosse”. Ecco che la testata rivolge contro ai suoi “nemici” l’arma che si sono costruiti da soli.

Per concludere, le testate di tendenza scrivono quello che il loro lettore vuole sentirsi dire, cerca di ragionare come lui, e non ha bisogno di particolari tecniche per attirare la sua attenzione, qui sono particolarmente importanti i contenuti.