(3) La Ragazza con la Pistola di che Segno è? La fiction Nati Ieri
'Nati ieri”:Un lancio di agenzia del 4 gennaio 2007, Adnkronos, recita testualmente: “Un comunicato delle reti Mediaset rende noto che Canale 5 è rete leader in prima serata con 5.250.000 telespettatori totali ed il 21.90% di share sul target commerciale e in seconda serata con 2.045.000 telespettatori totali ed il 20.12% di share sul target commerciale. Da segnalare, in particolare, la fiction ''Nati ieri'' che si aggiudica ancora una volta la prima serata, con nel primo episodio 4.598.000 telespettatori totali e il 19.23% di share sul target commerciale e nel secondo episodio 4.304.000 telespettatori totali e 20.08% di share sul target commerciale”.
Subito dopo “Capri”, arriva “Nati ieri” che si distingue subito nel panorama delle fiction per un preciso punto – ben spiegato dal produttore Luca Bernabei – e cioè che 'i medici, protagonisti della serie, sono impegnati a combattere per la vita non contro la morte come accade in E.R. Medici in prima linea'. La storia si svolge nell’ospedale “Sant’Anna” di Roma e, precisamente, in un reparto di maternità. Il dottor Maioli (Sebastiano Somma) lavora al “Galilei” ed è in corsa per diventare primario ma, dopo un complotto dei suoi superiori, viene trasferito proprio al Sant’Anna che è in via di chiusura. È un dottore affascinante, secondo le pazienti, e cerca in ogni modo di non far chiudere l’ospedale dove lavora Sara Guastalla (Vittoria Belvedere) come ginecologa. Fra i due, oltre ad un rapporto professionale, nasce alla fine una storia d’amore.
Ma in un ospedale in cui si “combatte per la vita”, che posto assume la donna?
La risposta affiora dalla seguente serie di eventi della fiction:
I. Innanzitutto, il primario è un uomo
II. Il primario flirta spesso con le infermiere
III. Caposala è una donna, che nasconde un segreto: la perdita di un figlio, appena nato. Questa motivazione è alla base della sua durezza di carattere, e dell’odio che le infermiere provano nei suoi riguardi
IV. Il primario elogia spesso l’anestesista confessandole, flirtando: “Sei la migliore anestesista che conosca”
V. Una paziente teme di non poter avere figli. È una prostituta per mestiere ma, grazie al primario, ritorna a sperare in una gravidanza. Prima di abbandonare il reparto, gli dice: “Mi piacerebbe trovare un uomo come lei, professore, un uomo che mi ha fatto sentire una persona”
VI. L’anestesista, a causa del troppo lavoro, è costretta a sacrificare il tempo per la sua famiglia. Paga un prezzo amaro: il divorzio
VII. Un infermiera aiuta una paziente ad accettare la sua maternità. Lo fa attingendo ad un’esperienza diversa da quella professionale: l’esperienza di esser madre nel privato
VIII. Tra le pazienti del reparto, è presente una signora che richiede espressamente che il parto sia programmato alle quattro del mattino di un certo giorno. “Voglio che gli astri giusti sorridano a mio figlio” – spiega – e implora il primario e i suoi assistenti di non sbagliare. Nell’ospedale, di conseguenza, si anima un dibattito sulla validità dell’oroscopo. Gli uomini sono scettici e non credono, ma le infermiere, la caposala e le dottoresse sembrano essere fermamente convinte della verità scritta negli astri, a tal punto da cercare suggerimenti e previsioni nel proprio oroscopo
IX. Uno squilibrato entra nell’ospedale prendendo in ostaggio il personale medico. Chi lo porta a ragionare e ad arrendersi, sono tre uomini e, rispettivamente, il primario, l’assistente e il portiere dell’ospedale stesso. Le donne sono tutte sedute a terra, impaurite e piangono. Gli uomini sono calmi e lucidi
Rispetto alla fiction “Capri”, gli spettatori sanno che le donne in “Nati ieri” sono medici e ciò si rileva grazie alla targhetta ricamata sul camice. Ma se non lo indossassero, si capirebbe che lavorano nell’ospedale?
A riguardo, è Milly Buonanno a spiegare il meccanismo della rappresentazione delle professioni mediche nella fiction italiana: “Si potrebbe dire che il comportamento non proprio impeccabile dei medici – nel caso di “Nati ieri” soprattutto del personale femminile – configura una semplice licenza drammatica, un espediente per condurre le storie al necessario e atteso lieto fine”[4]. Il focus della narrazione, pertanto, è centrato sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche emotive in cui a far da principale protagonista è la donna.