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L’Italia dei Barron Robbers e dei corporate raiders: le banche (5)

27/12/2007 23023 lettori
4 minuti

(la prima parte)
(la seconda parte)
(la terza parte)

(la quarta parte)

La maggior parte degli imprenditori optarono per l’evasione fiscale.

Il grido di dolore si era allargato:”Lavoriamo per le banche e per le tasse”.
Del resto gli accertamenti seri e profondi avvenivano su una impresa su 100;per cui 99 imprese su 100 la facevano franca.Ciò considerato l’evasione fiscale si diffuse anche nelle imprese che avevano buoni risultati economici.
Ed in caso di accertamento .....diciamo che spesso i Marescialli della Guardia di Finanza erano “buoni”.Ed i commercialisti che ben conoscevano i marescialli “buoni di cuore” erano ben pagati.
In sintesi il problema del finanziamento dello sviluppo italiano verso imprese scarsamente redditizie ricadde tutto sulle banche;e più precisamente sugli affidamenti bancari che – a differenza di altri paesi in cui se entro 90 giorni non ricopri l’affidamento esso non ti viene rinnovato – in Italia gli affidamenti divennero continui e definitivi senza alcun rientro da parte dell’impresa. Richiederne il rientro da parte delle banche significava far chiudere immediatamente l’azienda.
In questo contesto nasce in Italia la “Banca Padrona”,sia nel senso letterale che in quello economico.Infatti la banca diventa – di fatto – un socio di maggioranza che comunque riscuote utili –molro,ma molto alti,anche se l’azienda è in perdita.Così come ha il potere di far sopravvivere o meno un’impresa.
Si crea dunque in Italia una fattispecie storica ancora operante:la banca è la “parte forte” ;l’imprenditore (costretto pena la chiusura della sua azienda ad accettare ogni condizione bancaria) è la “parte debole” che opera in continuo regime di vessazione.
Dire,nel caso di imprese, che tra banca e correntista esiste un rapporto contrattuale,firmato dalle due parti quanto si voglia,è come dire che esiste un rapporto contrattuale tra chi è capace di ipnotizzare e chi è ipnotizzato.Ogni volta che un correntista si reca alla banca è sempre un pellegrinaggio.
Naturalmente esistono le eccezioni;ma esse solo confermano la regola.
Ma è interessante sapere e capire quanto siano stati importanti per il sistema imprenditoriale italiano i primi anni del 1970.Periodo in cui per il sistema industriale italiano – arrivato ad un punto fermo (come non poteva non accadere) - il “giro” degli anni 60 cominciò a diventare sempre più difficile.
Vero è che anche la decisione del Presidente Nixon ,il 15 agosto del 1971, di sospendere la convertibilità in oro del dollaro provocò non poca confusione,venendo a mancare un sicuro punto di riferimento – anche per le banche - nel Sistema Monetario Internazionale.
Nel 1973 uscì una importante ricerca della Fondazione Agnelli sul Sistema Imprenditoriale Italiano.Che dette luogo a molti ripensamenti e riflessioni.
A pag.12 si leggeva che nel complesso del sistema era diminuito il numero delle imprese aventi fino a 100 addetti;era aumentato il numero delle imprese fino a 250 addetti ; era diminuito il numero delle imprese tra 250 e 1000 addetti ;ed era aumentato il numero delle imprese con oltre 1000 addetti.
Quindi molte piccole aziende erano cresciute;ma il dato preoccupante era la diminuzione delle imprese aventi tra i 250 e 100 addetti che avrebbe docìvuto rappresentare il perno di un sistema industriale solido.
Inoltre con riferimento alle grandi aziende di gruppi di vertice italiani di maggiore importanza ne venivano elencati tre a prevalente vocazione finanziaria (cioè le banche).Ed a pag.59 si rilevava che i programmi imprenditoriali sin qui portati avanti obbedivano a ragioni puramente finanziario-speculative,senza una seria prospettiva di operazioni di riorganizzazioni industriale.
Cioè il motore trainante dell’economia italiana – visti i risultati economici –erano le banche.Ma se per motore trainante devesi invece intendersi l’industria,era più che chiaro che le banche sacrificavano l’industria e ne impedivano la crescita ;presentando però utili elevatissimi,mentre (pag.82) si dichiarava evidente il crescente indebitamento delle imprese industriali italiane.
Questa ricerca venne pubblicata in un periodo di appassionato contrasto tra economisti che sostenevano ancora che il dorso portante del sistema italiano erano le piccole imprese:Mentre altri sostenevano che le piccole imprese –sottocapitalizzate – non potevano certo espandersi utilizzando ancora affidamenti bancari più elevati per spese di ricerca,rinnovamento ,marketing,ecc.E così loro mercati avrebbero potuto nel tempo essere facile preda non tanto delle più grandi imprese italiane (che non erano poi così tante ed economicamente e finanziariamente a posto ),ma piuttosto delle potenti multinazionali straniere.
Il dibattito tra economisti fu molto acceso,data l’importanza capitale della questione.
Tra i sostenitori della seconda ipotesi possiamo ricordare  Paolo Sylos Labini,Sergio Ricossa,Francesco Forte,Nicola Cacace,altri meno famosi come lo scrivente;ma in particolare Federico Caffè il quale all’epoca scrisse [Un‘Economia in Ritardo-Boringhieri 1976-pag 88] “ Debbo ora aggiungere che non ritengo di poter condividere i giudizi largamente positivi,e spesso apologetici,ai quali è d’uso far ricorso allorchè ci si riferisce alle medie e piccole imprese,come componenti della struttura industriale,di cui si sottolinea la vitalità e la dinaminicità”[ndr soprattutto nel cercare affidamenti bancari sempre più elevati]   .
 

(continua - la settimana prossima)

Massimo Bartolozzi
Massimo Bartolozzi

BIO IN ITALIANO

Nel 1961 si diploma in Ragioneria. E' più di un anno avanti rispetto alla normale età scolastica. Riceve al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi una lettera di congratulazioni essendo il diplomato più giovane d'Italia.

Si laurea presso l'Università di Perugia in Economia e Commercio nel 1968, con una tesi in Economia Bancaria che riceverà 19 punti sul massimo di 20, ottenendo un record italiano che non sarà mai superato.

Come Borsista diviene Assistente Ricercatore presso la Cattedra di Tecnica Bancaria presso la Facoltà di Economia e Commercio di Perugia.

Nel 1970 inizia gli studi presso la Boston University, Massachussets USA.

Nel 1971 entra all'Ufficio Studi e Ricerche Economiche dell'ENI.

A tale data Massimo Bartolozzi era già entrato in contatto con il grande Economista James Meade di Cambridge, cui aveva spedito la sua tesi. Il rapporto con questo Maestro durerà per molti anni, e sarà fondamentale per la sua formazione di Economista.

Nel 1973 passa dall'ENI alla GEPI come Direttore della Divisione Finanza e Programmazione, occupandosi di ristrutturazioni aziendali, finanziamenti e rapporti con il Mondo Bancario e di Borsa.

Durante i suoi studi alla Boston University compie due tirocini di tre mesi ciascuno presso la World Bank in Washington ed ha occasione di recarsi in Sri Lanka, Costa d'Avorio e Zambia nel quadro degli aiuti ai Paesi in via di Sviluppo.

Nel 1974 ottiene presso la Benjamin Franklin Boston University il Ph.D. in Economia ed Econometria.

Nel 1976 James Meade riceve il Premio Nobel per l'Economia, e invia Massimo Bartolozzi come Lecturer presso l'Unversità di Panjim – Goa (India). Dove ritornerà, sempre come Lecturer, più volte. Conosce l'India ed abbraccia la religiosità Induista.

E' anche Lecturer presso le Università di Standford, De Paul University-Chicago, Cambridge e Austin (Texas), dove aderisce alla corrente Istituzionalista dell'Economia.
Diventa Membro della American Managemet Association; dell' Economic Journal Association e della Leaders in Mind di New York.

Pubblica negli USA ed in Inghilterra numerosi lavori, tra cui i più noti sono: “Oligopoly: a Contracting Approach” [Ed . Allen-Londra 1976]. ”Where is only one proof or one evidence of free-market?” [Colorado State University-Economic Bulletin, marzo 1975]. “Central Banks, Interest Rate and Inflation” [World Bank Journal, 1975 - Washington]. ”The invisible hand is a fair tale or a cheat?” [De Paul University Quaterly Journal - Chigago 1976].

Nel 1977 riceve da Robert Mac Namara, Presidente della World Bank, la proposta di entrare a far parte dello staff della sua Segreteria Particolare. Bartolozzi accetta di trasferirsi negli Stati Uniti. Quando, prima di assumere l'incarico, irreversibili e gravissime avversità colpiscono la sua famiglia in Arezzo, ed è costretto a rinunciare. Dovrà anche tornare ad abitare ad Arezzo.

Nel frattempo è consulente sempre della Gepi, della Cassa del Mezzogiorno e dell' ENI. Ha diversi incarichi come Amministratore e Sindaco Revisore in società dei Gruppi Gepi, Eni, IRI.

Nel 1978 inizia l'attività di Dottore Commercialista in Arezzo, alla quale si era abilitato a Roma già nel 1974. Ma è anche Direttore Generale della TESAR SPA in Arezzo (a partecipazione ENI).

Dal 1981 svolge solo la sua attività in Arezzo. Oltre ad essere dal 1995 al 2000 Docente di Economia Applicata presso L'Ateneo Universitario Giacomo Ugolini in San Marino.

Nel 1985 costituisce la FAC EUROITALIA srl, una Professional Consulting di cui è ancora Presidente, la cui Ragione Sociale sarà mutata in Fac.Bartolozzi Consultuing Srl.

Nel 1989 [Editore Buffetti] pubblica il libro “La Cessione dei Crediti” cui seguiranno “Il Manuale sull' Elusione, 1994 e “Crediti Inesigibili: Il Punto”, 2000, cui seguirà una nuova aggiornata edizione nel 2005.

Massimo Bartolozzi è uno degli Official Speakers dell'Associazione Internazionale Leaders in Mind di New York ed è chiamato spesso come relatore in importanti conferenze internazionaliper i seguenti argomenti:
- Distribuzione dei Redditi -Income Distribution
- Gli Spazi Vettoriali nella Teoria Dell'Impresa
Vector Spaces and Enterpise Theory
- Decisioni Manageriali su Informazioni Imperfette
Making Decision and Imperfect Information
- Le Economie a Somma Zero .-The Zero Sum Economies

Ottiene nel 2003 dalla Dialog Software di Oslo (Norvegia) la certificazione internazionale di “ Balanced Scorecard Operator”.

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E' Docente di Economia Applicata;Matematica Finanziaria e Economia Bancaria presso il "L'Ateneo Internazionale Giacomo Maria Ugolini-Ambasciatore" -da quest'ulmimo fondato- presso la Repubblica di San Marino:Ateneo che svolge Corsi di Specializzazione a Laurati.
Attualmente svolge l'attività di Economista e Dottore Commercialista ( Diritto Societario e Tributario ,Start Up e Ristrutturazione di Imprese in Arezzo- Via Cimabue 30.
Per pareri su tali materie contattare mbrt@email.it.





Englisjh BIO

Arezzo.


ENGLISH BIO


Massimo Bartolozzi was born in Arezzo (Italy) on 4 th of June 1943. He got in 1969 his degree in Economics at the University of Perugia. His thesis got a bonus of 19 points (the highest possible was and is 20 points), that is the Italian record so far in the matters of Economics Theory and Applied Economics.

In 1970 he passed also the teacher's diploma exam through in Economics and Juridical Regulation. In the same year he started his economist carrier for ENI (Italian Oil Company- a Public Company) as member of Economic Research Department. After two years he was called as Chief of Economic Research Department of GEPI spa (Industrial Enterprises Managing and Acquisition Joint Stock Company-a Public Company too).




In 1974 he got the Ph.D. in Economics at the Benjamin Franklin Foundation in Boston (USA) and the official qualification to practise the profession of Tax Lawyer and Book Chartered Accountant Doctor.


He had already the chance to meet in Cambridge (UK) James Meade (who was going to become in 1976 Nobel Laureate in Economics). At the time Massimo Bartolozzi did his degree's thesis about the Meade's thought on the market structure. The pupil relation with J. Meade was keeping on for many years.

In the meantime Massimo Bartolozzi, as Chief of GEPI Economic Research Department, seized many opportunities to take part in very important workshops and economic researches in Italy and in all the world, India included. In Italy mainly he was member of Prometeia Economic Association and Agnelli Foundation's Progetto Valletta. He had the opportunity also to get in touch with the rising industrial problems of CEE.

In 1977 Robert Mac Namara, President of the World Bank, read out by chance a paper (published in an American Review) of Massimo Bartolozzi having for subject the role of Central Banks in the monetary market.


A good job was offered to Massimo Bartolozzi in the World Bank staff of President Mac Namara.But suddenly gievious adversietes hitetd his family;and he was forced to come back to live in Arezzo-Tuscany-Italy


As economist Massimo Bartolozzi will join the Istitutional Economic Thought,and publish many important papers, as "Oligopoly: a contacting approach" [ G. Allen Press – London –1976] or “Where is one proof or one Evidence of free market?" [Colorado State University,Economic Bullettin, March 1978]. And also “The invisible hand is a fair tale or a cheat?" [De Paul University, Chigago, 1978].

Since 1976, besides the economic research, Massimo Bartolozzi starts the Chartered Accountant and Manager Consultant profession. He deals with Society and Fiscal Law, especiallly in Restructuring Processes. His office was in Rome first, then in Arezzo since 1982.

He improves also Work Psychology and profiler profession for Managers jobs.

In 1985 he set up FAC EUROITALIA - whose name will be changed in FAC.BARTOLOZZI CONSULTUNIVERS.it - a professional consulting very known in Italy; now he is the CEO.

In 1989 he releases, Buffetti publisher, the book "Credit Management" which becomes a best seller. He writes "The Elusion Manual" and "Outstanding Credits Today" too.

He's a member of the American Member Association, of the "Leader in Mind" association in London and of IARIW in Brussel.


He is one of the Official Speaker of the International Association LEADERS IN MIND of New York (Usa) per thee following topics:
- Income Distribution
- Vector Spaces and Enterprise Theory
- Msking Decision and Imperfect Information
-The Zero Sum Economies

From 2003 he is also "Balance Scorecards Operator" for the company Dialog Software (Oslo).
At the Moment HE IS A Jobber in Italy -Arezzo- Tucany -Via Cimabue 30.
To conctat mbrt@email.it