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Italiani & Newsletter

03/05/2008 23116 lettori
5 minuti
Le newsletter vengono spesso confuse dagli utenti di Internet con spam e altro tipo di UBE; altre volte vengono considerate molto intrusive, seppure per questo tipo di posta si accetti di fornire il proprio consenso.

Una ricerca condotta da Human Highway per ContactLab sembra sfatare queste credenze, fornendo evidenze statistiche sull’esperienza degli iscritti alle mailing list. La ricerca è intitolata “E-mail Marketing 2008 Consumer Report. Italiani & Internet: Usi e consumi di e-mail e mailing list” ed è stata pubblicata alla fine di marzo 2008.
 
I dati analizzati portano ad alcune conclusioni interessanti riguardanti il consenso all’invio di newsletter e la percezione delle stesse sulla loro invadenza o sulla loro utilità.
 
In primo luogo, la ricerca presenta alcuni dati significativi sull’uso di e-mail e mailing list. Circa il 60% dell’utenza Internet, infatti, usa regolarmente tra due e tre caselle di posta elettronica, ma in più della metà dei casi l’indirizzo usato per iscriversi alle mailing list è quello principale. Le donne e le persone di mezza età (35-54 anni) sono i più assidui utilizzatori dell’email: possiedono un numero di caselle di posta pro-capite più elevato della media e ricevono più mail al giorno. Il 95% degli utenti è iscritto ad almeno una mailing list e in media ogni utente internet è iscritto a sei mailing list.
 
Un ulteriore riflessione riguarda il contenuto delle e-mail. In meno della metà dei casi (il 44%) le immagini contenute nelle mail sono attivate di default. Soltanto il 15% degli individui rifiuta le immagini, mentre una quota restante, che copre il 40% dell’utenza, dichiara di caricare le immagini con un’operazione volontaria. Rispetto alla pubblicità sul Web l’inserzione pubblicitaria contenuta in una mail spedita da una mailing list tende ad essere vissuta come un’intrusione. Sebbene sia intrusiva, però, il fastidio che si prova da una pubblicità via mail non è di entità inferiore, né superiore rispetto ad una pubblicità su un sito internet.
Gli operatori e gli argomenti a cui decidono di iscriversi gli utenti sono variegati: una quota rilevante per servizi di viaggi e turismo, servizi di operatori di telefonia, siti di e-commerce e online community; il resto distribuito in provider internet, servizi finanziari, informazione e altro (tra cui abbigliamento, amore, ambiente ecc.).
 
Il quadro delineato dalla ricerca rappresenta una situazione in positiva crescita. Non c’è, poi, così tanta diffidenza: i consumatori italiani sono abituati alle newsletter e le richiedono con interesse per i loro specifici bisogni. Il popolo italiano sembra, quindi, maturo e responsabile nel gestire le e-mail che riceve: è elevato, infatti, l’uso della cartella antispam e si evidenzia un elevato ricorso all’unsubscribe per quelle mailing list per le quali non c’è più interesse.
La vecchia lettera cartacea sembra essere apprezzata soprattutto nel caso di servizi con i quali vi è una debole interazione personale (gestori telefonia mobile, servizi Internet, e-commerce). Nonostante il dilagare del phishing l’e-mail risulta, invece, un mezzo molto gradito per i servizi che richiedono un contatto personale e fiduciario (come i servizi bancari) perché dimostra attenzione e cura del cliente.
Michele Schisa
Michele Schisa

Laureato con lode in Comunicazione d'Impresa e Pubblica all'Università degli Studi di Salerno con una tesi sull'acquisto d'impulso negli ambienti dell'e-commerce; laurea triennale in Scienze della Comunicazione nella stessa università, con una tesi riguardante l'impatto sui processi comunicativi relativo all'uso dell'e-mail.