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L’incontro tra digitale e mondo fisico: dov’è l’anello mancante?

24/11/2010 7733 lettori
4 minuti

Ho avuto l’occasione di parlare più volte del concetto di ipertestualità diffusa e di contaminazione e interazione fra mondo fisico e oggetti digitali.

Trovo infatti che ormai molti elementi rendano obsoleta e riduttiva la distinzione fra ciò che accade, ad esempio, in un negozio di mattoni e ciò che ruota intorno alla sua versione digitale.


Sempre più applicazioni per i device mobili evoluti oggi permettono di consultare informazioni su web a partire dal luogo fisico dove ci si trova, mentre QR code e realtà aumentata arricchiscono l’esperienza di un oggetto che teniamo tra le mani.

Nonostante questo ho l’impressione che manchi ancora un anello di congiunzione che renda davvero fluido e democratico tale passaggio, senza frapporre barriere economiche, cognitive e, naturalmente, tecnologiche all’uso di massa.

Provo ad individuarne alcune:

a)      molte tecnologie non sono presenti di default sugli strumenti più comuni, come i cellulari: dai semplici lettori di QR fino ai chip NSC o RFID le risorse oggi esistenti non sono (per ora) montate di serie sui device. Dove questo è accaduto (come per i QR in Giappone) l’adozione è stata altissima, negli altri casi invece gli strumenti non sono mai decollati.

b)      mancanza di standard condivisi: gli ecosistemi chiusi su modello degli application store sono molto profittevoli ma limitano la creazione di software realmente universali, senza contare limiti dettati da contrasti come quello Apple-Adobe su Flash.

c)      poca conoscenza da parte delle aziende: è vero che certi strumenti oggi hanno poco mercato per i motivi di cui sopra ma è difficile per gli utenti apprezzare questo genere di servizi…fino a quando nessuno li offre! La riprova? Prima dell’iPad non credo che nessuno vedesse così profittevole il mercato dei tablet…

d)      infrastrutture poco adeguate: questo tema vale sia per le aziende, che spesso hanno architetture IT rigide e non adatte ai nuovi modelli cloud orientend, sia per il mondo delle reti, visto che in Italia il wi-fi scarseggia e con lui anche solo la banda larga.

e)      validi motivi per l’utilizzo: fatto salvo il punto c) perché una tecnologia sia davvero utilizzata deve dare vantaggi reali, tangibili e unici, e finora molti esperimenti non hanno portato all’utente reale valore aggiunto.

Sicuramente ci sono altre ragioni che non ho elencato (scrivetele pure nei commenti) e si potrebbero fare molti distinguo (io mi sono molto focalizzato sui cellulari e gli smartphone, perché sono lo strumento che quasi tutti hanno in mano), però la sensazione è questa: manca un anello di congiunzione per legare fra loro le enormi possibilità del digitale.

Un esempio illuminante in questo senso sono i social network geolocalizzati, che come sapete ho già utilizzato:sono frubili da tutti i telefoni (certo, rendono meglio con gli smartphone), non chiedono installazioni né lato azienda né lato utente, possono offrire piccoli o grandi vantaggi esclusivi agli utenti.

Naturalmente si tratta di un tipo di applicazioni molto circoscritte, ma è un esempio utile a spiegare ciò che voglio dire, ossia che vale davvero la pena di investire in questi settori, tanto più che la vera killer application che faccia da anello di congiunzione in realtà ancora manca!

Voi che ne dite?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.