IMPRESE-Appalti pubblici: 8% Pil e gli occupati sono 1,5 mln
L'elaborazione dei dati, anche di importo inferiore alla soglia di 150mila euro, mostra che il mercato degli appalti pubblici vale complessivamente circa 102 miliardi di euro annui, pari all'8% del Pil, e occupa quasi 1,5 milioni di persone. Così il presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, Giuseppe Brienza, ha illustrato, nella sua relazione all'assemblea annuale, il valore degli appalti pubblici in Italia spiegando che ''nel 2010 si è registrata - ha affermato - una consistente crescita della domanda complessiva. La domanda di contratti pubblici, di importo superiore a 150mila euro, ammonta a 87 miliardi di euro e presenta un incremento del 9,6% rispetto all'anno precedente''. Questa crescita, tuttavia, ''non risulta effettiva - ha spiegato ancora - poiché va tenuto conto della particolare circostanza che ha caratterizzato il settore degli appalti nel 2010. Infatti, a seguito dell'entrata in vigore della legge sulla tracciabilità dei flussi finanziari si è riscontrato un notevole aumento del numero di stazioni appaltanti registratesi all'Osservatorio dei contratti pubblici per la richiesta di Codici Identificativi di Gara (Cig). Sono, infatti, circa 1.500, pari al 12% del totale, le stazioni appaltanti che, per la prima volta, hanno richiesto un Cig nel 2010''.
La domanda complessiva ''risulta attivata per tre quarti nell'ambito dei settori ordinari - ha sottolineato presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici - e per la restante parte nei settori speciali, mentre rispetto alla tipologia contrattuale il 35% dell'ammontare complessivo ha riguardato affidamenti di lavori, il 37% affidamenti di servizi ed il 27% acquisizione di beni. La performance complessiva degli appalti - ha aggiunto - è strettamente connessa al comportamento delle stazioni appaltanti e delle imprese nonché degli enti coinvolti ai fini del rilascio di certificati, nulla osta ed autorizzazioni in genere''. Secondo Brienza, ''le stazioni appaltanti mostrano una scarsa capacità di gestione degli appalti pubblici che spesso porta ad un prolungamento dei tempi di realizzazione dei lavori nonche' ad inasprire il livello di contenzioso, già rilevante in condizioni normali'' auspicando ''modalità di comportamento efficienti ed efficaci delle stazioni appaltanti al fine del corretto affidamento dei contratti e di una loro corretta esecuzione: tali modalità richiedono la preventiva conoscenza dei meccanismi utilizzati nelle procedure espletate per poi consentire di adottare i necessari correttivi. E' questo il motivo per cui l'Autorità nel 2010 ha messo a disposizione dei sindaci dei principali Comuni italiani le informazioni sugli appalti espletati''.
Rispetto al 2009, si registra un aumento percentuale del settore dei servizi, a fronte di una diminuzione del settore dei lavori. Tale andamento è in linea anche con il trend europeo che, includendo anche i dati dei Paesi dello Spazio Ue, si attesta al 40% per i lavori, al 35% per i servizi ed al 25% per le forniture. "Il mercato dei contratti pubblici - ha rilevato il presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici - pur essendo un settore economico al quale l'interesse del legislatore è spesso rivolto attraverso il susseguirsi di diversi interventi normativi, presenta tuttavia ancora numerose criticità consistenti principalmente in uno scarso livello concorrenziale, un'eccessiva litigiosità dei soggetti coinvolti, una sproporzionata durata dell'esecuzione dei contratti, nonché un frequente e immotivato ricorso a varianti che provocano un sensibile aumento dei costi contrattuali''. Secondo Brienza, ''il tendenziale aumento al ricorso alle procedure negoziate registrate nel 2009 nei lavori è stato confermato anche nel 2010. I dati dell'Osservatorio sui contratti di importo superiore a 150mila euro indicano che circa il 30% del numero di tali contratti viene affidato senza gara ed il 28% del loro valore complessivo è affidato con procedura negoziata. Quest'ultima percentuale, che con riferimento all'importo complessivo di 102 miliardi corrisponde a 28,56 miliardi di euro, nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2010 è aumentata del 6,5%''. Più dettagliatamente, i dati rilevano che la realizzazione dei contratti affidati con procedura negoziata è concentrata solo su 5.400 imprese su un totale di circa 50mila imprese che hanno partecipato nel 2010 alle gare di lavori (27.000), servizi (15.000) e forniture (8.000). Di queste 5.400 imprese, 1.400, tra l'altro, risultano affidatarie del 50% di tutte le trattative private. In altri termini, il 10% delle imprese ha ottenuto affidamenti per circa il 28% del mercato degli appalti pubblici (28,56 miliardi di euro), mentre il 72% del mercato (73,44 miliardi di euro) risulta ripartito tra il rimanente 90% delle imprese, vale a dire tra la quasi totalità.
Inoltre, sono circa 5mila le imprese pubbliche che non applicano il Codice dei contratti pubblici: infatti ''dall'analisi dei dati trasmessi all'Osservatorio è emerso che più di 5mila soggetti, pari al 68%, su un totale di circa 7.300 rientranti in tale tipologia, pur essendo tenuti all'applicazione della normativa sugli appalti, disattendevano sistematicamente le relative disposizioni, compresi gli obblighi di comunicazione. L'accertamento del fenomeno - ha affermato Brienza - ha evidenziato che gli appalti attualmente sottratti alla concorrenza ammontano a 1,2 miliardi di euro annui''.