Patonza la parola del mese di ottobre
La patonza, a tacere di una famosa performance televisiva di Roberto Benigni, mi fa venire subito in mente un componimento del romano Giuseppe Gioachino Belli. Interamente dedicato ai vari nomi dell’organo sessuale femminile, ci apre utilmente la strada per avvicinarci all’universo intimo delle donne. La poesia si intitola La madre de le Sante. Eccola:
Chi vvò cchiede la monna a Ccaterina,
pe ffasse intenne da la ggente dotta
je toccherebbe a ddì vvurva, vaccina,
e ddà ggiù co la cunna e cco la potta.
Ma nnoantri fijjacci de miggnotta
Dimo scella, patacca, passerina,
fessa, spacco, fissura, bbuscia, grotta,
fregna, fica, sciavatta, chitarrina,
sorca, vaschetta, fodero, frittella,
ciscia, sporta, perucca, varpelosa,
chiavica, gattarola, finestrella,
fischiarola, quer-fatto, quela-cosa,
urinale, fracoscio, ciumachella,
la-gabbia-der-pipino, e la-bbrodosa.
E ssi vvòi la scimosa,
chi la chiama vergogna, e cchi nnatura,
chi cciufèca, tajjola, e ssepportura
“La patonza deve girare”. Parola dell’ex-premier, che così si rivolgeva a Gianpaolo Tarantini. Se avesse girato di più, probabilmente, il grande poeta dialettale ne avrebbe avuto contezza prima del tempo. Avrebbe potuto così arricchire il suo già prezioso catalogo.