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Francesco Ruscigno: “Salviamo il Made in Italy di Mariella Burani”

05/04/2012 10217 lettori
5 minuti
Francesco Ruscigno, commissario straordinario di Mariella Burani, definisce l’azienda come un patrimonio storico e artigianale su cui investire. L'azienda impiega complessivamente 182 dipendenti, inclusi quelli in cassa integrazione. Tra negozi e unità produttive, al momento, ruotano un centinaio di lavoratori. Il portafoglio marchi comprende 'le donne di Mariella Burani', 'Mariella Burani', 'Burani Collezioni', tutti di proprietà, e le licenze Alessandro dell'Acqua, Ungaro Fucsia, Lancetti, Linea Mw-Matthew Williamson. Ma qual è la storia di Mariella Burani? “I miei abiti non sono strumenti di seduzione, sono emozioni”. Con queste parole Mariella Burani definisce le proprie creazioni, a cui la stilista, insieme al marito Walter, ha dedicato la propria vita e prestato il proprio talento a partire dagli anni Sessanta, fino a costituire un Gruppo (Mariella Burani Fashion Group). Emozioni immortalate dalle fotografie delle più significative collezioni, ora raccolte nel volume “Mariella Burani”, edito da Electa, che ripercorre le principali tappe della storia del marchio attraverso ricordi, fotografie e aneddoti. Autore del libro è Decio Giulio Riccardo Carugati, scrittore e giornalista sia per testate di informazione che di cultura, arte e design (già autore di numerosi volumi dedicati alla storia dei marchi quali Pininfarina, Poltrona Frau, Ducati, Chicco, Bertone, Brionvega, Indesit, Maserati e docente in disegno industriale, Agraria e Architettura). Un volume che, fin dalla prefazione di Giusi Ferrè, vuole soprattutto emozionare, evocando momenti, ricordi, sensazioni legate a Cavriago, piccola località dell’Emilia Romagna dove la stilista è nata ed ha scelto, lontana dall’ambiente mondano e dalle capitali della moda, di rimanere a vivere. Le creazioni di Mariella Burani incarnano le donne incontrate nell’infanzia, la nebbia della sua terra, le feste di piazza, i film interpretati da attrici indimenticabili come Silvana Mangano, Lucia Bosè e Anna Magnani, le contadine che lavorano nelle risaie, le donne della Resistenza in Emilia. Donne che, attraverso le creazioni della Burani, passano attraverso il tempo, perché portano il patrimonio di valori e tradizioni sempre vive ed attuali per la stilista, diventando protagoniste del presente e del futuro. Una storia di moda, ma anche e soprattutto di vita, narrata nel volume attraverso i numerosi ricordi e citazioni che Mariella Burani ha voluto condividere con i lettori. “Mi piace mixare vecchio, nuovo, ricordi di viaggio, istinti di fuga. Adoro i contrasti, gli abbinamenti arditi, soprattutto se dettati dall’esigenza del comfort”, precisa la stilista. E infatti Mariella Burani veste la ragazza filiforme ma anche “la donna con forme abbondanti che vuole rimanere sensuale col passare degli anni”. Tanti stili per una donna, ma anche tante collezioni della Burani, che ha creato cinque linee di abbigliamento: una preziosa per la fascia alta del mercato, una per le donne che vestono il quotidiano, una più trasgressiva che vuole seguire le tendenze del momento, una per taglie comode ma femminili, una di sportswear per il tempo libero. Le cinque linee sono comprese nel marchio, Mariella Burani, che fa parte del Mariella Burani Fashion Group, un gruppo industriale a gestione famigliare. Il Gruppo è organizzato in 3 divisioni: Abbigliamento (principali marchi Mariella Burani, Renè Lezard e Mila Schön), che rappresenta il core business del Gruppo generando circa il 63% del fatturato, Leather Goods (pelletteria e calzature tra cui Baldinini, Braccialini e Coccinelle) e Fashion Jewellery (Facco, Valente e Rosato), i due settori su cui, sfruttando la potenza del marchio Mariella Burani, è stata negli ultimi anni puntata l’attenzione del Gruppo con l’obiettivo di riuscire a far coprire il 70% dei ricavi, attraverso la diversificazione dei prodotti per marchio. Forte di un successo finanziario in continua crescita, il Gruppo, che è stato quotato in Borsa dal 2000 e ha chiuso il primo trimestre 2007 con un fatturato di 178,1 milioni di euro, ha poi subito un declino che ha visto negli ultimi tempi l’esigenza di nominare dei Commissari Straordinari con il compito di salvare – come dichiara Francesco Ruscigno “innanzitutto l’azienda e poi – come è stato – salvare il salvabile con delle azioni di tutela rispetto – se non ai bilanci – alla storia, al patrimonio intangibile di una grande firma del made in Italy”.