Castelfidardo. La Fisarmonica non si suona soltanto
Vivacità d'ingegno, passione e competenza dedite alla fisarmonica, strumento musicale in cui «arte e tecnica sono poste sullo stesso piano grazie a una competenza che solo l’esperienza può dare». I volti più noti della fisarmonica si servono degli strumenti Pigini, a conferma del prestigio delle fisarmoniche Pigini in tutto il mondo. Un prestigio non può che fondarsi su basi solide come la qualità e la professionalità, «che fanno di Pigini la marca leader nel settore». In parte è questo slogan che il Team Pigini mette in pratica nella tradizione, via via adeguandosi e rinnovandosi all’ occorrenza. Gradito e apprezzato l’invito a visitare i reparti di produzione.
Nel “Paese” sono serie le preoccupazioni per la crisi in atto. Si dice che siamo nel bel mezzo di un processo riformatore a «tripla elica»: da un lato la riforma della PA, dall'altro quella (attesissima) del terzo settore, nel mezzo una profonda trasformazione del panorama economico e dei processi produttivi. «Il terreno comune in cui si giocano le sorti del nostro futuro è probabilmente l'interesse generale, in cui rientra il benessere civico, la sostenibilità ambientale e la competitività economica di un territorio». Coscienti e preoccupati, quel tanto che ci sentiamo coinvolti, con l’ottimismo che ci è consono, ci avviamo con il piacere di essere attesi.
Una sala d’ingresso con cimeli e antichità si fa pregiata e immediatamente solenne, prima per la lunga teoria evolutiva degli strumenti poi per il ritratto del capostipite dell’Azienda: Gino Pigini fu fondatore e per molti anni conduttore; già all’età di quattordici anni, era un esperto “vociarolo”. È il Direttore, nipote del fondatore, che ci introduce nei reparti descrivendoci le singole lavorazioni con la partecipazione degli artigiani laddove l’abilità richiede l’eccellenza: serietà e compostezza cumulano con garbati cenni di benvenuto. Forti sensazioni di ammirevoli scoperte rendono difficoltosa una puntuale e seria descrizione: l’intenzione di essere propositivi porta alla doverosa considerazione dello stato di crisi generale che, in un contesto reale, incide sulla competitività. La Fisarmonica non si suona soltanto: «si deve sentire, deve creare un tutt’uno con chi la muove, deve essere un prolungamento dell’anima», cosi com’è stata l’esecuzione di Andrea nell’accommiatarci da un intrattenimento fantastico. Onde evitare un'atmosfera di incertezza, descrivere immaginarie sensazioni inficiando realtà evidenti, ci porta a concludere piacevolmente con uno scritto ripreso in rete.
La fisarmonica sta completando un delicato passaggio storico-culturale. Quanti, confondendo la tradizione con la realtà, limitano il territorio d’uso dello strumento alle aie di cascine nebbiose o alle piazze di paese in festa? Francesca Pigini, che con il fratello Massimo guida la fabbrica più grande, fondata dal nonno nel 1946, oggi con cinquanta dipendenti e 1.500 prodotti l’anno, sbuffa: «Il concetto è vero ma è ritrito, e appartiene al passato. Oggi a Castelfidardo produciamo eccellenza e innovazione: la fisarmonica è, a tutti gli effetti, uno strumento del nostro tempo, che si insegna nei Conservatori e sa suonare ogni tipo di partitura: classica e contemporanea. Siamo un distretto piccolo ma vitale, ci teniamo strette competenze e passione, le molle che ci fanno andare avanti nonostante le difficoltà». (Claudio Colombo 19 settembre 2011)