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Quanti sono i marchi italiani tra i 50 più rilevanti in Cina? e in USA?

07/11/2016 65709 lettori
5 minuti

Zero. Nessun brand italiano è nella top 50 dei brand rilevanti in USA e/o in Cina dalla rilevazione di Prophet.

(Update delle ore 23.00 del 7/11) A seguito delle discussione nata su Facebook in alcuni gruppi mi sembra giusto esplicitare la metodologia, per quanti non si fossero soffermati ad approfondire: la ricerca ha l'obiettivo di sondare quali siano i brand indispensabili e senza i quali le popolazioni prese sotto osservazione (15K USA e 10K Cinesi, per i due casi qui riportati) non pensano poter fare più a meno: quei brand cioè che sono indispensabili per le loro vite quotidiane.

Mi sorprende meno invece notare quali siano i marchi di cui le persone non pensano di poterne fare a meno:

NetFlix, Taobao.com, Amazon, Sephora o i brand di cui siamo in qualche modo dipendenti: Google, Alipay, PayPal e Amazon.

In USA i brand più conosciuti sono ovviamente Apple, Amazon, Android etc..  e non troviamo alcun italiano.

La stessa cosa accade in Cina.

Molti dei brand più noti provengono dal mercato dell'ICT e sono relativamente molto giovani.
L'Italia, che noi tutti internamente osanniamo come capace di creare mindset in realtà si rivela sempre molto fragile nelle analisi: il nostro paese non sembra essere in grado di generare brand capaci di imporsi sui mercati globali.

Se a questo aggiungiamo che, nei prossimi anni, da più parti si prevede un progressivo allontamento dei consumatori dai brand della moda per preferire prodotti meno costosi e sempre più custom, mercato in cui il made in Italy si presume faccia ancora la differenza, dovremo decidere come, strategicamente e sistemicamente approcciare la situazione attuale e il nostro futuro.

Mi sembra che stiamo guardando la crisi economica che ci sta investendo troppo con le lenti della politica partitica dimenticando che stiamo attraversando un periodo di fortissima disoccupazione, che nei mercati dell'ICT gli italiani occupati sono meno che nel resto d'Europa e, come se non bastasse, i laureati impiegati in questi mercati sono solo l'8%.

Dovremo trovarci tutti insieme i rappresentati degli operatori economici italiani: agenzie, imprese e governo per creare strategie e azioni che spingano il nostro Paese fuori dalla palude. NB: non politica! Auspico una presa di coscienza unita e un nuovo modo di agire: tutti e insieme.

Luca Oliverio
Luca Oliverio

Luca Oliverio è il founder e editor in chief di comunitazione.it, community online nata nel 2002 con l'obiettivo di condividere il sapere e la conoscenza sui temi della strategia di marketing e di comunicazione.

Partner e Head of digital della Cernuto Pizzigoni & Partner.

Studia l'evoluzione sociale dei media e l'evoluzione mediale della società.