Due chiacchiere su Spot School Award
Intervista tratta dal sito Connecting-Managers© | ![]() |
Buongiorno Dott.Sicilia, Lei è il Presidente dell'Associazione "Creativi si nasce" che organizza il premio Spotschool Award, ci può spiegare brevemente in cosa consiste tale iniziativa?
L'iniziativa consiste nel proporre una competizione creativa agli studenti di comunicazione. La finalità è quella di valorizzare l'"istinto" creativo, il grado di preparazione tecnica e teorica degli studenti e delle diverse scuole ed università della comunicazione. Il sistema invece si realizza attraverso una competizione viva ed estremamente professionale nei suoi meccanismi.
Come giudica la qualità dei lavori pervenuti quest'anno? E più in genere gli studenti di comunicazione sono dei validi prospetti per il futuro?
Sicuramente la qualità dei lavori cresce insieme al numero di anno in anno. Anzi non tralascerei il ruolo didattico svolto dal premio in questi anni nella formazione dei nuovi professionisti della comunicazione. In genere gli studenti riescono ad essere enormemente creativi ed innovativi e questo li rende in prospettiva futura la nuova leva dei pubblicitari di domani.
Questo premio mira a valorizzare i giovani comunicatori, in Italia secondo Lei si sta sviluppando una vera cultura della comunicazione? Cosa c'è ancora da fare?
Il premio è internazionale, comunque, per quanto riguarda la sua domanda bisogna dire viaggiamo a due velocità. Ci sono aree in cui la comunicazione è radicata nella cultura e nelle consuetudini delle imprese; altre invece, come il nostro sud, dove non riesce a svilupparsi in maniera razionale ed entrare quindi nelle consuetudini di imprese ed enti. Più in generale il mercato italiano della comunicazione è in fase generale di recessione che determina una stagnazione anche della creatività, delle idee. Insomma una competitività negata che impedisce il fiorire e la crescita di una vera innovazione in questo settore. Ritengo che vadano cercati nuovi stimoli anche in una fase come quella che stiamo vivendo.
Come valuta il contributo di un'associazione come il Club del Marketing e della Comunicazione rispetto allo sviluppo della comunicazione a livello professionale nel nostro paese?
Per me il Club del Marketing è stata una felice scoperta. Sono un "vecchio professionista" ed ho imparato nel tempo che il mercato va stimolato, informato, incontrato perché risponda. Un ruolo tra virgolette didattico che i professionisti devono avere nei confronti delle aziende che non sempre conoscono le opportunità disponibili. In questo senso credo che il Club del Marketing, come i singoli professionisti, le associazioni di categoria etc., possa fare molto per trasmettere i valori di professionalità, deontologia, qualità del sistema della comunicazione italiano al mercato delle imprese. Del resto è compito dei professionisti aggiornarsi come lo è trasferire al mercato le conoscenze acquisite.