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Il risiko della martech e la complessità delle marketing cloud

11/08/2020 80382 lettori
4 minuti

Un punto che colpisce a proposito della complessità del mercato martech è il continuo crescere di alcuni grandi ecosistemi che i vendor più importanti ormai con poca fantasia chiamano tutti “marketing cloud”. Queste grandi suite molto spesso sono frutto di acquisizioni progressive, dal valore spesso ingente.

Le acquisizioni nella sfera della marketing technology sono state numerose e importanti negli ultimi anni, in un landscape che non fa che crescere.

 

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Marketing Technology Landscape Supergraphic (2020) – https://chiefmartec.com/2020/04/marketing-technology-landscape-2020-martech-5000/ 

Difficile citare in modo esaustivo tutto quanto è successo, ecco però alcuni esempi che possono dare una dimensione del fenomeno e dei diversi interessi che si sono andati incrociando negli anni sui vari tipi di tecnologie.

Akamai ha comprato nel 2019 il software di Customer Identity and Access Management (CIAM) Janrain, una mossa che segue quella simile di SAP che ha acquistato a fine 2017 per alcune centinaia di milioni di dollari Gigya, altro attore di primo piano di questo particolare segmento dell’offerta Martech.

La stessa SAP non si è risparmiata in questi ultimi tempi: ha acquisito CallidusCloud per 2,4 miliardi di dollari e Qualtrics per ben 8 miliardi come parte di un progetto più ampio di estensione e modernizzazione della sua offerta per la customer experience, in un percorso avviato nel 2013 con l’acquisto di Hybris.

Adobe a sua volta è stata molto attiva sul mercato, portando avanti un percorso pluriennale che aveva visto prima l’acquisto di Macromedia e poi quello di Neolane (marketing automation): l’espansione poi è andata sia verso la sfera e-commerce con il deal con Magento (1,68 miliardi) sia verso la sfera della marketing automation b2b con l’acquisizione di Marketo (4,75 miliardi).

Non poteva mancare dal novero dei grandi acquirenti SalesForce, che in qualche modo ha risposto ad Adobe sul b2b e sul commerce con la piattaforma di vendite online business to business CloudCraze (valori non noti) che segue l’acquisto di Demandware, oggi SalesCloud, del 2016 (2,8 miliardi).

Inoltre SalesForce ha anche comprato la piattaforma di analytics Datorama per 800 milioni e poi quella di visual analytics Tableau per oltre 15 miliardi, praticamente nello stesso momento in cui Google ha pagato 2,6 miliardi per la Business Intelligence (BI) di Locker. Sempre in casa SalesForce c’è da ricordare il deal per la piattaforma di integrazione Mulesoft per ben 6,5 miliardi e il meno recente ma importante nella logica del panorama dell’offerta acquisto della DMP (Data Management Platform) Krux per 800 milioni nel 2016,

Sul punto di Mulesoft, come quello di CallidusCloud di SAP, faccio notare come anche il potenziamento delle infrastrutture, persino per dei giganti come quelli citati, faccia parte integrante di una martech di successo. Ci tornerò.

Nell’estate 2019 infine SalesForce ha fatto un nuovo acquisto per rafforzare la sua componente Service Cloud, comprando l’azienda di field service software ClickSoftware per altri 1, 35 miliardi dollari.

Non mancano altri interessanti casi: Amazon ha comprato nel 2019 parte dell’Adv Server Sizemek con l’idea di rompere il duopolio Google-Facebook mentre Microsoft fece il suo movimento più grosso nel 2016 con l’acquisto di Linkedin per ben 26 miliardi di dollari.

Oracle poi ha costruito molta della sua offerta marketing cloud tramite acquisizioni già a partire dal 2013, con tra gli altri Compendium (content marketing e planning della campagne), Eloqua e Responsys (entrambi marketing automation), Maxymizer (personalizzazione) e BlueKai (DMP).

IBM infine ha fatto anch’essa shopping negli anni (SilverPop, Xtify e altre) ma nell’aprile 2019 ha deciso di abbandonare il segmento della Martech per cederlo al fondo di private equity Centerbridge Partners L.P.

Google e Facebook infine hanno fatto crescere la loro offerta con grandi sviluppi interni, salvo alcune notevoli acquisizioni di specifici canali (non proprio martech pure) come, nel caso di Facebook, WhatsApp o Instagram.

Potrei continuare a lungo e con probabilità certe di dimenticare sempre qualcuno, senza considerare aziende più piccole di quelle che ho citato finora che tuttavia fanno spesso delle notevoli fusioni e acquisizioni nel loro verticale.

Mi piace citare in conclusione solo un ultimo di tipo di acquisizioni, quelle in cui grandi aziende di tipo non tecnologico acquistano degli specialisti per garantirsi capacità tecniche e competenze. Molti sono stati i casi di department store e grandi retailer che hanno creato così le proprie capacità di vendita online, con l’ultimo caso in ordine di tempo rappresentato da Richmond che ha acquisito Yoox-Net-a-Porter.

Vale pena fare una menzione particolare per McDonald’s che ha comprato la società Dynamic Yield per acquisire capacità avanzate di personalizzazione di drive-through, kiosk e app mobile. Con la tecnologia di Dynamic Yield, che include algoritmi di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati delle preferenze dei clienti e l’elaborazione di menù personalizzati, i ristoranti McDonald’s possono infatti variare gli elementi nel display elettronico che mostra le proposte del fast food in modo più veloce, adattandoli alle disponibilità di mercato, alla stagione o alle domande del pubblico locale. Una acquisizione al 100% di software e capacità di marketing technology, per la cifra di 300 milioni di dollari.

Infine più di recente, Farfetch ha creato un un caso interessante di parti rovesciate tra aziende tecnologiche e brand, andando a rilevare per 675 milioni di dollari New Guards Group (Ngg), realtà italiana cui fanno capo marchi di moda del calibro di Off White, Marcelo Burlon County of Milan, Palm Angels, Alanui.

Ritorna qui tutto il tema della complessità e dell’evoluzione costante e veloce di canali e strumenti che ho descritto nel primo capitolo del mio libro e che stanno portando alla necessità di avere nelle organizzazioni un Marketing Technologist. Una sfida non banale, in cui la scelta della tecnologia deve essere guidata dalla customer experience, e non viceversa.

Gianluigi Zarantonello via https://internetmanagerblog.com 

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.