Nuove professioni: il Giornalista-Consulente
All’estero rappresenta da tempo una realtà consolidata, in Italia invece è approdato solo qualche anno fa: si tratta del giornalista-consulente, una professione che da noi aspetta ancora di ricevere pieno riconoscimento.
Ma è solo questione di tempo. Infatti, in uno scenario come quello attuale dove la capacità di comunicare in modo efficace rappresenta sempre più per le aziende un fattore strategico vitale, i servizi offerti dal giornalista in affitto rispondono ad un’esigenza profonda del mercato stesso. Oggi anche le aziende medio e medio-piccole non possono trascurare i vantaggi competitivi di una buona comunicazione, tuttavia spesso non sono in grado di sostenere i costi fissi rappresentati da un ufficio stampa interno. Da qualche anno, queste aziende hanno a disposizione un’alternativa, ovvero possono usufruire delle competenze di un professionista pagandolo solo per la prestazione di cui hanno bisogno in un dato momento, per esempio, la stesura di un comunicato stampa, il testo di un intervento per un meeting, la moderazione di un dibattito.
La società milanese “Rent A Journalist” è stata la prima in Italia a fornire questo tipo di servizio: costituita nel settembre del 2000, è oggi formata da un network di più di 300 collaboratori che, sparsi in tutta Italia, garantiscono la copertura nei settori più diversi di specializzazione.
Secondo il suo presidente, il giornalista Fabrizio Bocconcelli, c’è qualcosa che non funziona nell’odierna comunicazione aziendale. Si comunica troppo e male, senza l’apporto di una specifica professionalità. La conseguenza è che quasi il 70% dei comunicati stampa vengono cestinati immediatamente dalle redazioni , fatto questo che costituisce uno spreco enorme di possibilità, tempo e risorse per le società.
Perché i comunicati stampa sono così poco efficaci? Il problema è che sono tecnicamente imperfetti: vengono infatti redatti da persone preparate culturalmente, ma senza una specifica conoscenza delle esigenze giornalistiche. Ecco gli errori tecnici più diffusi: scarsa chiarezza del testo, preamboli banali, lunghezza eccessiva, poco risalto dato alla notizia, carente impostazione grafica (con il conseguente effetto del blocco compatto).
Per migliorare questa situazione, sempre secondo Bocconcelli, occorre cambiare radicalmente il punto di vista sulla comunicazione diretta ai media, oggi erroneamente concepita come una forma di comunicazione Business2Consumer quando, al contrario, si tratta di comunicazione Business2Business. Difatti i comunicati stampa sono indirizzati a professionisti, che li riutilizzano per svolgere la loro attività e che saranno naturalmente portati a dare più spazio a quei comunicati che meglio si adattano ai processi operativi del loro lavoro. In questa logica, si inserisce l’offerta della “Rent A Journalist”, che sfruttando il suo capitale di competenze giornalistiche è in grado di ottimizzare i rapporti con i media, garantendo quindi alle aziende un minore tasso di mortalità dell’informazione.
Ma quali caratteristiche sono necessarie per svolgere bene questa professione? Non è sufficiente essere un buon giornalista, perché compito fondamentale di questa figura è quello di costituire un ponte tra redazione e azienda. Indispensabile, perciò, è la profonda conoscenza delle logiche interne non solo dei giornali ma anche delle aziende. Si tratta di una professionalità che si costruisce prevalentemente sul campo, anche se non mancano alcune possibilità grazie ad offerte formative specifiche, ad esempio i corsi per comunicatori aziendali organizzati dall’ Istituto Europeo di Design di Milano (per maggiori informazioni: www.ied.it).