LUIGI MENEGHELLO E' MORTO A 84 ANNI
E’ il suo luogo natio , con usanze, personaggi, storielle
Meneghello ricostruisce la vita di un paese veneto tra gli anni Trenta e il dopoguerra.
“Libera nos a malo”
è il lavoro di uno che sa investigare con senso dell’umorismo che acquisisce negli anni trascorsi in Inghilterra prima di scrivere questo libro che esce nel 1963
Malo è descritto con : vizi,virtù, usi religiosi, rapporto col lavoro, con le donne e l’amicizia
Egli ha molto amato il suo paese,
dove si è formato, è andato via ed è ritornato sapendo poi individuarne i difetti
A Malo l’onestà è considerata un lusso.
Ciò che conta è l’interesse.
La logica è quella dell’arrangiarsi,
La religione è paura dell’inferno –
Devozioni, rosari, novene sono lasciate alle donne e ai bambini, gli uomini ne sono esclusi
Nel Nord-Est il lavoro è religione.
“Bisogna lavorare non otto ore, o sette ore, o dieci ore, ma praticamente sempre, magari con pause, interruzioni e rallentamenti, però in continuazione e senza orario, più o meno da quando si alza il sole fino a notte; bisogna lavorare da quando si è appena finito di essere bambini (e le bambine nelle case anche prima) fino a quando si è già vecchi da un pezzo; bisogna lavorare quando si è così poveri che lavorando sempre si arriva appena a sopravvivere, e anche quando si è meno poveri, e si potrebbe lavorare meno”..
Cattinella, sposata in chiesa prima del Concordato, abbandonata incinta, fa la serva presso la famiglia dell’Autore per mantenere il suo bambino che, diventato grande, morirà partigiano.
Le donne si difendono come possono.
Egli afferma:
“Le cose del nostro mondo ce le facevamo dunque noi stessi, molto più di adesso; le idee venivano bensì da fuori, ma si assimilavano profondamente attraverso il lavoro diretto. Tutto era umanizzato in questo modo”.
Persino il rapporto con la morte è naturale,.
Meneghello bambino assiste alla morte del nonno,
una “morte patriarcale senza malattia”
Le ultime pagine sono dedicate alla Resistenza
Il libro dedicato è “I piccoli maestri”
quando il paese cambia, vecchie usanze spariscono
L’Autore e i suoi coetanei crescono, si disperdono per ritrovarsi a ricordare
Meneghello,– fa pensare al Fellini di “Amarcord”
E’ un ritorno alle radici trattato con ironia e dolcezza
“La ladra di pannocchie” di 1963, è un romanzo che presenta la vita paesana
In “Libera nos a malo”afferma:
“Non mi sono proposto però né di tradurre né di riprodurre il dialetto; invece ho trasportato dal dialetto alla lingua qualche forma e costrutto là dove mi pareva necessario, e sempre col criterio che questi miei “trasporti” nel loro contesto dovessero riuscire comprensibili al lettore italiano”.
Il latino testimonia gli studi classici con divertenti storpiature create dalla pronuncia paesana; l’inglese serve a sintetizzare ,il dialetto è la “realtà pratica”.
“Il dialetto è per certi versi realtà e per altri follia”.
“In paese, l’elaborazione riflessa dell’esperienza è parlata e soprattutto mimata
Il suo genere quasi unico è il riso,
la rappresentazione comica della vita:
ma in questo campo ha un’efficacia, una duttilità, una ricchezza
Il comico esplode come forma stessa delle cose:
ma è una forma che naturalmente non si può riprodurre per iscritto, non si può conservare altro che per trasmissione orale e diretta a un determinato pubblico”.
Luigi Meneghello (Malo-Vicenza 1922), scrittore italiano.
Ha studiato Filosofia all’Università di Padova.
Dopo l’8 settembre partecipa alla Resistenza e aderisce al partito d’Azione.
Nel 1947 si trasferisce in Inghilterra, dove fonda e dirige la cattedra di letteratura italiana presso l’Università di Reading.
Dal 1980 divide il suo domicilio tra Reading e Thiene, dove nel 2000 si trasferisce dopo la morte della moglie.
Sua opera prima è ”Libera nos a Malo” (1963),
“I piccoli maestri” (1964, ed. riveduta 1976),
“Pomo pero” (1974),
“Fiori italiani” (1976),
“Bau-sete” (1988),
“Il Dispatrio” (1994).
Ha scritto anche saggi che contengono elementi autobiografici e studi sulle tradizioni dialettali:
“Jura” (1987),
“Maredè Maredè” (1991).
Negli ultimi anni ha pubblicato tre volumi di “Carte”,
che raccolgono i suoi appunti dagli anni Sessanta a oggi.
Il volume “Trapianti” comprende traduzioni poetiche dall’inglese al dialetto vicentino.
Nel 2002 il regista Mazzacurati e l’attore Marco Paolini
gli hanno dedicato il film “Ritratti”,
dopo una conversazione con Meneghello svoltasi in tre giornate,
durante le quali lo scrittore rievoca le vicende della sua vita.