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Men on Men

20/10/2003 11431 lettori
4 minuti

Il tema sviluppato nei due volumi è questo: esiste una “letteratura gay”? Vale a dire esiste una tipologia di letteratura che sia omosessuale nella sua sostanza e, se esiste, quali sono le sue caratteristiche peculiari? Forse il fatto che parla d’omosessualità? E’ forse letteratura omosessuale tutta la letteratura scritta da omosessuali? A quest’annoso problema posto un anno fa, Scalise ha risposto con la seconda edizione dell’antologia da lui curata. La questione è così posta; il punto non è se esiste o no la letteratura omosessuale, il punto è “esiste l’omosessualità?” E va da sé che questa esiste, ma non più come una fase transitoria e reietta della propria giornata, ma come un fattore decisivo per la persona e, nel caso sia questa un autore,  per la scrittura. Ne consegue, pare dirci questa raccolta di scritti, che la letteratura gay è quella letteratura che racconta e analizza l’identità gay.

Coerentemente nei due volumi si riportano scritti di autori affermati e di giovani penne che parlano di un’omosessualità integrata, ma non è semplicemente il tema il centro d’attezione. La letteratura omosessuale che si ha qui modo di leggere usa l’omosessualità, come uno strumento, nel migliore dei casi, per fare letteratura. Non si racconta, alla maniera del romanzo verista (o per farla meno aulica, alla maniera della testimonianza sociologica), dell’omosessualità com’è vissuta oggi. Si fa semmai capire, facendo parlare una coralità di voci, quello che è l’omosessualità, trasmettendo non gli stili di vita ma le modalità di atteggiamenti che gli omosessuali hanno con se stessi. In questo modo la scrittura è strumento di analisi, per chi scrive e per chi legge, che, di fatto, a sua volta riscrive. Questo, soprattutto quando riesce con stile, è il miglior intento delle lettere: far comprendere il contesto di emozioni e di idee che sottende una situazione, suscitando riflessioni su se stessi e sul mondo, è cibo per la mente.

Nello specifico Scalise coniuga le biografie degli autori con i loro scritti, in coerenza ai principi annunciati nell’introduzione, grazie a delle premesse in cui racconta brevemente i suoi rapporti con gli autori ospitati nelle antologie. E’ utile indubbiamente in certi casi a familiarizzare con autori meno noti, per altri appare superfluo, anche se divertente.

Il primo dei due volumi si apre con Matteo B. Bianchi, i suoi sono racconti un po’ fantastici e forse tristi. Continuando a sfogliare ci si trova di fronte a una mutevolezza che può sconcertare per la varietà degli stili e per le modalità narrative; scritti introspettivi, intimi flussi di coscienza e ricordi, oppure racconti duri, concreti, come il testo di Marco Lanzòl che ha come sfondo la Resistenza. Un panorama variegato di personalità e pertanto di stili e temi che ci mostrano la varietà dei modi in cui l’identità gay s’integri nella scrittura e di come sia diventata soggetto d’arte e pertanto di riflessione.

 

di Mattia Galdiolo, pubblicazioni analoghe sono recensite su www.tralaltro.it

Mattia Galdiolo
Mattia Galdiolo

Studente di SdC a Padova i miei interessi sono rivolti al mondo letterario ed editoriale.