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L'uomo e la sua evoluzione.

04/07/2011 8839 lettori
5 minuti

Un silenzio, un’emozione: qualcosa che senti con il corpo e con l'anima. Come un’empatia, un sentirsi immedesimato: voler poter condividere... qualcosa, un particolare … La mia sensazione a caldo, visitando la mostra. «Una visione che si fa pensiero e si concretizza nell’opera, mescolandosi all’idea e al simbolo e facendosi, quindi, portatrice di un significato universale». La chiusa del testo nella brochure della curatrice Simona Bartolena. Si nasce dall’acqua, questo il titolo della mostra e le opere che la compongono è il risultato anche di una giornata passata al lago, descritta dal Maestro Armando Folattini. «Il mio viaggio nel mondo poetico dell’acqua». Un estratto:

«… Acqua a volte assonnata, altre volte trepidanti ed energiche, improvvisa nella sua variazione; dalla riva il mio sguardo cerca di carpire ogni gioco di luce e contro luce, di forma e di contesto, di rapporto con il territorio, mi aiuta l’inseparabile fotocamera Canon. Vorrei disegnare ciò che vedo, ma la repentina evoluzione della luce non lo consente, oggi, nel cielo, nuvoloni grigi in continuo movimento si ricorrono sullo sfondo di un cielo azzurro e ogni volta che lasciano intravedere il sole, l’acqua del lago diventa argentea e quel “suo” verde tinteggiato di blu, si anima di forme. La scia dei battelli riverbera in questo enorme catino che è il lago disegnando tracce di vita. Le sponde restituiscono l’onda e una nuova forma (vita) si disegna nell’acqua…».

Tutto è composto d'acqua, le molteplici forme della materia (fuoco, terra, aria, e la stessa acqua, ad esempio) sono composte di acqua. Tuttavia quest'acqua non è da intendersi come il solo e semplice elemento che genera e compone il mare, i fiumi e la pioggia, l'acqua di Talete è un principio superiore ai semplici elementi sensibili: l'acqua di Talete è appunto il principio, l'arché, la forza sempre identica a se stessa che genera la molteplicità delle sostanze e lo stesso continuo mutare di tali sostanze il divenire.

L'acqua e il fuoco, principi della creazione. La catena vivente: sole - terra – acqua. Dall'acqua fisica all'acqua spirituale. Il ciclo dell'acqua: la reincarnazione - Il ciclo dell'acqua: amore e saggezza. Sono solo alcuni dei temi trattati da Omraam Mikhaël Aïvanhov filosofo e pedagogo bulgaro. Nel 1937 si recò in Francia, dove nel corso degli anni trasmise l'essenza del suo insegnamento filosofico e pedagogico. Il tema dominante delle sue opere è l'uomo e il suo perfezionamento. La caratteristica che maggiormente colpisce è la molteplicità dei punti di vista dai quali presenta il tema dominante: l'uomo e la sua evoluzione.

Qualunque sia il soggetto trattato, questo è immancabilmente svolto in funzione dell'uomo e dell'uso che ne può fare per una migliore comprensione di sé e per una più adeguata condotta di vita. «Così come l'universo è nato dal fuoco e dall'acqua, per entrare in questo stato di coscienza superiore chiamato Regno di Dio anche l'essere umano deve nascere dal fuoco e dall'acqua, poiché trasferiti sul piano spirituale: il fuoco è la saggezza e l'acqua è l'amore».

Lo scorrere del tempo è accompagnato dalla nostra coscienza che fa sì che noi si abbia l’apprensione del tempo stesso come memoria del passato, attenzione al presente, attesa del futuro. Per il tempo «non esistono singoli istanti ma un loro continuo fluire non scomponibile ma vissuti nella loro durata reale». Continua così l'avvicendarsi delle rappresentazioni sul palcoscenico della vita. Durante l’adolescenza, il futuro sviluppo è caratterizzato da svariate tendenze: si pensa di volta in volta, mentre si cresce che si vuol fare il pompiere, il giornalista, l’esploratore…ecc, ma poi alla fine uno solo di questi orientamenti diverrà reale.

Così per altro avviene in natura: all’inizio si dipanano molte vie evolutive, alcune di queste si bloccano, altre invece proseguono, e la forza, la spinta creatrice che era nella linea di sviluppo che si è fermata, prosegue, confluisce e dà forza alle linee che continuano ad evolversi con uno «slancio vitale». È come dire che dalle scimmie antropomorfe lo scimpanzé rappresenta una linea evolutiva che all’inizio ha continuato la sua evoluzione, che poi si è fermata, mentre proseguiva in un’altra direzione lo slancio vitale che ha portato all’homo sapiens. L’uomo, secondo Bergson, prima ancora che essere homo sapiens è homo faber.

L’uomo è visto come intelligente, astuto ed energico, e perciò capace di utilizzare al meglio ciò che la natura gli ha riservato ed essere dunque artefice del proprio destino. Solerte e tempestivo, ma in egual modo sagace e saggio. Ora, da canuto pensionato, un dubbio mi si appalesa: quanto la facoltà di scelta tra progredire e divenire non fosse stata anche indotta dalla convinzione «che la fiducia nel divenire sia l'errore fondamentale, una sorta di peccato d'origine, che ha guastato il pensiero occidentale»[1].

 

L'evoluzione della realtà è «slancio vitale», «azione che di continuo si crea e si arricchisce». L'intelligenza avvia l'uomo sulla strada della co­scienza e del concetto, cosicché l'uomo possa meglio rispondere ai bisogni vitali. L’intelligenza non si esprime solo nell'intelletto; essa conserva un legame con l'istinto dal quale deriva, ed è perciò in grado di ritornarvi, accompagnata però dalla coscienza. Questo ritor­no all'istinto, disinteressato e consapevole di sé, è ciò che viene chiamata «intuizione». L’intuito come percezione diretta, senza la mediazione della conoscenza discorsiva, diviene così l'organo di una reale conoscenza partecipativa, che a sua volta si fonda sulla memoria tutta della vita, in cui è all’opera lo «slancio vitale» quale dispiegamento della «evoluzione creatrice».

 


[1] «Ecco allora che se la fede nel "divenire", nel "diventare altro", è il tratto comune di tutta la storia occidentale e della nostra civiltà, allora qui affonda le radici la convinzione che regge la nostra fiducia nelle possibilità di progresso. Ma se la fede nel divenire altro è illusoria e se la fiducia nel divenire è l'errore fondamentale, come sostiene Severino, una sorta di peccato di origine, che ha guastato il pensiero occidentale, anche tale convinzione che regge la fiducia nel progresso e nella tecnica (e con essa l'immagine intera dell'uomo che ne deriva) viene messa in crisi».

 
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.